Rino Marson, 100 anni tra ingegno, sacrificio e amore per la comunità
PORDENONE – «Cento anni guardando avanti»: con questo spirito il cavalier Rino Marson ha celebrato il suo secolo di vita, circondato da familiari, amici e istituzioni nella sua storica casa-officina di via Meschio. A festeggiare con lui anche il sindaco Alessandro Basso, l’ex primo cittadino Alvaro Cardin, Aurelio Meneghel e il consigliere Roberto Freschi, omaggiando un uomo che ha segnato la storia locale con il suo talento e la sua generosità.
Dal calzolaio all’industria: una vita per il lavoro
Nato nel 1924, Rino inizia a lavorare a 12 anni per aiutare la famiglia in difficoltà, arrivando perfino a impegnare la sua bicicletta per sopravvivere. A 13 si iscrive alle serali e durante la guerra riesce a salvarsi per miracolo dal bombardamento dell’8 aprile 1943. Nel 1951 fonda l’Officina Rino Marson, specializzata in meccanica di precisione e stampi, lavorando per aziende come Zanussi, Savio, Galvani, Tomadini. Non cercava clienti: erano loro a cercare lui, per la sua precisione e creatività.
Un amore solido, una vita condivisa
Determinante nella sua vita è stata la moglie Santina, sposata nel 1956 dopo sette anni di fidanzamento. Insieme, tra sacrifici e qualche gita a Barcis, hanno costruito una vita solida. «Con lei ho realizzato qualcosa di importante», racconta Rino, che ha chiuso l’attività nel 1997 ma non ha mai smesso di progettare e sognare.
Un cuore generoso al servizio della città
Marson ha saputo restituire alla comunità quanto costruito: ha donato 200 mila euro all’ITIS Kennedy, un organo alla parrocchia di San Francesco, un ecocardiografo all’ospedale, e infine la sua casa – che diventerà una struttura protetta per anziani, intitolata a lui e alla moglie. «Non sono mai stato egoista, mi piace progettare», dice. La casa potrà accogliere fino a 10 persone e sarà gestita dal Comune.
Il messaggio ai giovani: “Sognate e lavorate duro”
Marson non si è mai fermato: oggi passeggia, coltiva l’orto e incoraggia i giovani a «dormire poco, lavorare tanto e realizzare i propri sogni». La sua mente è sempre stata in movimento: «Di notte mi venivano le idee, di giorno le realizzavo».
Un’eredità viva
Il sindaco gli consegnerà a breve un’onorificenza ufficiale, mentre gli amici stanno lavorando a una pubblicazione che racconti la sua vita straordinaria. «Merita altri 100 anni – afferma l’amico Meneghel – per tutto il bene fatto alla nostra città».
Maurizio Pertegato