Trentino Alto Adige/Suedtirol

Roghi dolosi a Bolzano e Appiano, il piromane condannato ai lavori socialmente utili – Bolzano



BOLZANO. Provocò 25 incendi boschivi dolosi nel 2022, tra l’11 luglio e il 26 agosto, distruggendo vaste aree vicino a Castel Flavon, al Guncina, a Monte Tondo, ma anche nei territori comunali di Frangarto e Appiano.

Ha patteggiato 2 anni e 4 mesi il giovane studente bolzanino ritenuto il responsabile dei roghi che, tre anni fa, fecero vivere un’estate da incubo ai vigili del fuoco locali. Ma niente carcere.

La pena è stata infatti convertita in lavori socialmente utili nella misura di due ore per ogni giorno di detenzione: un totale di 1.700 ore. La famiglia del ragazzo ha erogato un’importante cifra per il risarcimento dei danni sia alla Provincia (il Servizio forestale) che ad un privato, evitando così che i danneggiati si costituissero parte civile.

I danni procurati al patrimonio boschivo furono ingenti. Per non parlare dei costi d’intervento: si parla di diverse decine di migliaia di euro per i voli effettuati dagli elicotteri per scaricare acqua sulle piante in preda al fuoco. Sul posto i vigili del fuoco – permanenti e volontari – avevano operato in condizioni spesso proibitive, mettendo a repentaglio la loro stessa incolumità. All’allora ventunenne bolzanino, difeso dall’avvocatessa meranese Verena Menestrina e ritenuto responsabile dei roghi che per settimane rappresentarono un vero e proprio incubo per la città, erano stati imposti gli arresti domiciliari.

Una misura cautelare in seguito revocata e sostituita con una misura meno afflittiva, l’obbligo di dimora. Si è arrivati alla richiesta di rinvio a giudizio dopo numerose udienze. Il dottor Fabio Bonadiman, perito nominato dal giudice per le indagini preliminari Emilio Schönsberg, lo aveva dichiarato capace di intendere e di volere. I consulenti della Procura (Marco Samory e Alessia Ciccolini) e della difesa (Michele Piccolin), invece, ritenevano che il giovane accusato dei numerosi incendi fosse seminfermo di mente. Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali annovera tra le possibili cause di infermità o semi infermità mentale di una persona anche la piromania.

Ma perché possa essere ritenuta decisiva per l’incapacità di autodeterminarsi dovrebbe essere correlata a disturbi di personalità, che nel caso del ragazzo sotto inchiesta non sono stati riscontrati dal perito del giudice. A maggio del 2023 la difesa aveva quindi chiesto che fosse disposta un’ulteriore perizia psichiatrica. La richiesta è stata però respinta definitivamente dal gip, che ha restituito gli atti alla Procura. Lunedì è arrivata la sentenza.




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