Ryanair, l’Antitrust in dirittura d’arrivo. Rischia 1 miliardo di multa su vendita biglietti

Una multa tra 500 milioni e un miliardo. È quello che rischia Ryanair, con l’imminente conclusione dell’inchiesta per abuso di posizione dominante, da parte dell’Antirtust italiano, avviata nel settembre 2023, e che, stando a fonti prossime all’Autorità garante della concorrenza potrebbe avere un epilogo il prossimo 22 dicembre.
Tra gli ultimi atti, un’audizione di Fiavet Confcommercio, in Agcm, che si è svolta lo scorso 10 dicembre, dove i rappresentanti delle agenzie di viaggio hanno sottoposto, come l’associazione riferisce in una nota, prova che le recenti condotte del vettore irlandese “violano gli accordi sottoscritti con Fiavet Confcommercio e comunque costituiscono condotte anticoncorrenziali”.
Nel procedimento, noto come A568, la compagnia, che in Italia è leader nelle rottoe domestiche e internazonali con quote di mercato fino al 50 per cento, è indagata per pratiche come il blocco delle prenotazioni intermediate e le comunicazioni inviate ai clienti in cui viene disconosciuto il rapporto con le agenzie stesse.
Il tutto – secondo FIavet – è proseguito nonostante la firma degli accordi sulle vendite via Tad (Travel Agent Direct) – la piattaforma lanciata dal vettore a primavera – che i rappresentanti delle agenzie e la compagnia aerea hanno siglato ad aprile. Come riferisce il presidente Fiavet, Giuseppe Ciminnisi, “abbiamo documentato che, dopo aver sottoscritto l’accordo, Ryanair non sta rispettando il principio di parità tariffaria: le tariffe più basse sono riservate alla vendita esclusiva sul sito web del vettore, rendendole di fatto indisponibili tramite il canale Travel Agent Direct destinato alle agenzie”. “Tra l’altro – aggiunge Cimminisi – le agenzie di viaggio sono costrette ogni volta a fare il confronto sul portale pubblico e nell’area riservata per un confronto con un aggravio di lavoro e perdita di tempo” prosegue il presidente.
Ryanair avrebbe introdotto una serie di paletti che scoraggiano la vendita indiretta, quali la verifica facciale imposta ai passeggeri che prenotano tramite agenzia e un sistema di blocco automatico di prestazioni ritenute anomale. Ma la contestazione principale rimane la violazione del “parity rate”, la parità tariffaria.
A quanto filtra Ryanair ha presentato un corposo dossier nel quale respinge ogni addebito, riservandosi il diritto di proporre alla clientela “tariffe promozionali” – ma Fiavet Confcommercio controbatte che queste ultime, per essere tali, devono essere “legate a disponibilità limitate e a offerte per periodi di tempo ridotti” –. Il vettore irlandese sostiene poi che i sistemi di verifica dell’identità e i blocchi sono semplici strumenti di sicurezza e contrasto alle frodi e contesta anche la stessa mappa del mercato del trasporto aereo configurata da Agcm, ristretta in modo tale da far schizzare la quota di Ryanair da un valore del 34 per cento – che risulterebbe inferiore alla soglia della dominanza a norma di legislazione Ue – al 50. Sostiene infine che nessuna norma europea la obblighi a siglare accordi con le agenzie ricorda che la Corte di Appello di Milano ha già stabilito la legittimità della scelta di riservarsi il diritto alla vendita dei biglietti, quando questa è coerente con il modello di business di chi la adotta.
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