Marche

ruba a lei e al quasi ex marito. Spariti gioielli, oro e carta di credito. Non era la prima volta


PESARO L’amante, i gioielli e la carta di credito. Sono gli ingredienti di un processo che si trascina da ormai 5 anni e che è arrivato a Pesaro dopo il trasferimento di competenze. Davanti al Gup un 48enne accusato di furto aggravato. L’uomo frequentava una pesarese in fase di separazione dal marito. Ma oltre a frequentare lei, frequentava anche la casa della donna, perché viene accusato di essersi impossessato di alcuni monili d’oro, nello specifico due anelli, due bracciali ed una catenina oltre ad una carta di credito intestata al marito di lei. 

Con la quale sono state effettuate una quarantina di operazioni per un totale di 3700 euro circa. L’ex marito, vedendo l’estratto conto, si è accorto che qualcosa non andava e ha scoperto l’ammanco. Spese a cui non sapeva dare una spiegazione e che non aveva mai fatto. Alcune transazioni erano legate agli acquisti del nuovo amante della moglie. Una carta che il marito aveva lasciato a casa, spedita dalla banca, ma non utilizzata. Tornato a casa, ha notato anche che erano spariti anche i gioielli.

Così ha denunciato tutto. Le indagini hanno fatto il loro corso e hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio dell’amante dela moglie. Ori e carta non sono mai stati trovati, ma il 48enne è finito davanti al giudice con l’accusa di furto aggravato dal fatto di averlo commesso con abuso di relazione domestica in ragione del rapporto di frequentazione dell’abitazione della signora con cui era legato sentimentalmente. Per lui anche l’accusa di indebito utilizzo di carte di credito, viste le decine di operazioni effettuate. Viene contestata anche la recidiva, dato che l’uomo ha precedenti.

Intanto moglie e marito si costituiscono parte civile

L’imputato, difeso dall’avvocata Giulia Cometti del foro di Pesaro, sostiene che sarebbe stata la donna ad autorizzarlo a utilizzare la carta di credito, fornendogli dei codici per gli acquisti. Moglie e marito nel frattempo si sono costituiti parte civile e hanno richiesto un risarcimento di 10mila euro. L’udienza è stata aggiornata, con l’imputato che è pronto a chiedere un rito abbreviato per definire la sua posizione.




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