Calabria

San Giovanni in Fiore celebra il nuovo volto dell’Abbazia florense

Dopo oltre quindici anni di attese e interruzioni, l’Abbazia florense si presenta al pubblico nel suo rinnovato splendore. Nella serata di martedì 5 agosto, una folla numerosa ha preso parte all’inaugurazione del restauro e del nuovo impianto di illuminazione del monumento simbolo della città, grazie a un intervento da 2,5 milioni di euro finanziato dalla Regione Calabria. Il progetto, avviato e concluso sotto la guida della sindaca Rosaria Succurro, ha interessato il consolidamento e la valorizzazione dell’Abbazia, la cui parete absidale presentava danni a seguito di un precedente restauro mai completato. Oggi, il sito religioso e culturale più importante di San Giovanni in Fiore è stato ufficialmente restituito alla comunità e ai visitatori.

La serata è stata resa ancora più suggestiva dalle esibizioni della Compagnia dei Folli e della Salento Funk Orchestra, che hanno preceduto l’accensione simbolica delle luci artistiche: una nuova illuminazione studiata per valorizzare, anche nelle ore notturne, i rosoni absidali ispirati al pensiero teologico di Gioacchino da Fiore. Grande la soddisfazione della sindaca Succurro, che ha sottolineato come l’opera rappresenti «un passaggio fondamentale in un percorso più ampio di rilancio culturale e turistico della Sila e dell’intera Calabria». E rilancia: «Ora puntiamo al riconoscimento Unesco. Abbiamo ridato alla città e al mondo un capolavoro architettonico. Adesso vogliamo che venga riconosciuto come tale anche a livello internazionale».

Nel suo intervento, la prima cittadina ha voluto anche ricordare l’impegno delle generazioni precedenti, ringraziando le figure politiche e religiose che, già alla fine degli anni Ottanta, si adoperarono per la riapertura al culto dell’Abbazia. Un pensiero particolare è andato al compianto abate don Vincenzo Mascaro, figura centrale nella storia recente del complesso monastico. L’Abbazia florense, tra le più importanti testimonianze del monachesimo medievale in Calabria, torna così a essere un punto di riferimento per la città, per il turismo identitario e per la valorizzazione del patrimonio culturale regionale.


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