Sicilia

“Rivelazioni” Avola, il gip di Catania archivia inchiesta su 5 pm di Caltanisetta e due giornaliste de La Sicilia

L’inchiesta era stata aperta dopo l’esposto del collaboratore di giustizia e del suo legale

Il gip di Catania, Pietro Currò, accogliendo la richiesta della Procura etnea, ha emesso un decreto di archiviazione sull’inchiesta per abuso d’ufficio e rivelazione del segreto d’ufficio in cui erano indagati sette magistrati, cinque per il loro servizio nella Procura di Caltanissetta e due in qualità di applicati della Direzione nazionale antimafia, e due giornaliste del quotidiano La Sicilia, Laura Distefano e Laura Mendola. I Pm sono Matteo Campagnaro, Nadia Caruso, Salvatore De Luca, Francesco Delbene, Domenico Gozzo, Gabriele Paci e Pasquale Pacifico.

Il fascicolo era stato aperto a Catania, per competenza territoriale, dopo la denuncia del collaboratore di giustizia Maurizio Avola, assistito dal suo legale di fiducia, l’avvocato Ugo Colonna. Al centro dell’inchiesta le indagini che i magistrati di Caltanissetta avevano condotto per accertare la veridicità delle dichiarazioni con le quali Avola, sicario della “famiglia” Santapaola, si era autoaccusato della partecipazione materiale alla strage Borsellino, sia il giorno dell’attentato che quello precedente, nella fase di preparazione dell’esplosivo poi utilizzato per compiere l’eccidio, denunciando anche il coinvolgimento di storici capimafia etnei, come Benedetto Nitto Santapaola, suo nipote Aldo Ercolano, e uno dei suoi luogotenenti più fidati, Marcello D’Agata.

Secondo la denuncia i pubblici ministeri, ritenendo false le dichiarazioni del collaboratore, avrebbero iscritto nel registro degli indagati Avola e il suo legale, nei cui confronti il gip autorizzò una richiesta di intercettazione, «in modo del tutto strumentale e in assenza dei presupposti di legge». Inoltre, si sosteneva nell’esposto, i Pm avrebbero interrogato come testimoni, nonostante fossero già indagati i giornalisti Michele Santoro e Guido Ruotolo, autori di un libro tratto dalle dichiarazioni di Avola, che per i magistrati Nisseni non erano riscontrate. La Procura di Catania sottolineava che la richiesta di archiviazione era stata deposita a novembre del 2022 e la notizia sul quotidiano La Sicilia pubblicata il 9 luglio del 2023. «In definitiva – aveva sostenuto la Procura di Catania – volendo trarre le conclusioni degli elementi sin qui esposti, si ritiene che le ipotesi di reato astrattamente configurabili nei fatti come accertati non appaiono indiscutibilmente fondate in diritto, né, tanto meno, provate in fatto. E l’abuso d’ufficio è stato abrogato nelle more del procedimento». Valutazioni che il gup Currò ha condiviso nel decreto di archiviazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA




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