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Riforma maturità, Valditara: “Meno commissari, ma avranno formazione specifica e più soldi. Orale più serio e sereno, le 4 materie saranno decise a gennaio. Addio alla discussione sul documento finale”

Il decreto legge varato oggi dal Consiglio dei ministri prevede “la riforma della maturità, non soltanto dal punto di vista terminologico, per sottolineare la centralità e l’importanza di questo concetto. Non è un caso che abbiamo deciso di modificare in profondità l’orale. Scompare la discussione sul documento, che aveva sollevato molte perplessità e molta ansia negli studenti: l’orale diventa così più serio e più sereno”.

Così il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, parlando con i giornalisti al termine del Consiglio dei Ministri.

La nuova maturità: più centralità all’orale e formazione dei commissari

Scompare la discussione sul documento finale, che secondo Valditara aveva generato “molte perplessità, molta ansia negli studenti”. Al suo posto, un esame più focalizzato: quattro materie individuate a gennaio e una commissione ridotta da 7 a 5 componenti. I risparmi ottenuti serviranno a finanziare una formazione specifica per i commissari, così da prepararli non solo sul piano tecnico ma anche “per saper tener conto delle sfumature psicologiche” in un momento così delicato.

È prevista inoltre una maggiore retribuzione per i commissari. Sul piano valutativo, l’orale non si limiterà a verificare competenze e conoscenze, ma considererà anche “il grado di autonomia e responsabilità conseguito dallo studente”, con la possibilità di valorizzare esperienze collegate al percorso scolastico, dalle attività sportive e culturali fino a quelle extrascolastiche di particolare rilievo. Confermata la regola stringente: chi farà “scena muta” verrà automaticamente respinto.

Parallelamente una quota dei risparmi derivanti dalla riorganizzazione delle commissioni di maturità verrà utilizzata per garantire ulteriori benefici: 15 milioni di euro andranno ad ampliare la copertura assicurativa sanitaria anche ai docenti precari assunti fino al 30 giugno, estendendo così un diritto già riconosciuto nella scorsa legge di bilancio ai colleghi fino al 31 agosto.

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