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Ritrovate per la prima volta le ossa di un gladiatore sbranato da un leone


La ricostruzione storica di una battaglia tra Gladiatori
La ricostruzione storica di una battaglia tra Gladiatori

Nel 2004, in un cimitero di epoca romana scoperto a York, nel Regno Unito, sono emerse le prime evidenze di un gladiatore – più precisamente un bestiarius – ucciso da un leone durante un combattimento. Lo scheletro ritrovato presenta infatti segni compatibili con i morsi inflitti da un grande carnivoro.

I combattimenti

Documenti storici e opere d’arte confermano in modo inequivocabile che gli spettacolari combattimenti tra gladiatori erano tra gli eventi di intrattenimento più apprezzati dell’Antica Roma, giocando un ruolo centrale nella vita sociale dell’epoca. Tra i più cruenti si distinguevano le lotte tra uomini, i bestiarii, e animali selvatici, come tigri, leoni, orsi e altre fiere, che venivano portate nelle arene dalle terre più remote dell’Impero Romano.

È importante precisare che i bestiarii erano spesso schiavi, condannati a morte o individui liberi che partecipavano a queste sfide per ottenere gloria e denaro, mentre i gladiatori combattevano principalmente contro altri esseri umani e godevano di una posizione sociale relativamente rispettata. Tuttavia, anche i gladiatori avevano occasione di affrontare animali selvatici nelle arene, aumentando ulteriormente il rischio e il prestigio della loro impresa.

Il ritrovamento

Nonostante numerose testimonianze storiche, tra cui i famosi mosaici della Tunisia e le descrizioni dettagliate di autori come Seneca e Svetonio, fino ad oggi non erano mai emerse prove dirette sugli scontri tra gladiatori e animali. Tuttavia, una scoperta recente potrebbe finalmente colmare questa lacuna. L’analisi di uno scheletro risalente a circa 1.800 anni fa, appartenente a un uomo robusto tra i 26 e i 35 anni, ha fornito le prime evidenze osteologiche di queste feroci battaglie.

In particolare, sono state rinvenute ossa con segni compatibili con i morsi di un leone, recuperate in quello che sembra essere un vero e proprio cimitero per gladiatori. Questo straordinario ritrovamento è stato portato alla luce da un team di ricercatori britannici, coordinato dai professori dell’Università di Maynooth, che hanno collaborato con esperti di altre istituzioni, tra cui il Cranfield’s Forensic Institute, lo York Archaeological Trust, l’Università di York, il King’s College di Londra e l’Università di Durham. La scoperta offre un’importante testimonianza storica e archeologica sui giochi gladiatori e sulle lotte contro gli animali selvatici nell’antica Roma.

Il team di ricercatori

Il lavoro di un team di ricercatori, guidato dal professor Tim Thompson del Dipartimento di Antropologia dell’Università di Maynooth, affonda le sue radici in una scoperta risalente al 2004. In quell’anno, gli archeologi identificarono un cimitero romano risalente al II o III secolo d.C. a York, lungo una strada che univa l’antica città di Eboracum, l’odierna York, a Tadcaster, situata nella provincia romana della Britannia inferiore. Si ritiene che la città abbia ospitato spettacoli gladiatori fino al IV secolo d.C., attirando anche figure di rilievo dell’élite romana e generali, tra cui l’imperatore Costantino, che si autoproclamò nel 306 d.C., come sottolineato dagli autori dello studio in un comunicato stampa.

Inizialmente, gli esperti avevano ipotizzato che il cimitero fosse stato destinato a ospitare schiavi, soldati o le vittime di un massacro. Tuttavia, le analisi di decine di scheletri rinvenuti nel sito hanno rivelato che questi resti appartenevano probabilmente a vittime degli spettacoli gladiatori. Gli scheletri esaminati appartenevano a uomini robusti, provenienti da diverse origini, e presentavano segni di ferite cicatrizzate, simili a quelli trovati in altri siti di gladiatori, come ad esempio a Efeso. Inoltre, molti scheletri mostrano segni di decapitazione da dietro, un rituale enigmatico che spesso caratterizzava i gladiatori deceduti.

Lo scheletro recuperato

Tra i numerosi scheletri rinvenuti, uno in particolare ha suscitato l’interesse dei ricercatori, identificato con il codice 6DT19. Questo individuo, al momento della morte, aveva un’età compresa tra i 26 e i 35 anni. Le analisi osteologiche hanno rivelato che, durante la sua infanzia, aveva sofferto di malnutrizione (da cui si era poi ripreso), oltre a manifestare segni di infiammazione polmonare e problemi alla colonna vertebrale. Tuttavia, ciò che ha suscitato maggiore attenzione è stato il suo bacino, sulle cui ossa sono stati individuati dei fori evidenti. Secondo gli autori dello studio, questi buchi sono attribuibili ai morsi di un leone, o di un grande felino affine. I ricercatori hanno effettuato un confronto con i segni lasciati su altre persone aggredite da leoni negli zoo, trovando una corrispondenza precisa.

Un dettaglio significativo riguarda il fatto che i fori non mostrano segni di guarigione, il che suggerisce che l’uomo sia morto a causa di un combattimento con il leone. Inoltre, sembra che questi non fossero fatali, ma piuttosto parte di un pasto: il leone potrebbe aver ucciso il bestiarius con artigli o morsi al collo e successivamente si sarebbe nutrito del suo corpo.

Le parole degli archeologi

I segni di morsi osservati sugli scheletri sono probabilmente stati causati da un leone, il che conferma che i resti rinvenuti nel cimitero appartengono a gladiatori e non a soldati o schiavi, come inizialmente ipotizzato. Questa scoperta rappresenta la prima prova osteologica di un’interazione tra esseri umani e grandi carnivori in un contesto di combattimento o intrattenimento nell’antica Roma“, ha dichiarato Malin Holst, coautrice dello studio e docente di osteoarcheologia all’Università di York.

Fino ad oggi, la nostra comprensione degli spettacoli gladiatori e degli incontri con animali nella Roma antica si era basata principalmente su fonti storiche e raffigurazioni artistiche. Questa scoperta fornisce finalmente una prova diretta e tangibile che questi eventi si svolgevano effettivamente, cambiando la nostra visione della cultura dell’intrattenimento romano in quella regione“, ha aggiunto il professor Tim Thompson, evidenziando l’importanza di un ritrovamento così significativo, lontano dal ben noto Colosseo di Roma.

Gli spettacoli non soltanto a Roma

Questa scoperta suggerisce che gli spettacoli gladiatori e le battaglie tra bestiarius e animali selvatici fossero eventi diffusi in tutto l’Impero Romano.

Sebbene non sia chiaro cosa abbia spinto quest’uomo a sfidare un leone, il ritrovamento del suo scheletro rappresenta una delle testimonianze più affascinanti di quella cruda epoca. I dettagli della ricerca, intitolata Unique osteological evidence for human-animal gladiatorial combat in Roman Britain, sono stati pubblicati su PloS ONE.


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