Roma, dove l’arte di strada rischia di diventare solo un ricordo
Le note di una chitarra che si mescolano ai passi frettolosi dei turisti, il sorriso di un mimo che cattura l’attenzione dei bambini, le voci di chi cerca di trasformare una strada qualunque in un piccolo palcoscenico.
È la magia dell’arte di strada, un pezzo di vita che appartiene alle piazze e ai vicoli di Roma. Ma in questo 2025, qualcosa è cambiato: il centro storico della Capitale, almeno per un po’, sarà più silenzioso.
Le vie principali del Tridente – via del Corso, Largo Goldoni, via dei Fori Imperiali – saranno off-limits per i cosiddetti “buskers” per tutto l’anno giubilare.
Una decisione che ha il sapore di una stretta definitiva, figlia di un braccio di ferro che si trascina da anni tra la libertà di espressione degli artisti e il diritto dei residenti a vivere in tranquillità.
Eppure, l’atmosfera che si respira in alcune zone del centro sembra divisa a metà. Da un lato ci sono i cittadini che chiedono pace e silenzio, dall’altro gli artisti che rivendicano il diritto di animare la città con la loro creatività.
I residenti: “Non se ne può più del frastuono”
Campo de’ Fiori, al tramonto, è uno spettacolo che sembra uscito da un dipinto. Ma dietro la bellezza della piazza si nasconde una realtà più complessa.
“Non se ne può più del frastuono”, racconta Maria, una residente che vive qui da più di vent’anni. “La musica non si ferma mai, dai locali ai musicisti che si esibiscono. Non abbiamo niente contro l’arte, ma la tranquillità dovrebbe essere un diritto”.
Le lamentele dei residenti sono arrivate dritte al Municipio I, che ha raccolto decine di segnalazioni nel 2024. I numeri parlano chiaro: 41 esposti solo per Campo de’ Fiori e 13 per piazza di Pietra.
Ma chi sono i veri colpevoli? La musica troppo alta dei locali o gli artisti di strada? “La maggior parte delle segnalazioni riguarda i locali – chiarisce l’assessora municipale Giulia Silvia Sghia – ma in alcuni casi anche i buskers hanno contribuito al disturbo”.
Gli artisti: “Non siamo un problema, siamo cultura”
Dall’altra parte della barricata ci sono loro: i buskers. Musicisti, mimi, giocolieri, acrobati che vedono in Roma un grande teatro a cielo aperto. Per molti di loro, esibirsi per strada è una scelta di vita, un modo per portare l’arte tra la gente.
“Non siamo un problema di ordine pubblico”, hanno ripetuto più volte nelle riunioni comunali. Eppure, il regolamento che disciplina le loro attività è fermo al 2012, e per gli artisti rappresenta una camicia di forza che frena la loro libertà di espressione.
“Questo regolamento è stato pensato per penalizzarci, non per tutelarci”, spiegava già nel 2022 la Federazione Nazionale Artisti di Strada. Da allora, nulla è cambiato.
Roma a un bivio: città viva o città silenziosa?
L’assenza di musica e spettacoli in via del Corso e nei Fori Imperiali, durante l’Anno Giubilare, lascerà un vuoto. Ma è davvero questo il volto che Roma vuole mostrare al mondo?
La città eterna è sempre stata un crocevia di culture, storie e suoni. Le piazze romane hanno visto poeti improvvisare versi, musicisti riempire l’aria di note, acrobati trasformare i sampietrini in palcoscenici.
Ma ora si teme che questa vivacità venga spenta da regole troppo rigide. I residenti chiedono pace, gli artisti libertà. E nel mezzo c’è Roma, con le sue bellezze e le sue contraddizioni.
Il futuro dell’arte di strada: una scelta politica e culturale
Il Campidoglio dovrà decidere presto: continuare con il vecchio regolamento, repressivo e contestato, o scriverne uno nuovo che bilanci le esigenze di tutti.
Perché l’arte di strada non è solo intrattenimento. È parte della storia di Roma, della sua anima. Le note che risuonano tra i vicoli, i colori dei pittori improvvisati, i sorrisi che strappano i mimi: tutto questo rende la città più viva.
Spegnerla significherebbe far perdere a Roma una parte della sua magia.
Ma la domanda resta: è possibile trovare un compromesso? Una Roma che sappia essere insieme viva e rispettosa del silenzio? Per ora, l’unica certezza è che le vie del centro storico saranno più silenziose.
Ma sarà un silenzio che sa di pace o di vuoto? la risposta, come sempre, arriverà dalle strade.
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