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Russia, una fatwa approva poligamia per aiutare le vedove dei soldati


Russia, una fatwa approva poligamia per aiutare le vedove dei soldati

Una vicenda controversa potrebbe portare allo scontro le autorità della Federazione russa con quelle islamiche presenti nel Paese. Un problema atavico, quello della convivenza tra Islam e ateismo di Stato fin dai tempi dell’Unione Sovietica, per poi trasformarsi in incontro-scontro tra Ortodossia di Stato e Islam delle periferie nell’era di Vladimir Putin.

Il massimo organismo islamico russo ha approvato un editto religioso che consente agli uomini musulmani di praticare la poligamia, in contraddizione con la legge russa che proibisce agli individui di contrarre più matrimoni registrati contemporaneamente. Il Consiglio dei religiosi islamici dell’Amministrazione spirituale dei musulmani della Russia (DUM) ha emesso una fatwa lo scorso 18 dicembre, che ora consentirà a un uomo musulmano di celebrare fino a quattro matrimoni contemporaneamente, a condizione che vengano soddisfatte determinate condizioni.

Il Codice della famiglia russo proibisce esplicitamente a una persona di contrarre matrimonio registrato con qualcuno che è già sposato. Ma ciò avviene mentre le autorità russe sono alle prese con una situazione demografica disastrosa in mezzo a un declino della popolazione aggravato dall’emigrazione, bassi tassi di natalità e alta mortalità aggravate dalla Pandemia da Covid-19 e dalla guerra in Ucraina.

Il provvedimento stabilisce che un musulmano può praticare la poligamia solo se assicura un trattamento equo a tutte le sue mogli; questo include la garanzia di beni materiali uguali, una casa separata per ogni moglie e lo stesso tempo trascorso con loro secondo un programma concordato. Qualora non riesca a soddisfare questi requisiti, gli sarà proibito contrarre più matrimoni religiosi, a meno che la sposa non “rinunci volontariamente” ai suoi diritti. Altre circostanze in cui la poligamia è consentita sono i casi in cui la prima moglie non può concepire a causa di problemi di salute, mancanza di desiderio o età avanzata; in situazioni di “incompatibilità sessuale” tra coniugi; o quando un uomo desidera fornire sostegno sociale ed economico a una donna sola e ai suoi figli. Il governo russo ha promosso nel tempo una serie di politiche per incoraggiare la natalità, con incentivi finanziari per famiglie più numerose e campagne contro l’aborto, con il supporto della Chiesa ortodossa.

Un ventaglio di applicazione molto ampio, che ora rischia di mettere in imbarazzo la legge e la Chiesa ortodossa. La DUM ha riconosciuto che le donne che contraggono matrimoni puramente religiosi non godono di alcuna tutela legale, il che, secondo i critici, potrebbe renderle estremamente vulnerabili ed esposte a false promesse e abusi. Le condizioni per un tale matrimonio, infatti, impongono notevoli oneri di prova alle istituzioni religiose o agli individui per garantire la conformità.

I funzionari russi, intanto, prendono tempo, non avendo ancora rilasciato dichiarazioni sulla fatwa. Certo è che il provvedimento potrebbe coadiuvare alcuni dei propositi sulla natalità che Mosca stessa persegue da anni.


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