Rivedere i rapporti con Israele, non possiamo essere complici del genocidio

“Vanno prese tutte le misure necessarie ad assicurare che nessuno dei collaboratori del Cern diventi direttamente o indirettamente complice delle campagne terroristiche e militari in Medio Oriente”. È la conclusione di un appello firmato da centinaia di scienziati del Cern di Ginevra, il più grande laboratorio di fisica delle particelle al mondo, che chiedono agli organismi di vertice (Consiglio e Direttorato) di rivedere i rapporti di collaborazione scientifica con Israele, Stato membro dell’istituzione dal 2013, a causa del massacro in corso a Gaza e delle occupazioni illegali in Cisgiordania. Finora la petizione (il testo in inglese è disponibile qui) è stata sottoscritta da 828 dei 12.406 ricercatori interni, di cui 77 hanno scelto l’anonimato, più altri 298 accademici da tutto il mondo, per un totale di 1.126 studiosi. In particolare, citando le conclusioni di un parere richiesto a importanti esperti di diritto internazionale, si chiede che “tutti gli attuali e futuri partner situati in Israele – incluse aziende e istituzioni accademiche e di ricerca – mostrino un chiaro impegno a rifiutare ogni forma di collaborazione con autorità, istituzioni o aziende israeliane che contribuisca, direttamente o indirettamente, all’occupazione illegale del territorio palestinese o ad altre gravi violazioni del diritto internazionale, inclusi genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità“. Nel caso in cui un partner non rispetti questi impegni, “il Cern dovrebbe sospendere tutte le forme di collaborazione istituzionale”.
I firmatari ricordano che “il codice di condotta del Cern obbliga i collaboratori a “comportarsi in modo etico, con onestà intellettuale e assumere la responsabilità delle proprie azioni“. Crediamo”, scrivono, “che ciò si estenda agli Stati membri, implicando che far parte del Cern richieda il rispetto del diritto internazionale, delle istituzioni internazionali e soprattutto dei diritti umani“. Nell’appello si cita una risoluzione adottata dal Consiglio del Cern l’8 marzo del 2022, pochi giorni dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, in cui si scriveva che “l’aggressione di un Paese da parte di un altro è contraria ai valori dell’organizzazione“: “Questo principio”, sottolineano i 1.126 ricercatori, “è ancora più rilevante quando l’aggressione è perpetrata da uno Stato riconosciuto come una potenza di occupazione illegale dalla Corte internazionale di Giustizia. Come scienziati”, si legge ancora nell’appello, non possiamo tollerare che l’attuale stato di guerra imposto dal governo israeliano ai palestinesi, oltre all’inaccettabile prezzo in termini di vite e affronto alla dignità umana, comprometta anche la collaborazione pacifica degli scienziati israeliani e palestinesi tra di loro e con il resto della comunità”.
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