Emilia Romagna

Rimini resta città pericolosa, il sindaco si assuma la responsabilità


“Non ci sono né libertà, né crescita senza sicurezza. Ma a sinistra sembra che nessuno recepisca questo principio cardine. Non a caso, le prime sei città più pericolose d’Italia sono amministrate dalle sinistre, con l’Emilia-Romagna che ha il triste primato di averne addirittura due in lista, Rimini quarta e Bologna sesta. Città, per altro, da anni collocate ai vertici delle classifiche per insicurezza, mentre i rispettivi sindaci, Jamil Sadegholvaad e Matteo Lepore, pontificano su tutto e si autocelebrano, senza lesinare critiche pretestuose al Governo di centrodestra. Ma i loro fallimenti sono un segno inconfutabile che per le sinistre, e in particolare per il Pd, il tema sicurezza è un tabù, soprattutto se connesso all’immigrazione irregolare e alle famigerate bande giovanili, sempre più formate da stranieri o italiani di seconda o terza generazione, con l’inevitabile degrado nei quartieri cittadini”. Così in una nota il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.

“Ricordiamo, in particolare, che Sadegholvaad è stato per dieci anni assessore alla sicurezza di Rimini con le due Giunte Gnassi e poi sindaco. Se Rimini è ai vertici delle città più pericolose da anni deve quindi assumersene tutte le responsabilità, senza scaricare colpe su altri. Sono 70 anni che la città è amministrata dal Pd, partito che per un decennio ha governato anche il Paese con un sensibile incremento dell’insicurezza, dell’illegalità diffusa e dell’immigrazione irregolare. Il governo Meloni la propria parte l’ha fatta potenziando le forze di sicurezza estive a Rimini, ci chiediamo cosa abbiano fatto Sadegholvaad e la sua giunta”, conclude.


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