Trentino Alto Adige/Suedtirol

Rothoblaas chiude le relazioni con Israele: «Scelta di coscienza» – Cronaca



BOLZANO. La multinazionale, leader nell’edilizia in legno, Rothoblaas rinuncia a tutte le relazioni commerciali con Israele. «Una scelta di coscienza», spiega Robert Blaas, fondatore e Ceo dell’impresa altoatesina presente in oltre 70 Paesi, dettata dalle «gravissime violazioni dei diritti umani attualmente in corso nella Striscia di Gaza e contro il Popolo Palestinese».

La direzione aziendale sottolinea come non si tratti di una scelta politica, ma di una presa di posizione etica, «coerente con i valori fondamentali che guidano la nostra azienda: giustizia, equità, responsabilità e rispetto per la dignità umana», scrivono nella nota diffusa. «Diversi esperti delle Nazioni Unite, compresi relatori speciali in materia di diritti umani, hanno definito le azioni in corso come “qualificabili come genocidio”, secondo la definizione della Convenzione Onu del 1948 – prosegue la nota – anche il procedimento aperto presso la Corte Internazionale di Giustizia, a seguito della denuncia del Sudafrica, ha riconosciuto l’esistenza di elementi sufficienti a delineare numerosi crimini di guerra. Negli ultimi mesi, tantissime organizzazioni umanitarie indipendenti hanno denunciato una crisi senza precedenti nella regione. Medici Senza Frontiere ha parlato apertamente di “una catastrofe umanitaria orchestrata”, segnalando l’impossibilità di fornire cure mediche a migliaia di civili feriti a causa dei continui bombardamenti su ospedali, ambulanze e rifugi. Amnesty International ha indagato sulla condotta di Israele a Gaza e le prove che ha raccolto e analizzato forniscono una base sufficiente per concludere che Israele sta commettendo “un genocidio a Gaza dopo il 7 ottobre 2023”, chiede l’immediata fine delle ostilità, la fine del blocco degli aiuti umanitari, e il rispetto del diritto internazionale umanitario».

La direzione, essendo a capo di un’azienda privata, è consapevole che questa decisione rappresenti un gesto puramente simbolico. «Ma non possiamo più ignorare ciò che sta accadendo. Restare in silenzio equivarrebbe ad accettarlo. E l’accettazione passiva, per noi, è complicità. Auspichiamo che anche altre aziende, associazioni e istituzioni, a livello locale e nazionale, scelgano di prendere posizione, riconoscendo che non è più possibile restare neutrali di fronte a una simile tragedia umanitaria. Questa sospensione non è un rifiuto del dialogo, ma una dichiarazione di responsabilità. Non possiamo continuare a fare impresa come se nulla stesse accadendo. Nel nostro piccolo, scegliamo di restare fedeli ai valori che guidano il nostro lavoro ogni giorno: rispetto, equità e umanità. Il silenzio, di fronte a crimini contro l’umanità, non è mai neutrale», concludono nella nota. 




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »