Friuli Venezia Giulia

Rsa Roveredo in Piano e Neuropsichiatria Infantile: servono scelte responsabili, non rinvii

ROVEREDO – Grande successo per l’assemblea pubblica tenutasi ieri sera, 28 luglio, a Roveredo in Piano sulla vicenda della chiusura – e relativa sospensione – della RSA del paese. Un incontro partecipato, che ha visto cittadini, operatori, amministratori locali e rappresentanti istituzionali confrontarsi apertamente su una scelta che tocca nel profondo la qualità della vita delle nostre comunità.

«La sospensione della chiusura della RSA di Roveredo in Piano annunciata dalla Regione è certamente una buona notizia. Ma è anche la conferma di un’impostazione approssimativa nella gestione della sanità territoriale», dichiara Marco Salvador, consigliere comunale del capoluogo.

«Siamo di fronte a una mancanza di visione e a un’assenza di regia nella riorganizzazione dei servizi. Non si può procedere per annunci, senza un pensiero condiviso e strutturato con i territori», prosegue Salvador.

La sospensiva di sei mesi, ottenuta anche grazie alla mobilitazione di amministratori, operatori, comitati e cittadini, rappresenta una prima vittoria del territorio.
«Abbiamo saputo reagire in modo coordinato, alzando una voce unica a difesa della dignità degli anziani, del lavoro degli operatori e della qualità dei servizi socio-sanitari. È la dimostrazione che l’area vasta e il capoluogo, insieme, possono essere più forti. Ma la partita non è chiusa».

Tra le principali preoccupazioni, l’ipotesi – già circolata – di trasferire la Neuropsichiatria Infantile nei locali oggi occupati dalla RSA:
«Una scelta gravissima, che smentirebbe nei fatti tutto ciò che diciamo da anni: serve una sanità integrata, in cui gli anziani ricevano cure appropriate in luoghi adeguati, e i servizi specialistici, come la neuropsichiatria, siano inseriti in reti funzionali, vicine alle famiglie e alle scuole».

Salvador conclude:
«In questi sei mesi, Regione e ASFO devono cambiare passo: ascoltare i territori e garantire che non venga smantellato un presidio essenziale come quello di Roveredo. Le comunità non meritano soluzioni tampone, ma una programmazione seria, trasparente e condivisa della sanità territoriale».




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