Marche

Riaffiorano reperti dell’Età del ferro: scoperti con i lavori della Pedemontana

CAMERINO – Si tratta di capanne databili al VII-VI secolo a.C. e tracce di necropoli. Sono venuti alla luce nei pressi del fosso Palente. Gli scavi diretti dalla Soprintendenza



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Una immagine della scoperta

di Monia Orazi

Scoperti resti di un villaggio dell’Età del ferro lungo la Pedemontana, a Camerino. Sono stati portati alla luce durante i lavori per realizzare la strada, nei pressi del fosso Palente a Camerino. La Soprintendenza ai beni archeologici ha reso noto il rinvenimento di un significativo insediamento databile al VII-VI secolo avanti Cristo.

«Le attività archeologiche condotte nell’ambito del cantiere “Quadrilatero Marche-Umbria – strada regionale Pedemontana delle Marche” hanno evidenziato la presenza di numerosi siti distribuiti lungo l’intero tracciato che si sviluppa tra Fabriano e Muccia – dice la Soprintendenza -. Tra i numerosi rinvenimenti, un’area di particolare interesse nel comune di Camerino, in cui l’indagine archeologica è stata completata, è posta in prossimità del fosso Palente, alla sommità di un esteso pianoro sul quale sono stati individuati numerosi elementi riferibili ad un abitato dell’età del ferro costituito da capanne databili al VII-VI secolo a.C. e tracce di necropoli».

reperti-eta-ferro-camerino-scoperta-archeologica-2-650x347Si tratta probabilmente della zona abitata all’epoca, presente lungo il percorso del fiume: «La porzione dell’abitato indagata, ricadente nel sedime dell’asse stradale in costruzione, ha portato in luce le tracce di fondazione di due grandi capanne (struttura 1 avente dimensioni di 35 metri per sei metri, con dimensioni di 38 metri per 7 metri) e di una terza più piccola (con dimensioni di 15 metri per sei metri), disposte affiancate tra loro e con analogo orientamento nord ovest-sud est. Associate alle capanne sono state inoltre indagate numerose altre buche di palo che talora presentano allineamenti tra loro e che risultano riferibili a strutture accessorie con funzioni diversificate e che caratterizzano spesso gli spazi aperti destinati allo svolgimento delle attività domestiche e artigianali».

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Nella zona ci sono anche le tracce di una necropoli e di successivi insediamenti romani: «sono venute in luce le tracce di un fossato anulare di 13 metri di diametro, riferibile ad una struttura funeraria a circolo, del quale però si è conservato solamente un minimo spessore del riempimento ed è andata persa la sepoltura che presumibilmente vi era associata. Lo stesso sito ha restituito anche fasi successive di frequentazione databili ad età romana. Lo scavo, sotto la direzione della Soprindendenza di Ascoli, Fermo, Macerata è stato realizzato da Kora srl».

All’epoca dell’insediamento era comune costruire abitazioni utilizzando materiali deperibili come fango, legno e pietra. Le comunità realizzavano anche strutture difensive come palizzate per proteggere gli insediamenti.

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