Lazio

rette adeguate e controlli sulla qualità dei servizi

Un passo atteso da anni, arrivato dopo mesi di pressioni, lettere e appelli. Il Comune di Roma ha deciso di aumentare le rette per l’accoglienza dei minori e dei nuclei mamma-bambino ospitati nelle case famiglia della Capitale.

Una misura che punta non solo a garantire la sostenibilità economica delle strutture, ma anche a rafforzare i controlli sugli standard di qualità dei servizi offerti.

Con una delibera approvata in giunta, dal 1° agosto la retta minima per i minori è passata da 100 a 114 euro al giorno, mentre quella per i nuclei mamma-bambino è salita da 83 a 94,62 euro. Un ritocco necessario, spiegano dal Campidoglio, per dare ossigeno ai gestori che da tempo denunciavano il divario tra i costi reali e i rimborsi riconosciuti dal Comune.

La delibera prevede anche l’avvio di un sistema di monitoraggio periodico, affidato all’Unità Protezione persone minore età del Dipartimento Politiche sociali, che lavorerà insieme a municipi e organismi accreditati.

L’obiettivo: verificare che i servizi garantiscano continuità e qualità, ma anche tenere sotto controllo la spesa e programmare con maggiore precisione le risorse finanziarie.

Per coprire l’aumento delle rette, in sede di variazione di bilancio sono stati stanziati 2,5 milioni di euro. Un segnale, sottolineano dall’amministrazione, dopo i precedenti interventi sulle case-famiglia per disabili e sull’assistenza domiciliare.

Le case famiglia di Roma oggi ospitano circa mille minori e 150 donne con bambini piccoli, spesso in condizioni di grave fragilità. Un servizio essenziale, ma sempre più costoso e a rischio. Solo pochi mesi fa, infatti, una rete di associazioni aveva inviato una lettera al sindaco Roberto Gualtieri denunciando il rischio di collasso del sistema.

In quella nota si chiedeva un adeguamento delle tariffe, ferme dal 2019 per i minori e dal 2021 per i nuclei madre-bambino, nonostante l’aumento dei costi legato anche al rinnovo del contratto collettivo nazionale delle cooperative sociali.

“Oggi i costi per garantire standard di qualità e il rispetto del contratto di lavoro non sono più compatibili con le rette riconosciute da Roma Capitale”, scrivevano le associazioni.

Con il provvedimento della giunta, una prima risposta è arrivata. Ora la sfida sarà mantenere la promessa: garantire non solo più fondi, ma anche più attenzione a un servizio che rappresenta, per centinaia di bambini e mamme, l’unica vera ancora di salvezza.

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