Umbria

Rischia di perdere casa e società nel fallimento, accordo all’ultimo momento per evitare la rovina


La banca cede il credito derivante da un mutuo, circa 465 mila euro, ad una società di cartolarizzazione che avvia subito il recupero con un’istanza di liquidazione giudiziale (la nuova dicitura del vecchio fallimento) nei confronti di una società e dei due soci in quanto il credito sarebbe “ampiamente scaduto e “non rimborsato, nonostante la messa in mora”.

Per il creditore la società in questione non sarebbe in grado di far fronte al rimborso tramite il proprio patrimonio, senza neanche adottare un piano di riequilibrio finanziario, patrimoniale o economico.

A questo punto i due soci incaricano l’avvocato Daniele Fantini per essere difesi nella procedura di liquidazione giudiziale e per valutare anche l’ipotesi di avviare una trattativa per tentare di raggiungere un accordo, definire l’esposizione debitoria e evitare il fallimento che avrebbe coinvolto tutti i beni, tra cui la abitazione familiare di uno dei soci.

A pochi giorni dalla udienza per la dichiarazione di fallimento arriva il lieto fine. L’avvocato raggiunge un accordo a stralcio del debito per 50 mila euro. La società di cartolarizzazione accetta l’offerta e riduce le sue pretese da 465mila euro a soli 50mila euro. La leva dell’accordo e di uno stralcio così significativo è da rinvenire nelle eccezioni che l’avvocato ha sollevato sia rispetto alla correttezza della procedura azionata, sia rispetto alla cessione del credito a favore della cartolarizzata. Ciò ha indotto la società cartolarizzata a rinunciare a buona parte del credito.

Un accordo che estingue definitivamente il debito e che il giudice del Tribunale di Spoleto ha sugellato pronunciando l’archiviazione della procedura fallimentare all’udienza del 23 gennaio scorso, chiudendo la liquidazione giudiziale.


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