Resistenza batterica: allarme in crescita anche per il clima
È uno dei pericoli sanitari più silenziosi e sottovalutati, ma i numeri e le proiezioni parlano chiaro: la resistenza batterica rappresenta oggi una vera e propria emergenza globale, con gravi implicazioni anche per l’Italia. A livello scientifico, si parla di resistenza quando i batteri, attraverso mutazioni genetiche, sviluppano la capacità di sopravvivere agli antibiotici cui sono esposti. Questo significa che i farmaci che per decenni hanno salvato milioni di vite rischiano di diventare progressivamente inefficaci.
A preoccupare ulteriormente la comunità scientifica è un collegamento sempre più evidente con l’ambiente. Secondo le stime più recenti, se le emissioni di gas serra non verranno ridotte, assisteremo a un incremento del +23% dei geni di resistenza presenti nei batteri sporigeni del suolo. Un dato che, tradotto, significa una maggiore presenza di microrganismi potenzialmente pericolosi per l’uomo anche fuori dagli ambienti ospedalieri.
Ma la minaccia non è solo futura: è già tangibile. Ogni volta che si assume un antibiotico, infatti, si eliminano i batteri sensibili, cioè quelli che il farmaco riesce a colpire. Tuttavia, se nell’organismo sono presenti batteri resistenti, questi si ritrovano senza competitori e possono replicarsi più facilmente, colonizzando l’organismo e diffondendosi. È un meccanismo subdolo che favorisce selezione e rafforzamento dei ceppi più pericolosi.
Le conseguenze sono drammatiche. In Italia ogni anno oltre 12.000 persone muoiono a causa di infezioni batteriche resistenti agli antibiotici. Un numero impressionante, a cui si aggiunge il dato relativo agli ospedali: 2,7 milioni di posti letto vengono annualmente occupati da pazienti affetti da patologie causate da batteri che non rispondono alle terapie antibiotiche convenzionali. Un peso enorme, tanto per il sistema sanitario quanto per le famiglie coinvolte.
A rendere ancora più grave la situazione è l’abuso, spesso inconsapevole, di antibiotici. L’utilizzo eccessivo, indiscriminato e scorretto di questi farmaci – anche solo per un mal di gola virale o un’influenza – accelera la selezione dei ceppi resistenti. Una parte importante del problema riguarda anche i contesti di guerra: gli ospedali militari o civili coinvolti in conflitti diventano spesso focolai ideali per la proliferazione di batteri multi-resistenti. In ambienti sovraffollati, con igiene precaria e uso massiccio di antibiotici, i batteri più aggressivi trovano le condizioni perfette per diffondersi e mutare.
La raccomandazione degli esperti è chiara e inequivocabile: gli antibiotici vanno assunti solo su prescrizione medica, e soltanto quando vi sia una chiara diagnosi batterica. È fondamentale rispettare dosaggi, orari e durata del trattamento, senza interrompere la cura al primo segnale di miglioramento. Ogni leggerezza può rafforzare i batteri sbagliati.
La battaglia contro la resistenza batterica è una sfida collettiva, che coinvolge cittadini, medici, istituzioni e anche il sistema ambientale. Ignorarla sarebbe come chiudere gli occhi davanti a una bomba a orologeria che ha già iniziato a ticchettare.