Rinnovabili, Comunità energetiche: dalla Regione fondi per aiutare gli enti pubblici a crearle
di D.B.
Centodiecimila euro per aiutare gli enti locali dell’Umbria a coprire le spese professionali, tecniche e giuridico-amministrative sostenute per creare una comunità energetica. È quanto stabilito nelle scorse ore dalla giunta regionale con una delibera. L’atto in particolare oltre a stanziare fondi, che saranno assegnati attraverso un avviso pubblico, si occupa di fissare una serie di criteri per quegli enti (in particolare, amministrazioni comunali e provinciali, Adisu, Ater, Arpa, Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie) che vorranno costituire una comunità energetica.
De Luca «Si tratta di risorse soltanto iniziali che sono ancora esigue – scrive in una nota l’assessore all’Ambiente Thomas De Luca – ma che sicuramente andremo a rifinanziare». «Le comunità energetiche rinnovabili – aggiunge – sono uno strumento straordinario ed è importante dare sostegno ai Comuni che per la realizzazione dei progetti potranno coinvolgere aziende e cittadini. Rimpinguando la dotazione finanziaria in fase di bilancio – prosegue De Luca – potremo utilizzare le risorse a partire dagli enti locali e dalle aziende pubbliche per sostenere le spese istruttorie per la costituzione delle Cer e le spese tecniche per l’individuazione e la realizzazione degli impianti. La presenza della Regione in questa partita costituisce un traino fondamentale».
L’atto La delibera, in particolare, attua la legge regionale 6 del 2024 in materia, proposta dall’allora consigliere di opposizione De Luca. In concreto con le risorse messe a disposizione gli enti interessanti (ogni soggetto proponente, volendo, può presentare più istanze riferite a differenti Cer di cui risulti membro) possono coprire spese come quelle tecniche, economiche, finanziarie e giuridico-amministrative, quelle per notai, avvocati, fiscalisti, quelle per indagini geologiche, direzione lavori, collaudi e così via. Per De Luca si tratta di un «passo fondamentale per trasformare l’Umbria in un modello di rigenerazione ambientale». «Ovviamente – conclude De Luca – il tema delle aree idonee è prioritario. Nei prossimi mesi solleciteremo la ricognizione delle aree di proprietà pubblica».
Cosa sono Ma cosa sono concretamente le comunità energetiche? In estrema sintesi si tratta di un gruppo di persone, aziende o enti pubblici che si associano per produrre, condividere e consumare energia rinnovabile a livello locale. L’obiettivo è ridurre i costi energetici, migliorare l’indipendenza dalla rete elettrica tradizionale e favorire la transizione ecologica. Un esempio concreto? In un piccolo Comune cittadini, istituzioni e imprese possono decidere di installare pannelli fotovoltaici sui tetti delle case, del Comune e di un’azienda. L’energia prodotta viene usata in primo luogo da chi ne ha bisogno in quel momento, mentre l’eccesso viene immagazzinato in batterie o immesso in rete per essere usato da altri membri della comunità. Chi partecipa ha vantaggi economici (bollette più basse), ambientali (meno emissioni di CO₂) e sociali (un sistema energetico più democratico e sostenibile).
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