San Benedetto, bimba di 6 anni in ospedale con il Codice rosa. Il sospetto choc di presunti abusi del genitore

SAN BENEDETTO Da alcuni giorni è ricoverata all’ospedale Madonna del Soccorso. I medici sarebbero pronti a dimetterla ma ci sarebbero teorici rischi per lei. È quanto sta accadendo a una bambina sambenedettese di 6 anni.
Il dramma
Un dramma quello che sta vedendo protagonista una bimba, alle prese, da oltre un anno – almeno stando ad accuse ancora tutti da appurare – da presunti abusi sessuali. Sospetti terribili che ricadono sul padre ma tutti assolutamente da verificare. L’incubo sarebbe cominciato a settembre dello scorso anno quando alla piccola, al tempo aveva 5 anni, sarebbero state rivolte attenzioni e avrebbe subito atteggiamenti non consoni da parte del genitore.
Da qui l’interruzione degli incontri, tanto che il familiare ha presentato ricorso ottenendo la possibilità di vedere la propria figlia attraverso incontri protetti, alla presenza degli assistenti sociali. Fino ad arrivare allo scorso luglio quando si è tenuta l’udienza presso il tribunale di Ascoli da cui è emerso che il padre non avrebbe avuto atteggiamenti patologici nei confronti della piccola. Da qui la ripresa degli incontri, questa volta in piena libertà, solo il genitore e la bambina. Ma a settembre sarebbero state riscontrate nuovamente lesioni sul corpo della bambina, tanto da aver affrontato due accessi al pronto soccorso con codice rosa e in occasione dell’ultimo è seguito il ricovero ospedaliero, che è diventato una sorta di protezione per la piccola.
Le denunce
Prima ancora dei due accessi al pronto soccorso erano partite le denunce da parte della pediatra della piccola che aveva riscontrato, a seguito di visite mediche, dei presunti abusi.
Denunce sia al Tribunale di Ascoli che al tribunale dei minori di Ancona. La Questura ha anche sentito la pediatra, la quale ha riportato quanto sarebbe emerso sia dalle visite che aveva effettuato lei in qualità di medico della bambina che dai referti stilati in ospedale dai pediatri e dai ginecologi.
Tra l’altro con l’attivazione del codice rosa, che scatta al momento di una violenza sessuale sia contro una donna che contro il minore, l’accesso al pronto soccorso è stato protetto e tutta la compagine sanitaria si è stretta attorno alla bambina. Il problema, secondo i professionisti, è che non sempre dopo un codice rosa seguirebbero provvedimenti da parte della magistratura per tutelare il minore, visti i tempi più lunghi della giustizia. Nel frattempo la bambina si trova ancora ricoverata in ospedale.




