«Salvaguardare gli alberi dev’essere una priorità»
Mentre a Chieti iniziano i lavori per la riqualificazione di piazza Garibaldi, un tempo orgogliosamente definita “la villetta”, il Wwf invita a una riflessione sul futuro di quella che “da decenni è stata trasformata in parcheggio a raso per sei giorni alla settimana e in sede del mercato ambulante il martedì”. Al termne dell’intervento di rigenerazione urbana è prevista la realizzazione di due piani di parcheggi sotterranei per un totale di circa 200 posti auto, mentre sulla piazza sarà realizzato un parco urbano.
«In primo luogo – osserva la presidente del Wwf Chieti-Pescara, Nicoletta Di Francesco – qualche considerazione di carattere generale: Chieti alta è una piccola “isola” i cui bordi stanno franando. Lo spopolamento è dovuto a vari fattori ma soprattutto al non aver pensato a renderla vivibile. Si punta solo a portare auto in città come se l’unico problema fosse la mancanza di parcheggi. Ben venga la riqualificazione di piazza Garibaldi, ma che diventi un vero parco pubblico: a Londra, per esempio, ogni piccolo spazio è occupato da alberi e giardini dove le persone trascorrono momenti liberi anche se brevi come una pausa pranzo. Abbiamo una città da vivere a piedi ma non è possibile se intasata dal traffico anche nelle vie più strette dove i pedoni non possono far altro che fermarsi per lasciare passare ogni tipo di mezzo. Mezzi che surriscaldano le strade e rilasciano inquinanti con conseguenti rischi per la salute, in particolare quella dei bambini».
«Tutto ciò premesso ricordo che in un recente incontro pubblico – continua la presidente – l’assessore Stefano Rispoli ha parlato anche dei lavori appena avviati sui quali noto tuttavia alcune problematiche irrisolte. Il Comune di Chieti ha emesso un’ordinanza con divieto di sosta e transito sulla piazza e con indicazioni sulla viabilità. Una situazione di emergenza che si protrarrà, se i tempi previsti verranno rispettati, almeno per un anno (anche durante il periodo scolastico). Mi domando se siano stati realizzati studi sui flussi di traffico in entrata e uscita da Chieti, se sono previsti avvisi collocati in posizioni strategiche per informare per tempo gli automobilisti ed evitare il formarsi di code, intasamento del traffico e inquinamento ulteriore. E ancora: quale sarà l’organizzazione del traffico dopo l’entrata in funzione del parcheggio? Si arriverà finalmente alla chiusura totale del centro storico alle auto, come avviene nella quasi totalità delle città italiane, o si continuerà imperterriti a inquinare? Una città vivibile ha bisogno di strade riservate ai pedoni, accessibili a tutti con buona qualità dell’aria e questa situazione può realizzarsi solo impedendo l’accesso alle auto. Sui dettagli del progetto e sul futuro assetto della città sarebbe auspicabile un incontro con assessore e tecnici aperto a tutti i cittadini, per chiarire ogni dubbio. Pratica che si dovrebbe ripetere singolarmente per i vari e tanti lavori in fase di avvio».
Un’altra questione delicata è quella del verde oggi presente nella piazza. «È importante – conclude Nicoletta Di Francesco – che “la villetta” non perda i suoi alberi, rifugio di numerosi piccoli uccelli: merli, verdoni, cardellini… Sono tante le funzioni positive dei lecci, a cominciare dall’ombra garantita in una piazza molto assolata. Ma non solo: c’è uno studio del Cnr che, sottolineando anche il ruolo fondamentale che gli alberi hanno come filtri per lo smog, mette in evidenza come i terpeni (biomolecole presenti in piante e fiori, prodotte dai lecci in grandi quantità, soprattutto nella stagione calda e con picchi di concentrazione nel primo mattino e primo pomeriggio) siano importanti per il nostro benessere. Il progetto prevede che una parte di quelli oggi presenti venga re-impiantata, ma quanti e con quali garanzie di ripresa? Invece delle aiuole con siepi basse, la cui presenza si intuisce dai disegni pubblicati dal Comune, perché non prevedere anche lì i lecci e un boschetto più folto al centro? Sono piante con decine di anni di vita, i cui servizi ecosistemici – importantissimi per la salute e il benessere umano – non potrebbero essere garantiti allo stesso modo da alberi giovani. Si tratta in fondo di preservare un bene pubblico. Anche per questo occorre lasciare spazio alla base delle piante che invece, guardando le immagini del progetto, sembrerebbero essere circondate solo da sanpietrini. L’auspicio è che siano stati consultati esperti del verde pubblico, che la ditta incaricata abbia o si procuri le giuste competenze e che la progettazione del parco urbano non abbia tenuto conto soltanto dell’aspetto estetico. Gli alberi non sono semplici arredi urbani da poter eliminare o spostare come panchine. Occorre pensare a loro come si fa con gli animali e cercare di garantirne il benessere, anche per i benefici che ne derivano per la nostra salute».
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