Saldi estivi, Confesercenti: “L’inflazione frena la spesa”
Grosseto. A saldi terminati, da Confesercenti Grosseto cresce la preoccupazione dopo i dati Istat dello scorso luglio: una crisi generalizzata che colpisce i volumi complessivi delle vendite (-0.3%), in particolar modo nel settore alimentare, sceso dello 0.9%.
“E’ palese come tutto ciò sia riconducibile alla spirale inflazionistica, da cui non riusciamo ad uscire come modello europeo. Figuriamoci in centri periferici come Grosseto. Gli aumenti, ampiamente previsti, dei generi alimentari, con la carne in primis, sono la prima motivazione di questo calo consistente delle vendite alimentari”, esordisce Marco Di Giacopo, coordinatore di Assoterziario.
“Il livello di inflazione, +3.5% certificato dall’Istat, arresta la nostra spesa alla fase immediatamente successiva al Covid – spiega Di Giacopo –. Questo significa che spendiamo sempre uguale, dal momento che i redditi non sono cresciuti, ma i prodotti costano sempre di più: abbiamo sempre meno al solito prezzo”.
La fotografia, per quanto concerne i beni non alimentari, si discosta ben poco dal quadro generale con un complessivo -0.1%. E’ il solo abbigliamento a registrare in positivo un modesto +1.9%. Ma siamo in pieno periodo di saldi estivi, con il settore delle calzature in ulteriore arretramento (-0.1%).
“Ci aspettavamo questi dati – commenta Riccardo Colasanti, presidente di Assoterziario Confesercenti Grosseto –, chi fa parte del settore conosce bene questa dinamica. Nelle calzature un notevole cambiamento è stato determinato dal fatto che le sneakers sono diventate comuni a quasi tutte le fasce di età, anche a fronte del prezzo inferiore. Ciò ha comportato un arretramento della scarpa classica, del prodotto made in italy. Tuttavia segnaliamo un valore positivo da registrare: il turismo a Grosseto porta una clientela che cerca e sceglie con molta convinzione il prodotto made in Italy. Quindi, in linea di massima, una stagione di ombre, ma anche di luci”.
“Per Confesercenti – conclude Di Giacopo – non sono più rimandabili politiche di sostegno al reddito come la detassazione della tredicesima. E’ fondamentale invertire questa tendenza. Altrimenti non rimane che stare a guardare l’inarrestabile espansione di discount e grandi strutture del food”.
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