salvato dalla prescrizione dopo processo lungo 12 anni
La Corte di Cassazione, con una sentenza definitiva, ha annullato senza rinvio la condanna di F. R. per furto pluriaggravato di circa cinque quintali di legna. Il reato, commesso nel novembre 2012, è stato dichiarato estinto per intervenuta prescrizione.
Il 55enne era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel dicembre 2015 a quattro mesi di reclusione e una multa di 103 euro. La condanna, successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Napoli nel gennaio 2024, riguardava l’impossessamento della legna, aggravato dalla violenza su cose esposte per pubblica fede.
La difesa ha presentato ricorso in Cassazione sollevando tre motivi principali:
1. Decorrenza dei termini di prescrizione: la Corte d’Appello avrebbe violato il divieto di reformatio in peius, considerando il fatto come consumato e non tentato, come invece qualificato in primo grado. Tale errore ha impedito di riconoscere l’intervenuta prescrizione.
2. Mancata applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale, che esclude la punibilità per fatti di particolare tenuità.
3. Assenza di querela: obbligatoria secondo le modifiche normative introdotte dal d.lgs. 150/2022.
La Cassazione ha accolto il primo motivo, confermando che, in base alla sentenza di primo grado, il reato doveva essere qualificato come tentativo. Calcolando i termini di prescrizione di dieci anni ridotti di un terzo, risultava evidente che i tempi erano già decorsi prima della sentenza d’appello.
La Settima Sezione Penale, presieduta dal giudice Ugo Bellini, ha stabilito, dunque, che il reato è estinto per prescrizione. La sentenza della Corte d’Appello di Napoli è stata annullata senza rinvio, ponendo fine a una vicenda giudiziaria durata oltre un decennio.
Source link