Saint Etienne – The Night
Continua di buona lena la nuova vita dei Saint Etienne che dopo “I’ve Been Trying To Tell You” del 2021 chiudono il 2024 con i quarantuno minuti di “The Night”. Disco che musicalmente e nelle intenzioni non si discosta dal precedente ma riesce in modo migliore a coinvolgere chi ascolta con suoni tridimensionali e una calma cristallina, suadente, misteriosa.
Un album da sentire in cuffia come un’unica suite, così l’ha definito la band britannica. “The Night” è dedicato alle ore piccole, tra notte e mattino, quando sogni e ricordi convivono. La sensazione fin dall’intro “Settle In” dai toni nettamente ambient è che i Saint Etienne vogliano creare strutture sonore eteree come dimostra anche “Half Light” con la voce di Sarah Cracknell su un tappeto di sintetizzatori.
Il ritmo non si alza mai più del dovuto tra numerosi intermezzi (“Through The Glass”, “Northern Counties East”, “Ellar Clear”, “No Rush”, “Celestial”) e brani piuttosto intensi come “Nightingale” e “Preflyte”, la nostalgica e riflessiva “When You Were Young”, la melodica “Gold” tra pop e jazz decisamente il momento più orecchiabile di un album che non va in cerca di facili consensi.
Tempo di bilanci per i Saint Etienne che sembrano sempre più lontani dalla forma canzone pura, votati a spoken word come “Wonderlight” e brani minimali (“Hear My Heart”) o ammalianti tipo “Alone Together”. I giorni di “Foxbase Alpha” sono ormai storia, oggi Sarah Cracknell, Bob Stanley e Pete Wiggs si godono la maturità e con “The Night” realizzano un disco dal fascino discreto e non immediato che ha bisogno di tempo per essere apprezzato.
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