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Rocchi a Open Var: “Mkhitaryan-Di Lorenzo non era fallo. Fermiamo gli arbitri se fanno i protagonisti”


MILANO – Il rigore fischiato contro l’Inter a Napoli, per un contatto fra Mkhitaryan e Di Lorenzo, non andava dato. Sul primo gol di Leao contro il Pisa, Pavlovic è sì in posizione di fuorigioco giudicato ininfluente, ma è una decisione molto al limite. Sui due episodi di Fiorentina-Bologna – il mani di Dodò e il contatto fra Sabiri e Bernardeschi – gli arbitri avrebbero agito correttamente. E il pestone di Gila su Conceição avrebbe dovuto portare a un rigore per la Juventus. Sono queste, in sintesi, le conclusioni illustrate dal designatore arbitrale Gianluca Rocchi nella puntata odierna di Open Var, online sull’app di Dazn. Nel corso della trasmissione – realizzata dall’emittente streaming con Figc, Aia e Lega di Serie A, in onda ogni martedì pomeriggio – Rocchi ha avuto modo di chiarire gli episodi arbitrali più discussi dell’ultima giornata di Serie A.

Napoli–Inter: rigore da non assegnare

L’episodio più controverso del weekend è il rigore fischiato contro Mkhitaryan per un presunto contatto su Di Lorenzo. Dall’audio emerge confusione procedurale: l’arbitro Mariani aveva “visto” l’azione, ma l’assistente Bindoni insiste più volte (“è rigore, è rigore”), inducendo al fischio. In sala Var, Valeri conferma il penalty nonostante il dubbio sull’intensità del contatto. In studio, Rocchi definisce l’episodio “proceduralmente sbagliato” e critica l’ingerenza dell’assistente: “Non è compito loro intervenire in quell’area di campo, soprattutto con l’arbitro in controllo”. Per il designatore, il contatto era “sottosoglia”, cioè non abbastanza grave per un rigore, e sarebbe dovuta esserci un’on-field review. “Decisione non corretta”, conclude, “avremmo dovuto lasciar correre”. Sull’iniziativa del guardalinee, Rocchi spiega: “Con il Var il ruolo degli assistenti sul fuorigioco è diventato meno centrale. E quindi in questi anni abbiamo cercato di far fare un percorso agli assistenti per trasformarli in piccoli arbitri, in supporto tecnico. Ma non mi è piaciuta per niente l’ingerenza di Bindoni che va oltre quello che gli abbiamo chiesto di fare, ovvero intervenire su cose al 100% chiare e di sua competenza”.

Fermare gli arbitri dopo gli errori?

Alla domanda di Federica Zille sull’opportunità di sospendere i direttori di gara dopo errori evidenti, Rocchi replica: “Non vogliamo punire nessuno, ma capire la logica dell’errore. Se è comprensibile, non c’è problema; se è illogico o nasce da protagonismo, allora sì, fermiamo l’arbitro. Il nostro compito è fornire il miglior servizio alle squadre”.

Milan–Pisa: fuorigioco al limite e casi dubbi

Sul primo gol di Leao, Pavlovic è in posizione di fuorigioco giudicato ininfluente. Rocchi spiega che l’episodio “è al confine del regolamento”: il portiere non è chiaramente ostacolato e la rete può essere convalidata, ma in futuro “episodi così andranno puniti” perché il calciatore serbo è vicino all’area del portiere e i suoi movimenti inevitabilmente lo condizionano. Sul secondo gol di Athekame, invece, la distanza di Fofana dal portiere rende la posizione non punibile. Rocchi chiarisce la filosofia generale: “Il regolamento tende a favorire il gol, ma dobbiamo oggettivare la distanza fra portiere e attaccante per valutare l’impatto”.

Milan–Pisa: mano di De Winter e spinta su Gabbia

Per il tocco di mano di De Winter, Rocchi è netto: “Rigore corretto. Il difensore ha il tempo di evitare il contatto e tiene il braccio largo: punibile”. Diverso invece il caso del 2-1 del Pisa, nato da una spinta di Moreo su Gabbia: “Episodio fortuito, non evidente. Se l’arbitro avesse fischiato, andava bene, ma non è un errore da Var”.

Fiorentina–Bologna: Dodò, Sabiri e i rigori mancati

Due episodi accendono le polemiche. Il primo riguarda un tocco di mano di Dodò non sanzionato: “Per noi è rigore – dice Rocchi – perché, se il tocco c’è, il gesto è punibile”. Il secondo è il contatto Sabiri-Bernardeschi in area: il Bologna protesta, ma Rocchi difende la decisione dell’arbitro La Penna: “Non c’è step on foot chiaro. L’attaccante si lascia cadere”. Nel prosieguo dell’azione arriva il doppio giallo per Holm e un rigore per la Fiorentina dopo un tocco di mano fortuito di Kean: “Non punibile, ma corretto assegnare rigore per l’azione successiva”.

Lazio–Juventus: rigore mancato su Conceição

La Juventus reclama per uno step on foot di Gila su Conceição. La sala Var archivia il caso in pochi secondi. “Check troppo rapido”, commenta Rocchi. “Non tutti gli step on foot sono rigori, ma qui il giocatore cerca l’avversario: ci saremmo aspettati un’on-field review e un penalty. In questo caso manca un calcio di rigore per la Juventus.”

Parma–Como: fallo sulla linea, era rigore

Ultimo caso, l’intervento di Da Cunha (Como) su Keita (Parma). L’arbitro Chiffi fischia punizione dal limite, ma Rocchi non ha dubbi: “Il fallo avviene sulla linea, quindi dentro l’area. Bastava un overrule, senza bisogno di review. È un rigore netto non concesso per superficialità.”

Il verdetto di Rocchi: “Serve meno confusione”

Dalla puntata di Open Var emergono tre punti chiave espressi da Rocchi. Anzitutto, troppe decisioni errate sono nate da cattive procedure comunicative tra arbitro, assistente e Var. In secondo luogo, ci sono state interpretazioni incoerenti sul concetto di “impatto” e di “soglia” nei contatti leggeri. Infine, il designatore ha sottolineato la necessità di maggiore uniformità di giudizio: “Vogliamo rigori chiari, decisioni trasparenti e arbitri sereni. Ma non possiamo permettere che la collaborazione diventi confusione”.


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