“Rete parallela” per combattere i russi: il piano Usa per i cellulari a Kiev
Il conflitto in Ucraina non si decide solo con i missili. Si decide con la logistica, con l’intelligence e con la guerra elettronica che inibisce o garantisce la trasmissione sicura di segnali e informazioni. Per questa ragione gli Stati Uniti, principale partner a sostegno di Kiev nella risposta armata all’invasione di Mosca, sta pensando di fornire gli ucraini di un sistema per comunicare in sicurezza e difendersi dalle azioni dei cyber-soldati russi.
Nella guerra del futuro che può imporre la supremazia nello spettro elettromagnetico può relegare l’avversario ad un perenne stato d’inferiorità. Ciò influisce e influirà sempre di più sul corretto impiego delle armi più sofisticate, comprese le “armi a lungo raggio” ; promesse la scorsa settimana dal presidente Joe Biden all’omologo ucraino Volodymyr Zelensky nonostante permanga il veto di Washington sul loro utilizzo in profondità nel territorio russo; ma influisce soprattutto sulle comunicazioni. Che possono essere interrotte e violate dal nemico. La strage di generali russi che vennero intercettati e localizza all’inizio del conflitto ci ha ricordato infatti l’importanza di comunicazioni “sicure”.
Una “rete parallela” per combattere i russi
Gli americani sostengono che dei telefoni cellulari collegati tra loro in una rete basata su software speciale possono fungere da “unica grande antenna distribuita” e i dati del loro impiego dimostrano che ciò potrebbe rappresentare un “contrattacco economico e facile da implementare” per sventare le sofisticate tattiche di guerra elettronica condotte dai russi. Un’azienda americana che sta già sviluppando un sistema del genere in Ucraina.
La guerra elettronica russa – basata sul disturbo del segnale, falsificazione del Gps e il largo impiego di jammer per “tagliare” il segnale tra la fonte e il sistema d’arma impiegato, ad esempio un drone – rende estremamente più difficile il coordinamento delle truppe ucraine e l’impiego di apparecchiature elettroniche. Anche l’impiego corretto di quelle che vengono definite “armi statunitensi di fascia alta“. Rilevare e trovare dispositivi di disturbo avversari, spiegano gli esperti, richiede “radio software-defined di fascia alta“, un tipo di equipaggiamento che le maggiori Potenze militari possono fornire alle loro truppe inviate sul campo, ma completamente fuori dalla portata di eserciti costretti a budget limitati come l’Ucraina.
Secondo quanto spiega nel dettagli DefenseOne, realizzare un sistema economico da distribuire in prima linea permetterebbe agli operatori ucraini di “riguadagnare un certo vantaggio contro i loro nemici“, ma sotto altri punti di vista “potrebbe persino cambiare il modo in cui i provider di reti di telefonia mobile assicurano che i loro dispositivi possano resistere ad attacchi sofisticati“.
Una dimostrazione in tal senso è stata offerta da un’azienda specializzata nel rafforzamento dei dispositivi contro le interferenze del segnale Gps, la Zephr, che ha inviato sei telefoni Android Pixel caricati con il proprio software in Ucraina per condurre test sul campo. A ridosso della linea del fronte a Donetsk. Oltre a essere collegati ai droni, i cellulari potevano “rivelare l’esistenza di un’entità che cercava di bloccare i dati di posizione Gps“, rilevando quando uno o più dispositivi erano sotto attacco di un appartato per la guerra elettronica.
Il problema dei telefoni in guerra
I dispositivi di comunicazione personali come i telefoni cellulari, siano impiegati come strumento in prima linea, come è stato registrato in caso di un sovraccarico della rete o in assenza di apparecchiature all’altezza della situazione, o come semplice strumento di condivisione, nella guerra moderna possono rappresentare un problema o addirittura una minaccia per la sicurezza di una forza armata. Non una soltanto una soluzione.
Come è valso su altri piani, il conflitto convenzionale che si sta combattendo in Ucraina sta impartendo una lezione importante rispetto alle nuove regole della guerra, e sia Mosca sia Kiev, anche se per ragioni diverse, stanno privando i loro soldati e i loro funzionari del libero utilizzo dei cellulari in prima linea. Sia al fine di non rischiare la condivisione di coordinate che possono essere sfruttare dalle analisi di intelligence Osint per rilevare informazioni preziose sullo spostamento delle truppe di terra, sia per evitare attacchi da parte dell’intelligence avversarie che possono essere lanciate attraverso applicazioni di messaggistica istantanea. Comprese quelle criptate come Telegram.
Mentre Mosca questa estate ha emesso una direttiva che sancisce dure pene per chiunque usasse un dispositivo personale e condividesse dati e informazioni dalla prima linea, il governo ucraino ha annunciato solo scorso 20 settembre una limitazione dell’uso di Telegram – applicazione al centro di un piccolo intrigo internazionale – per quanto riguarda i suoi funzionari governativi, militari e di sicurezza. A motivare questa limitazione sarebbe una “minaccia alla sicurezza nazionale” riscontrata dal Centro di coordinamento della sicurezza informatica ucraina.
Secondo i vertici dell’intelligence militare ucraina, Gur, e dei Servizi di sicurezza interni, Sbu, Telegram può essere “utilizzato attivamente dai russi per attacchi informatici, diffondendo phishing e malware e per regolare attacchi missilistici, grazie alla geolocalizzazione degli utenti“.
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