Trentino Alto Adige/Suedtirol

Regione, rimandata a fine 2024 la decisione sugli stipendi di sindaci e assessori: ipotesi +300 euro lordi – Bolzano



BOLZANO. Le resistenze e le minacce di ricorso non hanno avuto effetto. La giunta regionale ha deciso: per eleggere i consigli comunali e, a Bolzano e a Trento, i consigli di circoscrizione, si andrà alle urne il prossimo 4 maggio, in un’unica giornata di voto con i seggi aperti dalle 7 alle 22, un’ora in più rispetto alle precedenti tornate elettorali. L’eventuale ballottaggio due settimane dopo, il 18 maggio, sempre dalle 7 alle 22.

Ma le ombre non sono svanite del tutto. Il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer aveva annunciato che avrebbe atteso il decreto di indizione delle elezioni per valutare un ricorso. E sempre in Trentino sei sindaci hanno chiesto di al Consiglio delle Autonomie locali (Cal) di affidare un incarico a un esperto giurista che chiarisca quanto sia probabile la possibilità di ricorsi vincenti alla giustizia amministrativa, dopo la recente circolare sulle elezioni nelle altre regioni italiane con la quale il Viminale ha stabilito che dove a causa della pandemia si è votato nell’autunno 2020 si andrà al voto nella primavera 2026. «Vediamo se ci saranno le condizioni attraverso il parere di qualche legale che è già stato contattato», dice oggi Oss Emer, «È solo una questione di principio e di eguaglianza con tutti gli altri cittadini italiani». Cioè gli amministratori nelle regioni a statuto ordinario, dove vale la circolare dell’Interno.

È stata rimandata al 30 dicembre, invece, la decisione sull’aumento delle indennità dei sindaci proposto dall’assessore regionale Franz Locher. «Per quanto mi riguarda è tutto chiaro. Manca il parere dei Comuni trentini», spiega Locher. Il tempo scarseggia, se l’obiettivo è di aumentare le indennità fin dalla prossima legislatura: nei 75 giorni antecedenti le elezioni non si può modificare la normativa.

I comuni al voto

Il decreto è stato firmato dal presidente della Regione Arno Kompatscher. In Alto Adige andranno alle urne 111 comuni su 116, in Trentino 157 su 166. Non rieleggeranno i consigli comunali (perché lo hanno fatto nel corso dell’ultimo anno) le elettrici e gli elettori di Bressanone, Laives, Lana, Castelrotto e La Valle.

C’è un’altra data da segnare sul calendario. Il decreto di Kompatscher stabilisce infatti anche i termini per presentare le candidature: la finestra si chiuderà martedì 18 marzo a mezzogiorno. Per i partiti significa che i prossimi tre mesi saranno una corsa a ostacoli. Per definire le alleanze, innanzitutto, e i programmi, e le persone da candidare. Sui candidati sindaco o sindaca tutti si tengono coperti. O forse si trovano semplicemente in alto mare. È una sensazione diffusa che l’inchiesta su affari e politica abbia rallentato i lavori. L’unica sicura è la Svp, che candiderà a sindaco l’attuale vice di Caramaschi Stephan Konder.

Nella coalizione del centrosinistra (Partito democratico, Verdi e Sinistra die Linke, TeamK, lista Caramaschi, Movimento 5 Stelle, Socialisti) sembrano tutti intenzionati a restare in squadra. C’è la possibilità di allargare le maglie: verso sinistra cercando il Prc e l’associazionismo, verso il centro (è l’auspicio della lista Caramaschi) coinvolgendo la civica Io sto con Bolzano. La quale comunque ha davanti a sé diverse strade. Una potrebbe essere la costruzione di un polo con la Civica per Bolzano. Ma quest’ultima al momento dialoga con il centrodestra di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, centrodestra che non ha mai negato l’eventualità di allargarsi al centro con Io sto con Bolzano.

L’aumento delle indennità

Secondo Locher e il Consiglio dei Comuni le indennità, ferme dal 2005, vanno adeguate all’inflazione. Perciò il prossimo sindaco di Bolzano potrebbe guadagnare 13.611 euro al mese, il suo vice 10.208, gli assessori 6.805 e il presidente del consiglio comunale 3.402 euro. Sono cifre lorde, nemmeno troppo distanti da quelle attuali (rispettivamente 13.312, 9.984, 6.656 e 3.328 euro).

Il vero cambiamento lo vedrebbero gli amministratori dei Comuni più piccoli, per i quali è proposto un aumento del 20%. Per i sindaci dei cinque comuni altoatesini sotto i 500 abitanti (Ponte Gardena, Proves, Lauregno, Chienes e Anterivo) significherebbe passare da 2.210 euro lordi al mese a 2.652. Tra i 501 e i 2mila abitanti l’aumento sarebbe del 18,75%, fino a 3mila abitanti del 15%, fino a 5mila del 12%, fino a 10mila abitanti sarebbe compreso tra il 14% di Lagundo e il 13,25% di Caldaro. Oltre i 10mila abitanti le percentuali di incremento sarebbero più contenute: l’idea è di aumentare fino al 5,25% le indennità a Lana e ad Appiano, del 3,75% a Brunico, a Laives, a Bressanone e a Merano e del 2,25% o meno le indennità della giunta di Bolzano.

Ne ha discusso ieri la giunta regionale, con l’impegno del Cal a valutare la proposta. I Comuni altoatesini avrebbero proposto aumenti dal 3 al 30%. Si è raggiunto un compromesso con un aumento medio dell’11% che porterebbe la spesa pubblica dagli attuali 11,93 milioni di euro a 13,945 milioni di euro l’anno, per un aumento di circa 1,5 milioni di euro. In Trentino, invece, la spesa (oggi circa 13 milioni di euro) salirebbe di circa 6 milioni di euro.

 




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