Ritardi sui cantieri della metropolitana, il Comune di Genova rescinde il contratto con l’azienda
Genova. Il Comune di Genova ha avviato la procedura di rescissione del contratto nei confronti dell’azienda costruttrice Metrogenova Scarl (raggruppamento temporaneo consorzio Conpat- Research – esecutore azienda Manelli) che si era aggiudicato nel maggio 2021 l’appalto integrato per l’ampliamento della metropolitana cittadina relativamente alle tratte Brin-Canepari, in Valpolcevera, e Brignole-Martinez, a Terralba, prolungamenti interessati da pesanti ritardi se non fermi al palo.
“I ritardi su questi cantieri, nonostante gli annunci di improvvise accelerate fatti dalla precedente giunta, ci hanno portato a prendere questa decisione – ha detto la sindaca Silvia Salis, nella conferenza stampa “dopo giunta” di oggi – in otto anni non è stata inaugurata neppure una nuova fermata e neppure un nuovo metro di metropolitana e né io né l’assessore Ferrante vogliamo ripetere questo fallimento”.
“Non è accettabile – ha aggiunto l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Ferrante – che l’ultima inaugurazione di una fermata di metro, nella sesta città d’Italia, sia avvenuta nel 2012, quando ancora c’era il governo del sindaco Marco Doria”.

A pesare nella decisione sono stati non solo i ritardi oggettivi nell’avanzamento dei cantieri – hanno spiegato Salis e Ferrante – ma anche le continue inadempienze nella gestione dei lavori. A Certosa, dove peraltro i cittadini devono sopportare anche il disagio dei cantieri sul nodo ferroviario, era preventivata la presenza di 50 operai al giorno. “Nei momenti migliori – dice Ferrante – se ne sono visti 25, e questo nonostante il Comune di Genova abbia regolarmente corrisposto tutti i pagamenti dovuti e proceduto con le variante necessarie al quadro economico”.
Secondo quanto spiegato dall’assessore il cantiere per il tratto Brin Canepari avrebbe dovuto essere concluso a marzo 2025. “Ma ci troviamo a un avanzamento del 50% e con un cantiere che, ci dicono i residenti, completamente statico, va anche peggio a Terralba, dove dopo un apparente sblocco della situazione relativa all’ampliamento dell’impalcato su via Archimede, siamo fermi al 10% e non si è più visto nessuno al lavoro”. Questa seconda tratta dovrebbe essere conclusa nel giugno 2027, un obiettivo che appare quanto mai non raggiungibile.
Con l’apertura della procedura di risoluzione del contratto, che viene formalizzata in queste ore, resta da capire quali saranno i tempi per la ripartenza dei lavori e quelli del cronoprogramma aggiornato. Intanto gli uffici tecnici del Comune dovranno appurare se c’è ancora la disponibilità a impegnarsi da parte delle aziende che erano arrivate seconda e terza nella gara d’appalto – De Sanctis Costruzioni (Roma) e Giuggia Costruzioni (Cuneo), già impiegata nel nuovo viadotto portuale del casello di Pra’ – infatti solo in caso di rinuncia di entrambe si apre lo scenario per un nuovo bando di gara.
“Dopodiché potremo definire la dilatazione ulteriore delle tempistiche – afferma Ferrante – non prendiamoci in giro, non è questione di un mese, sarà questione di qualche mese ma si trattava di decidere se prendere ancora tempo, con un continuo stillicidio, o se tagliare il cordone ombelicale una volta per tutte e procedere con aziende che siano realmente interessate a portare avanti i lavori, perché noi vogliamo le nuove stazioni di Canepari e Martinez e perché abbiamo già pronta la progettazione per la tratta da Canepari a Rivarolo per la quale chiediamo un finanziamento e per cui aspettiamo il passaggio delle aree da parte di ferrovie. Per rilanciare la metropolitana genovese bisogna uscire da questa palude che vede l’azienda concederci un 5%, 10% di avanzamento all’anno. La nostra ambizione è di avere due stazioni della metropolitana di Genova nuove nel giro di due o tre anni“.
“Prima di lanciarsi in opere irrealizzabili – continua la sindaca Silvia Salis – dobbiamo realizzare quello che c’è, ovvero la metropolitana, un asset fondamentale per lo sviluppo della città, ma per farlo dobbiamo prendere in mano l’ennesimo regalo che ci è stato lasciato dalla precedente amministrazione, perché dobbiamo guardare in faccia la realtà, i ritardi erano ben noti al centrodestra ma prendere in mano la situazione non era evidentemente un messaggio semplice da lanciare durante la campagna elettorale”.
