Ricerca, continua la protesta dei precari del Cnr di Genova: giovedì incontro pubblico a Music for Peace
Genova. Continua la battaglia dei precari del Cnr di Genova e Liguria: dopo il flash mob sotto la sede di Sampierdarena e l’assemblea nazionale a cui ha fatto seguito il presidio sotto la sede romana, nuova mobilitazione in vista con la partecipazione all’assemblea pubblica organizzata per il prossimo giovedì 19 dicembre presso gli spazi di Music for Peace.
La protesta riflette l’incertezza contrattuale e lavorativo che vivono i ricercatori genovesi: “Il contesto attuale – La ricerca richiede tempo e continuità per essere condotta in modo rigoroso e produttivo – si legge in una nota stampa – Tuttavia, i contratti attualmente offerti ai precari CNR – siano essi Ricercatori a Tempo determinato, Assegnisti o Borsisti – non garantiscono le condizioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati. La precarietà nella ricerca non paga: il rischio è che infrastrutture, attività e progetti rimangano “orfani”, privati di figure in grado di mantenerli e svilupparli nel tempo. Questa situazione alimenta una migrazione di talenti verso altri istituti, regioni o Paesi, contribuendo al fenomeno noto come “fuga di cervelli“. Le conseguenze non si limitano al livello individuale: per il ricercatore, il cambiamento forzato spesso rappresenta un’interruzione del percorso di crescita professionale; per la società, si traduce in una perdita significativa, considerando gli investimenti economici e formativi fatti dall’ente nei confronti di personale che è costretto ad abbandonare il proprio ruolo”.
“Un paradosso da risolvere – continua il comunicato – Nonostante la retorica contro la fuga dei cervelli e delle eccellenze, molti lavoratori qualificati continuano a impegnarsi per la ricerca in Italia e in Liguria. Nella nostra Regione lavorano circa 70 precari, con competenze differenziate, distribuiti in 10 Istituti del CNR che si occupano di un ampio spettro di tematiche della ricerca, scientifiche ed umanistiche, i quali contribuiscono al progresso scientifico del nostro. Tuttavia, le attuali condizioni li costringono spesso a valutare alternative all’estero o in altri settori, penalizzando l’intero sistema della ricerca nazionale. Il precariato lede e logora la progettualità della Ricerca ma anche quella dell’individuo. I contratti precari rendono difficile l’accesso ad un mutuo o ad un prestito per l’acquisto di una casa, di un’auto e qualsiasi investimento a lungo termine. Spesso risulta complicato anche sottoscrivere un contratto di affitto senza avere un tempo indeterminato. Per i precari è impossibile decidere del proprio futuro, ostaggi delle condizioni incerte a cui il loro lavoro li sottopone. Il precariato è un peso ancora più grande per le donne in quanto alcuni contratti non prevedono la tutela della maternità. Ancor più grave, alcuni contratti non hanno forme di tutela in caso di malattia. L’autonomia delle vite dei precari è spesso in discussione. La situazione che si è venuta a creare e stratificare negli anni è molto grave. Il Cnr, il maggior ente di ricerca nazionale, non può avere un futuro se circa un terzo del proprio personale verte nelle condizioni sopra descritte”.
“Le rivendicazioni dei Precari Uniti, espresse in questi giorni di mobilitazione, sono dunque la stabilizzazione e l’apertura di concorsi, per i quali si richiede lo Stanziamento di fondi adeguati per la ricerca nella Legge di Bilancio, l’eliminazione del blocco del turn-over al 75% (rinviato al momento al 2026) e il riconoscimento dell’anzianità maturata per valorizzare l’esperienza già acquisita dal personale precario nei concorsi. Le misure richieste, da un lato, permetterebbero di mantenere elevato il livello qualitativo delle competenze presenti nell’Ente e, conseguentemente, la qualità della ricerca; dall’altro, contribuirebbero a compensare le numerose cessazioni previste nei prossimi anni. Tali cessazioni, unitamente al blocco del turn-over al 75%, se non bilanciate, rischiano di compromettere gravemente le attività dell’Ente”.
Di tutto questo si parlerà durante il dibattito sulla precarietà e insicurezza lavorativa organizzato da Potere al Popolo giovedì 19 dicembre (sala VIK, ORE 17,30) nell’ambito delle iniziative del Music for Peace 2024