Riqualificazione forti Genova, a che punto sono i lavori
Genova. L’attenzione è catalizzata dal controverso progetto della funivia, ma intanto non sono ancora finiti i lavori per il restauro, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema dei forti di Genova, un pacchetto che vale complessivamente quasi 70 milioni di euro finanziati dal ministero della Cultura attraverso il fondo complementare al Pnrr.
Escluso il capitolo dell’impianto di collegamento, si parla di circa 28 milioni di euro tra restauro dei primi cinque forti (Belvedere, Tenaglia, Puin, Begato e Santa Tecla per un totale di 19,21 milioni) e la cosiddetta Strada dei Forti (8,6 milioni) sul percorso attrezzato tra piazza Manin e il Forte Diamante.
Riqualificazione dei forti, a settembre inaugurazione del Puin
Il primo forte a riaprire al pubblico dopo due anni di lavori è stato il Santa Tecla, situato al di fuori del sistema centrale, sulle alture tra San Fruttuoso e San Martino. Il prossimo tassello sarà Forte Puin, sul crinale tra Valbisagno e Valpolcevera. “L’intervento è concluso, verrà inaugurato a settembre – rivela l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Ferrante -. Abbiamo chiesto la presenza del ministro Giuli, attendiamo una risposta”. Sempre a settembre verrà accesa l’illuminazione scenografica, così come sul Forte Sperone, già attiva da maggio sul Begato.
La costruzione, completata nel 1830 dal Genio militare sabaudo, è stata sottoposta a un intervento di restauro conservativo tramite consolidamenti strutturali, il rifacimento dell’impermeabilizzazione della copertura, la ricostituzione del corpo di fabbrica sottostante e il restyling dei prospetti. All’interno sono stati ripristinati pavimenti, scale e intonaci. L’idea per valorizzarlo è seguire lo stesso modello adottato per il Santa Tecla: una rete di associazioni ingaggiate attraverso un patto di collaborazione per far vivere la struttura con attività sociali e culturali.
Al via (in ritardo) i lavori su Forte Tenaglia
E proprio in questi giorni, in netto ritardo sulla tabella di marcia, stanno partendo anche i lavori sul Forte Tenaglia (o Tenaglie), in posizione dominante su Sampierdarena. “C’è stato qualche rallentamento perché alcuni manufatti erano occupati abusivamente – spiega Ferrante – e lo sgombero ha richiesto tempo. Sono state demolite alcune superfetazioni che nascondevano le strutture originali. I lavori dureranno circa un anno“. Attualmente il forte è gestito dalla Onlus La Piuma che periodicamente lo apre al pubblico e ha realizzato nel complesso una casa famiglia e attività didattiche storico-ambientali per scuole e gruppi.

Forte Tenaglia
Gli interventi di recupero prevedono il restauro conservativo delle casermette colpite durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica indipendente all’interno delle mura storiche con una passeggiata lunga 20 metri, e il recupero della caserma sotterranea estesa su tre livelli interrati. L’obiettivo è trasformare Forte Tenaglia in un centro per attività assistenziali, sociali e solidali, destinato ad attività del terzo settore, consolidando quindi la vocazione emersa negli ultimi anni.
Forte Begato e Forte Belvedere, a che punto siamo?
Dovrebbero essere in fase avanzata i lavori a Forte Begato, concepito dall’amministrazione precedente come hub del nuovo sistema integrato di accoglienza e punto di arrivo della funivia (che la giunta Salis sta valutando di realizzare in forma ridotta, senza sorvolare il Lagaccio). L’area è stata ripulita per poi iniziare il de-restauro del piano terra. Ad oggi, però, il forte resta chiuso, coi cartelli da cantiere affissi ai cancelli – che riportano febbraio 2026 come data di fine lavori – e nessuno spazio fruibile di fatto.

L’accesso inferiore a Forte Begato
Il progetto prevedeva di creare una serie di attività e servizi per turisti, escursionisti e biker con infopoint, noleggio bici, ciclo-officina, area pump track e bike school, ma anche aree didattiche, una sala convegni, un ristorante, una foresteria con circa 20 posti letto. In totale 7,5 milioni di euro l’investimento dedicato. Quando vedremo tutto questo? “Il prima possibile”, risponde Ferrante.
Risultano vicini alla conclusione anche i lavori sul Forte Belvedere, altra struttura ottocentesca sulle alture di Sampierdarena che dagli anni Settanta ospita un centro sportivo. Il progetto prevedeva il restauro della cinta muraria e del fossato, il recupero dei sotterranei e dei bunker, la creazione di un parco urbano, il restyling di salita Millelire e l’illuminazione scenografica.
La Strada dei Forti, il punto sugli interventi
Pressoché conclusi i lavori per la Strada dei Forti, circa 13 chilometri di sentieri per un intervento complessivo di oltre 8,6 milioni di euro, installazione di nuova segnaletica, pavimentazione, impianti idrici ed elettrici e opere di regimazione delle acque bianche per prevenirne l’eventuale dissesto idrogeologico. Ma non tutto è funzionante. Sono ormai realità la terrazza panoramica, situata poco prima del bivio per il Fratello Minore, i punti ristoro con le casette in legno (per ora vuote), le fontanelle (senz’acqua), il tratto in pietra nei pressi del Forte Sperone, le opere di ingegneria naturalistica lungo il percorso di crinale.
Tuttavia, nonostante il cantiere sia stato ormai rimosso, alcune zone versano ancora in condizioni di degrado. Nei pressi del cancello dell’Avvocato, ad esempio, si trovano lampioni divelti e abbandonati. Il sentiero interno che conduce a Forte Begato appare in condizioni precarie.

Lampioni abbandonati e sentiero danneggiato
In programma c’erano anche interventi nella parte urbana tra piazza Manin e il Righi. È stata sostituita la pavimentazione del camminamento lungo le mura di San Bartolomeo ed è stata rinnovata solo parzialmente la creusa che collega il campo sportivo di San Bernardino con via Carso e l’innesto del percorso storico che costeggia le mura, a sua volta rifatto con uno strato di ghiaia che ha riscosso pareri discordanti. In alcuni punti la segnaletica risulta ancora carente.

La creusa sotto via Carso
Tra riqualificazione dei forti e funivia la partita è ancora aperta
Insomma, i lavori vanno avanti ma la valorizzazione dei forti genovesi, ritenuta strategica dal ministero della Cultura, è ancora in buona parte sulla carta. “Sono soldi che possiamo spendere fino al 2028, non siamo vincolati alle scadenze del Pnrr”, ricorda Ferrante, ad oggi ottimista sulla riuscita del piano.

Forte Sperone
Resta da capire come si chiuderà la partita parallela, quella della funivia per Forte Begato, alla quale sono destinati 40,5 milioni di euro di opere già appaltate nell’ambito del finanziamento del ministero della Cultura, col rischio di penali e interventi della magistratura contabile in caso di stop. In questi giorni è emersa la proposta, targata Pd, di dirottare quei soldi alla funicolare degli Erzelli, ma i margini di manovra sembrano scarsi, come si evince anche dalle parole della sindaca Salis. Invece, con l’ipotesi della “mini funivia” allo studio di Tursi – una sorta di estensione aerea della cremagliera di Granarolo – potrebbero avanzare risorse da spendere proprio sui forti. Tenendo presente che alcuni, come l’imponente Forte Sperone che sorge al centro della cinta muraria secentesca, sono rimasti esclusi dal progetto.