Salorno, addio al capostazione Ruggero Marcomini: aveva 101 anni – Bassa Atesina
SALORNO. Il destino sulla pensilina, a fianco dei binari, ha fischiato dando il via al treno del capostazione. Se n’è andato ancora lucidissimo, in barba alle sue 101 primavere, Ruggero Marcomini, che nei primi anni 60, fino al 1973, ricopriva la carica di capostazione a Salorno. Con il parroco, il maresciallo dei carabinieri e il sindaco era considerato una delle persone più importanti del paese: lo chiamavano “il capo”.
Originario del Polesine, prima di arrivare nell’ultimo borgo a sud dell’Alto Adige era stato a Merano, nel 1943, e a Dobbiaco nel 1957. A Salorno per alcuni anni ha vissuto momenti di allerta e paura in stazione a causa degli attentati di quel periodo. Era conosciutissimo in paese, non solo perché responsabile della stazione ferroviaria ma anche perché, da sempre di fede socialista, venne nominato segretario della sezione locale del Psi. Poi, per i molti appassionati del gioco delle carte “il capo” Ruggero era un campione imbattibile e se lo ricordano ancora, naturalmente i più anziani che frequentavano l’Aquila nera e il Mal. Non era contentissima di questo passatempo la moglie Elena che lo apostrofava, «quando ho bisogno non ci sei mai». Poi da Salorno il capostazione Marcomini si spostò a Rovereto per dirigere i treni nella città della Quercia, soprattutto per facilitare il percorso di studi della figlia Francesca e per essere più vicino al figlio Mauro che lavorava proprio in città. Nel 2015 perse l’amata moglie. Fu un grande dolore per Ruggero sopportato però con dignità e spirito forte. Poi, l’altro giorno, la definitiva partenza per il capostazione Ruggero Marcomini, con la mente lucidissima e, per la precisione a 101 anni e 8 mesi d’età. Lascia nel dolore i due figli, nipoti e amici che sono andati a salutarlo per l’ultima volta l’altro venerdì. Mancherà anche agli ospiti della casa di riposo che intratteneva fino all’ultimo con battute e storielle comiche. Se n’è andato insomma, un grande personaggio. B.T.