Rhodiola rosea, benefici e controindicazioni negli integratori
Rimedio antico usato per trattare ansia, stress e cattivo umore, la rhodiola rosea è nota sin da millenni per i suoi benefici sulla salute. Anche chiamata, e non a caso, «radice d’oro», racchiude al suo interno una serie di proprietà che l’hanno resa uno degli ingredienti prediletti dalla fitoterapia e dalla nutraceutica per dare supporto all’organismo in modo naturale. Negli integratori, ad esempio, dove viene impiegata come rimedio naturale per la riduzione dello stress, il miglioramento dell’energia, la modulazione dell’umore e il controllo del peso.
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Cos’è e a cosa serve la rhodiola rosea?
Cara alla tradizione russa, scandinava e nordeuropea, dove la pianta cresce spontaneamente a più di 2000 metri grazie alle temperature fredde che ne caratterizzano il clima, la rhodiola rosea si distingue per la ricchezza di composti biologicamente attivi presenti nelle sue radici. Fenilpropanoidi come rosarina e rosasavina, flavinoidi, feniletanolo come il salidroside, grassi e acidi fenolici che fanno di lei un adattogeno potente, nonché una fonte di antiossidanti ed energia naturale. Gli studi sui suoi benefici sono ancora in corso e in alcuni casi risultano ipotetici, ma diversi hanno messo in risalto alcune particolari qualità che la rendono un alleato per la salute dell’uomo su più livelli.
Innanzitutto, la rhodiola rosea ha dimostrato di sapersi adattare a stress fisici, chimici e biologici, risultando efficace nel modulare i livelli di stess. Questo perché i suoi composti intervengono sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), modulando le proteine da shock termico e favorendo, così, la regolazione del cortisolo e altri segnali di stress (fonte: NIH). Riducendo lo stress, la rhodiola avrebbe quindi la capacità di diminuire anche la stanchezza, l’affaticamento, i disturbi del sonno, l’ipertensione, mal di testa e favorire, così, la concentrazione. Come si legge in una pubblicazione scientifica del 2022, «L’estratto dai rizomi di R. rosea agisce come un adattogeno che mira ad aumentare la resistenza del corpo agli stressori imposti e ha un effetto normalizzante indipendente dalla natura, ambientale o emotiva, del segnale di stress. La doppia azione della pianta di stimolazione cognitiva e calmante emotivo crea benefici sia per le prestazioni cognitive e di memoria immediate, sia per la conservazione a lungo termine delle funzioni cerebrali».
Grazie agli acidi fenolici, i flavinoidi e il salidroside, la sua radice contribuirebbe inoltre a proteggere l’organismo dallo stress ossidativo e dalle infiammazioni, rallentando i processi di invecchiamento che interessano anche i tessuti cutanei, nonché proteggendo dallo sviluppo di tumori e altre malattie.
Quando si parla di rhodiola rosea per dimagrire, si fa riferimento alla possibile capacità di modulare il microbioma intestinale, rafforzare la barriera dell’apparato e ridurre la traslocazione di molecole infiammatorie, con conseguenti benefici sull’insulino-resistenza e il metabolismo del glucosio – che nel complesso possono influire sulla composizione corporea di chi la assume, come riferisce uno studio dell’Università della California dedicato al trattamento alternativo del diabete. A questo fatto si aggiunge uno studio in vitro che dimostra come i suoi estratti possano ridurre l’adipogenesi e modulare i geni coinvolti nell’accumulo lipidico, supportando così la perdita di peso. Rispetto a quest’ultima, però, i ricercatori affermano che sono ancora necessari approfondimenti sperimentali per valutarne la veridicità su soggetti umani.
Quali sono gli effetti collaterali della rhodiola rosea?
Come segnala il Memorial Sloan Kettering Cancer Centre, la rhodiola rosea è un estratto naturale che può avere benefici in termini di gestione dello stress, della stanchezza, dell’energia fisica, e della depressione in quanto capace di regolare il cortisolo e, quindi, migliorare sia il benessere mentale che fisico. Quelli non espressamente segnalati, continua, necessitano di ulteriori studi e non possono considerarsi come affidabili. Ad esempio, per quanto riguarda il dimagrimento, la rhodiola rosea può essere valutata come un potenziale coadiuvante in un contesto controllato, niente di più.
Dal punto di vista delle controindicazioni, la rhodiola rosea assunta sotto forma di integratori può portare a sensazione di nausea e di bocca asciutta, mentre ha effetti collaterali quando assunta in combinazione medicinali, inibendone la corretta funzionalità. Per questo è sempre rivolgersi al proprio medico prima di iniziare una terapia, ed escludere ogni tipo di interazione o effetti su particolari condizioni di salute, incluse gravidanza e allattamento.
Rhodiola rosea VS ashwagandha
Parlare delle qualità adattogene della rhodiola rosea può far pensare a un altro estratto naturale diffuso negli integratori alimentari: l’ashwagandha. Nel secondo caso, però, a renderlo un alleato contro stanchezza e stress, diffuso particolarmente nella tradizione Ayurvedica, sono i withanolidi, composti che riducono il cortisolo basale dalle proprietà antinfiammatorie e ansiolitoche, che stabilizzano e calmano il sistema nervoso. Per questo si differenzia dalla prima, che agisce invece riducendo il cortisolo in risposta acuta e, quindi, aumentando le energie e portando a mente e corpo maggiore lucidità ed energia.
Come assumere la rhodiola rosea: consigli d’uso
Per iniziare ad assumere un integratore a base di rhodiola rosea è importante seguire alcune linee guida utili per evitare effetti collaterali. Il primo step è consultare un medico o un farmacista, soprattutto se si assumono farmaci o si hanno condizioni mediche pregresse che vale la pena valutare prima di iniziare una terapia. Il secondo passo consiste nella scelta di prodotti di qualità, con certificazioni e titolazione esplicitata, meglio ancora se sottoposti a controlli per purezza e trasparenza.
Per iniziare, il consiglio è di partire da dosi minime che si aggirino intorno ai 200-400 mg al giorno in estratti standardizzati, così da valutare gli effetti nel breve termine. Come sottolineano gli studi, non è detto che un dosaggio maggiore (500-600 mg) diano maggiori benefici. E sebbene con gli integratori il consiglio generale è sempre quello di una terapia continuativa, in questo caso è meglio evitare l’uso prolungato senza adeguato monitoraggio poiché la sicurezza nel lungo termine non è ben definita.
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