Ambiente

rispondere alle esigenze dei lavoratori

Il welfare aziendale non è solo uno strumento fondamentale per il benessere delle persone. Oggi, è una delle chiavi per il successo delle organizzazioni, se progettato dalle aziende in concerto con il pubblico in una visione sistemica in cui i diversi strumenti sono definiti sulla base di un piano strategico di lungo periodo.

È davvero un ruolo nuovo quello assunto oggi dal welfare aziendale, molto più importante che in passato, perché oggi sono profondamente cambiati i bisogni dei lavoratori. Le persone chiedono alle organizzazioni una “cura” a tutto tondo, non solo economica, ma psicologica e relazionale, con un’attenzione al benessere, che va dall’equilibrio vita-lavoro alla salute fisica e mentale. Tra chi si occupa di gestione del personale, è diffusa ormai la consapevolezza del fatto che i diversi strumenti di welfare aziendale siano un alleato a questo scopo, risultando fondamentali per attrarre e trattenere i talenti. Ma non è sufficiente, perché le potenzialità reali sono sfruttate solo in minima parte.

È tempo di uno scatto in avanti nel welfare aziendale. Non è più rimandabile, se vogliamo davvero stare al passo con il cambiamento delle organizzazioni, che oggi è rapido e profondo. Rispondere alle nuove esigenze delle persone non può limitarsi all’introduzione di un serie di misure puntuali e frammentarie, tra la concessione di un contributo per l’asilo nido, l’assicurazione sanitaria o il buono pasto. Il welfare aziendale deve diventare l’espressione della specifica cultura organizzativa delle diverse realtà, il “patto” tra le persone e la propria organizzazione.

Una visione sistemica

Perché questo avvenga è necessaria una visione sistemica, in cui gli interventi di welfare non siano semplicemente definiti sulla base del budget disponibile, ma il frutto di una programmazione di medio-lungo periodo definita con l’obiettivo strategico di aumentare la produttività (e quindi il fatturato dell’azienda), attraverso un miglioramento del benessere individuale delle persone. È provato, infatti, che il livello di benessere delle persone incida sul senso di autoefficacia, strettamente correlato con le performance: chi si sente inadeguato, lavora male, è poco produttivo. “Purpose” e senso di appartenenza, invece, aumentano motivazione, capacità di resilienza, volontà di contribuire al suo successo, con una predisposizione all’apprendimento continuo che oggi è determinante per la competitività di persone e aziende.

L’importanza dell’ascolto

Partendo da questa consapevolezza, bisogna definire un’offerta di servizi welfare adeguata, coerente con i comportamenti organizzativi che devono sostenere il lavoro delle persone e sottolineare i successi ottenuti. Tutto questo deve avvenire senza i paternalismi dei classici sistemi “top down”, in cui le iniziative sono definite dall’alto sulla base dei bisogni presunti, senza ascolto dei bisogni reali. Per prima cosa, infatti, è necessario chiedere alle persone quali siano le loro esigenze, poi definire l’offerta con la massima personalizzazione.


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