Ricca partecipazione per il Giubileo diocesano della Consolazione
CHIESA – Martedì 22 luglio 2025 alle ore 18.30 nella chiesa di Santa Maria a Piè di Chienti di Montecosaro scalo si è tenuta la celebrazione eucaristica a cui ha preso parte anche l’ arcivescovo Mons. Rocco Pennacchio
Un momento di fede molto partecipato, quello al quale sono stati invitati i membri dell’Associazione Medici cattolici, dell’ Avulss, dell’ Unitalsi ed i Ministri Straordinari della Comunione.
La celebrazione è stata presieduta dal Delegato diocesano per il Giubileo 2025, don Osvaldo Riccobelli. Erano presenti l’Arcivescovo Rocco Pennacchio, Don Lauro Marinelli (Vice parroco della parrocchia dell’Annunziata) e Don Marco Pagliarini, Assistente diocesano dei medici Cattolici.
L’assemblea ha partecipato con sentita devozione a un importante momento di Chiesa diocesana, nel contesto dell’Anno Santo. La celebrazione infatti ha richiamato moltissimo il servizio d’amore in nome del Cristo morto e risorto compiuto dai tanti volontari convenuti che offrono il loro servizio ai malati, agli anziani e ai più soli.
Don Osvaldo, nella sua omelia, ha aiutato tutti a riflettere sul significato della cura ai sofferenti affermando che «il servizio nasce da un cuore che sa riconoscere la propria fragilità e quella degli altri, un cuore capace di compassione e di perdono».
Riferendosi ancora alla figura della Maddalena, di cui ricorreva la Festa liturgica, ha continuato dicendo che «come Maria di Magdala davanti al Sepolcro vuoto incontra Gesù Risorto anche voi (volontari) nel vostro servizio, siete chiamati a portare questa speranza ai malati: non solo a curare il corpo, ma a essere testimoni della vita nuova che solo Cristo può donare, soprattutto nei momenti di sofferenza e di paura».
La celebrazione si è conclusa con l’invio missionario di Mons. Arcivescovo che ha esortato ogni partecipante a riconoscere il valore della compassione perché esso è il cuore vero del messaggio evangelico, sottolineando altresì la necessità che il servizio d’amore dei volontari non venga mai a mancare nelle nostre comunità, poiché è per la Chiesa uno strumento concreto di consolazione, e anche occasione di evangelizzazione: esempio tangibile di fraternità che nasce da Cristo e dal suo Mistero Pasquale di morte e risurrezione.
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