“Un altro aspetto importante legato a questa decisione – aggiunge Salis – è che vogliamo lanciare un messaggio come stazione appaltante, che il Comune non può accettare ritardi di questa portata, che oltre a non portare i risultati auspicati obbligano a continue rimodulazioni finanziarie”.
Il contratto in capo al raggruppamento Conpat – Research, con un importo iniziale di circa 48 milioni di euro, era già stato integrato con oltre 3 milioni di euro per far fronte alle lavorazioni aggiuntive resesi necessarie. Il Comune aveva inviato all’impresa numerosi richiami e diffide, contestando anche la possibile applicazione di penali, ma vista la situazione si è deciso di avviare il procedimento di risoluzione del contratto, con l’obiettivo di individuare al più presto una nuova impresa più affidabile e performante.
Manelli – che con Research è impegnata anche nel cantiere dello scolmatore del Bisagno, anche questo in forte ritardo – non perde invece l’appalto per la costruzione della fermata di Corvetto, aggiudicato in autonomia e con gara separata rispetto a quella di Valpolcevera e Terralba. “Qui l’avanzamento dei lavori è al 20% e il ritardo è stato giudicato compatibile con la volontà di portare l’opera a conclusione” ha aggiunto Ferrante. In questo cantiere i lavori si sono interrotti momentaneamente (e ripartiti) in seguito a un incidente, l’8 maggio scorso.
Tra le incognite che si aprono, adesso, c’è anche quella occupazionale. Tenendo conto che la situazione non rosea dell’azienda Manelli è nota da tempo. “Nei giorni scorsi i sindacati mi hanno contattato perché l’impresa aveva prospettato la messa in mobilità di parte del personale – ha detto Ferrante – ma per quanto ci riguarda l’azienda non poteva avere ammanchi monetari da parte nostra”. La possibilità di una sorta di clausola sociale per i dipendenti Manelli dei cantieri di Certosa e Terralba sarà presa in considerazione solo in caso di nuova gara.
Durante il dopo giunta, alla sindaca Salis sono state chieste anche anticipazioni e conferme in merito all’ipotesi di un nuovo progetto di mobilità sotterraneo per la Val Bisagno dopo l’addio al progetto Skymetro. “Trovo divertente il fatto che la precedente amministrazione ha impiegato tre anni per produrre un progetto oggetto di 50 pagine di prescrizioni e io in due mesi devo averne pronto uno nuovo, al momento siamo intanto al lavoro per valorizzare l’asse della mobilità in Val Bisagno in collaborazione con il politecnico di Milano per dare una soluzione a breve termine e vedere che impatto potrà avere, lo Skymetro nella migliore delle ipotesi avrebbe dato dei risultati a partire dal 2032 – ha risposto Salis – ma parlando di realtà e non di populismo, c’è chiaramente da studiare un nuovo progetto per cui la progettazione fatta finora sarà utile, molti studi sono propedeutici, ma non si può pensare di dire che abbiamo perso 400 milioni quando sappiamo che l’anno prossimo ci sarà un nuovo bando”.
“Siamo preoccupati per il futuro dei lavoratori, si tratta di edili assunti specificatamente per quel cantiere. Parliamo di almeno trenta addetti, attualmente operativi sono circa una dozzina – ha detto Andrea Tafaria, segretario generale Filca Cisl Liguria – A parte il fatto che c’era stato un incontro qualche settimana fa con l’assessore Ferrante sul futuro della metropolitana e ci aveva promesso un aggiornamento che non c’è mai stato, ma adesso quello che ci importa è il destino dei lavoratori. Intanto nell’immediato chiediamo all’azienda Manelli che questi lavoratori attualmente impegnati nell’opera della metropolitana vengano spostati nel cantiere di piazzale Parenzo per evitare di ritrovarsi senza occupazione dal tramonto all’alba. Seconda questione chiediamo al Comune di Genova che venga applicata la clausola di salvaguardia occupazionale per gli edili che hanno operato in questi mesi nella metropolitana: chi subentra nell’appalto deve fornire un impegno preciso a garanzia della tutela occupazionale di queste figure di grande professionalità che conoscono perfettamente l’infrastruttura. Serve e vogliamo un impegno preciso senza tentennamenti da parte di nessuno. Istituzioni comprese”.