Rendiconto della Provincia non approvato, in consiglio salta il numero legale. Le conseguenze su personale e cantieri
Una situazione sempre più paradossale quella che si è venuta a creare, ormai da settimane, all’interno dell’amministrazione provinciale di Arezzo. Forse un caso unico in Italia. Sono almeno due le sedute nelle quali non è stato possibile aprire i lavori del consiglio provinciale per la mancanza del numero legale. Anche questa mattina è andata in scena lo stesso schema. Presenti quattro consiglieri del gruppo centro sinistra per Arezzo, assente tra di essi solo Valentina Vaccari, era a sedere sul suo scranno invece Marta Mancianti di Patto Civico e dall’altro lato vuoti tutti i banchi del centro destra.
Il presidente Alessandro Polcri aveva convocato i consiglieri per portare in aula il rendiconto, la pratica più importante dell’anno, che è rimasta incagliata a metà. La schema di rendiconto è stato già approvato, il parere dei sindaci è stato espresso, con la maggioranza di essi in senso assoluto che ha votato a favore, ma in realtà con la maggioranza ponderata in base al peso del comune di appartenenza che ha espresso un parere negativo in seguito soprattutto al no di Arezzo. La seduta di oggi sarebbe servita per la ratifica finale. Ma a nulla sono valsi i tentativi di conciliazione che ci sono stati nei giorni che hanno preceduto questo appuntamento.
Il centro destra si è ricompattato e unito sulla posizione di netta contrarietà al presidente Polcri, un contrasto politico che è diventato insanabile. E che tiene i consiglieri eletti fuori dall’aula. Quindi la posizione più volte annunciata è stata rispettata anche oggi.
La Legge Delrio del 2014, che ha abolito le elezioni dirette nelle Province e istituito quelle di secondo livello con regole intricate, lontane dai cittadini, che pongono in un limbo l’amministrazione stessa. Cosa succede infatti adesso? Se da un lato Polcri ritenterà una nuova convocazione per vedere se nel frattempo fosse maturata qualche posizione diversa, basterebbe soltanto una presenza in più per garantire il numero legale e quindi lo svolgimento dei lavori, dall’altro stanno maturando delle conseguenze negative.
Sarebbe infatti già scattato il blocco delle assunzioni, così come l’impossibilità di spendere l’avanzo di amministrazione (tra le 700 e le 800 mila euro), l’impossibilità di assumere nuovi mutui, il blocco dei lavori programmati nel periodo estivo per le scuole.
Inoltre se questa condizione di stallo venisse conclamata definitivamente ci sarebbe la perdita del 10% delle risorse assegnate alla Provincia stessa. Secondo alcuni addetti ai lavori il rendiconto avrebbe ancora tempo massimo un mese per poter transitare dal consiglio provinciale regolarmente costituito (e quindi con la presenza di 7 consiglieri) dopo di che lo scenario diventa difficilmente disegnabile: ci sarà la decadenza del consiglio stesso? Si muoverà la Prefettura valutando la necessità di un commissariamento? A oggi il quadro ha poche luci e molte ombre.
Le dichiarazioni
“Gli assenti devono assumersi fino in fondo le proprie responsabilità sul blocco della attività dell’ente, questa non è politica ma ostruzionismo – dichiarano i presenti del gruppo del centro sinistra – i consiglieri di destra centro vengano in aula, votino contro, ma non ha senso operare questo ricatto morale nei confronti del presidente, che tra l’altro non decade, perché così ci rimettono i cittadini, territori, le vallate, i finanziamenti per le scuole”.
“Non ho partecipato al voto in quanto non sostengo politicamente il presidente Polcri – ha dichiarato il consigliere provinciale di centro destra Francesco Lucacci – e non intendo, come previsto dal regolamento, partecipare alla votazione perché la presenza, seppur con voto contrario o astenuto, avrebbe comunque contato sul raggiungimento del numero legale ai fini della delibera.
La mancata approvazione del bilancio consuntivo 2024 denota che il presidente Polcri è privo di una maggioranza che lo sostenga”. E sulla questione più politiche Lucacci afferma: “Il Pd e chi ha votato a favore del bilancio, non può che assumersi la responsabilità di aver candidato Polcri alla presidenza della Provincia oltre due anni fa, solo per fare uno sgambetto al centrodestra, senza avere una maggioranza in consiglio e un vero e proprio progetto politico. Progetti che hanno come unico fine quello di creare danni alla controparte senza pensare al futuro dell’ente denotano al solito che il Pd è lontano sia dalla gente sia dalle istituzioni che dovrebbe governare”.
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