Sardegna

San Francesco: Senologia d’eccellenza nel lavoro di team, ma la carenza di specialisti frena

Il neo è quello delle carenze nell’organico rispetto alle necessità. Prima di tutto di oncologi. L’hanno raccontato venerdì sera  alla “Satta”, a Nuoro, medici, dirigenti e pazienti, durante il convegno “Donne in cura, donne in scena”. Con riferimento per quest’ultima parte alla proiezione del documentario sulla “teatroterapia” svolta a Sassari, con le pazienti del reparto di senologia.

Medici e pazienti al convegno (f. F, Pirisi)

LA REALTÀ  BARBARICINA – Cosa si fa a Nuoro per chi ha contratto il tumore al seno? E soprattutto cosa si chiede per il futuro prossimo. Domanda quest’ultima girata direttamente al commissario dell’Asl 3, Angelo Zuccarelli: «Il servizio sarà potenziato – ha assicurato il dirigente – con l’arrivo di altri due medici. Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è di rispondere alle necessità dei malati attraverso la creazione di un gruppo sanitario, del quale siano parte le diverse specialità mediche, insieme alle altre figure sanitarie occorrenti per garantire il servizio». Ciò che è oggi la Ssd Chirurgia senologica nuorese l’ha raccontato la direttrice Rita Nonnis: «Per la paziente che arriva c’è un accompagnamento, che passa attraverso le fasi dell’intervento chirurgico e delle terapie antitumorali, sino alla riabilitazione. L’obiettivo – ha proseguito Nonnis – è certo prima di tutto quello di eliminare il male fisico, e subito dopo di fare in modo che la donna si riprenda la sua vita. Perché – ha aggiunto – chi ha contratto il cancro vede il mondo crollargli sopra, e l’unico pensiero in quel momento è per le persone care, per la famiglia. Noi vogliamo – ha detto ancora Nonnis – che pensi prima di tutto a se stesso, e così potrà essere di aiuto anche agli altri». Una ricetta che ha restituito il sorriso a tante pazienti. Per Nonnis, a Nuoro da un paio di mesi, «il merito è di un gruppo di professionisti di valore, dagli oncologi agli altri medici specialisti, agli infermieri, agli Oss». Ognuno è una parte del tutto, di quel “team” ricordato  da Cristina Santona, oncologa, responsabile del Cas (deputato all’accoglienza delle pazienti): «Sono a Nuoro da 25 anni – ha sottolineato – è posso garantire che nel dipartimento la professionalità è alta, anche grazie al lavoro in “team”. Dialoghiamo da tempo con l’assessore regionale – ha proseguito Santona – per fare rete con gli altri centri specialistici, a iniziare dai sardi. L’obiettivo – ha sintetizzato – è offrire il meglio ai malati che seguiamo». Il “meglio”, si è detto e ripetuto, durante il convegno alla “Satta”, « che deve passare attraverso l’istituzione al San Francesco della “breast unit” (centro multidisciplinare di senologia, ndc), con il chirurgo plastico, la medicina nucleare», è stata l’osservazione finale di Marilena Pintore che guida l’associazione di malati oncologici “Vivere a colori”, presente da anni in città. Sodalizio  tra gli organizzatori del convegno, con l’Asl, il Comune di Nuoro, l’associazione Medea, e la Gilead, la casa farmaceutica che ha finanziato il progetto di “teatroterpia”.


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