Basilicata

Rinascita-Scott: assolti Giamborino, Adamo e Valia nel filone cosentino

Il Tribunale di Cosenza ha assolto gli ex consiglieri regionali Pietro Giamborino e Nicola Adamo e Filippo Valia (nipote del primo) dall’accusa di traffico di influenze illecite con l’aggravante mafiosa nel filone cosentino del processo Rinascita-Scott.


COSENZA – Dopo l’assoluzione in primo grado nel processo “Rinascita-Scott” dal reato di associazione mafiosa e la sola condanna ad un anno e 6 mesi per la contestazione di traffico di influenze illecite, per Pietro Giamborino, 68 anni, di Piscopio, ex consigliere regionale del Vibonese, restava in piedi una ulteriore accusa, sempre di traffico di influenze illecite con l’aggravante mafiosa, davanti al Tribunale di Cosenza che lo vedeva imputato insieme al nipote Filippo Valia (44 anni, di Piscopio) e ad un altro ex consigliere regionale, Nicola Adamo (68 anni, di Cosenza), e oggi il Tribunale collegiale della città Bruzia ha assolto tutti e tre “perché il fatto non sussiste”.

Pietro Giamborino

RINASCITA-SCOTT: LE RICHIESTE DELLA DDA PER GIAMBORINO E GLI ALTRI

Durante la requisitoria, la pm Annamaria Frustaci aveva aveva chiesto: 3 anni di reclusione per Pietro Giamborino; 2 anni per Nicola Adamo, con esclusione dell’aggravante mafiosa; 2 anni e 6 mesi per Filippo Valia. Proprio su  Adamo, figura centrale della politica calabrese, la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva escluso l’aggravante della mafiosità, ritenendo che l’ex assessore non fosse a conoscenza dei presunti legami tra l’ex consigliere regionale vibonese della Margherita e la criminalità organizzata per come asserito dai collaboratori di giustizia Raffaele Moscato, Bartolomeo Arena e Andrea Mantella, quest’ultimo figura di vertice del gruppo mafioso fondato a seguito della scissione dal clan Lo Bianco-Barba di Vibo.

Una valutazione che il Collegio giudicante ha fatto propria, spingendosi oltre, fino all’assoluzione piena per tutti in accoglimento delle richieste avanzate dal collegio difensivo rappresentato dagli avvocati  Vincenzo Gennaro e Giosuè Monardo per Valia; Vincenzo Belvedere e Domenico Anania per Giamborino e Adamo.

Nicola Adamo

LE ACCUSE MOSSE A CARICO DEGLI IMPUTATI

La competenza territoriale del Tribunale di Cosenza era sorta a seguito del fatto che i reati per i quali si era disposto il rinvio a giudizio degli imputati portavano quali luoghi di commissione i centri di Cosenza, Altilia e Grimaldi. Al centro delle contestazioni anche i lavori di messa in sicurezza dei versanti Affaccio-Cancello Rosso-Piscopio-Triparni dell’ex tracciato Ferrovie Calabro Lucane e della frazione Longobardi, indetti dal Comune di Vibo Valentia nel 2017 per contrastare il fenomeno del dissesto idrogeologico. L’accusa di traffico di influenze illecite si contestava in quanto secondo la prospettazione accusatoria gli imputati avrebbero cercato di “orientare” l’iter di una causa davanti al Tar sull’aggiudicazione dei lavori. In particolare, Giamborino, attivato dal nipote, avrebbe interpellato Nicola Adamo affinché intercedesse con un giudice del Tar Calabria dietro la promessa di 50mila euro. Accuse che, come visto, non hanno retto al vaglio del Tribunale collegiale.


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