Regione, respinta la mozione di sfiducia in una sorta di “secondo tempo” sulla manovra
di Dan.Bo.
Tutto come da programma. Dopo quasi cinque ore di discussione è stata respinta la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro la presidente della Regione Stefania Proietti: 12 i no, 8 i voti a favore e una astensione, quella di Proietti. Un esito scontato – dato che la minoranza non ha i numeri in aula – ma anche un atto che politicamente è servito per tornare all’attacco della maggioranza e della giunta a proposito della manovra fiscale.
La discussione La seduta è stata tutto sommato una sorta di secondo tempo rispetto a quella, di un paio di settimane fa, durante la quale è arrivato il via libera all’aumento delle tasse. Una “recita”, per così dire, nel corso della quale ognuno ha ribadito quanto già detto. Le opposizioni hanno accusato la presidente del consiglio, Sarah Bistocchi, di non essere autonoma, contestando poi i numeri del disavanzo dei quali di è discusso per giorni. Il Pd respingendo la mozione ha invece rivendicato e difeso l’operato della presidente Proietti. Presidente che, oltre ad annunciare la propria astensione, ha spiegato in un breve intervento che il deficit avrebbe portato al commissariamento. «Siamo stati costretti – ha detto a proposito dell’aumento delle tasse – a una decisione della quale ci prendiamo tutte le responsabilità». Superato lo scoglio della sfiducia, ora i lavori dell’assemblea – sospesi proprio a causa della mozione – potranno riprendere.
La mozione Nell’atto presentato dalle opposizioni si fa riferimento a «diverse incongruenze e falsità nelle sue dichiarazioni degli ultimi mesi riguardo al disavanzo della sanità regionale e alla necessità di aumentare i tributi». Nel mirino, in particolare, i numeri diversi forniti da giunta e Kpmg, la società che ha realizzato l’ormai celeberrimo studio.
Tesei a Pace Donatella Tesei, portavoce dell’opposizione, ha parlato apertamente di «mistificazione» da parte della giunta, riferendosi alla comunicazione istituzionale seguita all’emersione del disavanzo. «Il disavanzo non è di 243 milioni, ma di 34 – ha dichiarato – e questo dato la presidente lo conosceva già il 26 marzo. Tuttavia ha continuato a parlare di 90 milioni». Tesei ha denunciato un uso improprio della relazione Kpmg, definita «elaborato» e mai ufficialmente trasmessa, e ha criticato l’atteggiamento del governo regionale: «Si continua a mostrare slide sapendo di mentire». Sul piano sanitario, ha aggiunto: «Le liste d’attesa sono raddoppiate, i professionisti fuggiti. In Aula si parla di futuro, ma oggi i servizi sono in crisi. Le famiglie umbre pagheranno questa manovra». Eleonora Pace (FdI), relatrice del testo, ha parlato di «incongruenze, informazioni non veritiere e gestione unilaterale dell’Assemblea». Ha denunciato che «l’operazione verità» si è basata su «un documento mai consegnato», aggiungendo: «Negare le evidenze e mentire non è concesso nemmeno in Umbria».
La presidente Proietti ha invece difeso la manovra fiscale da 184 milioni come «una decisione difficile ma inevitabile». In Aula ha ribadito: «243 milioni di euro è il disavanzo al 31 dicembre 2024 delle quattro aziende sanitarie umbre, certificato dai direttori generali. Avrebbe portato al commissariamento ad acta se non avessimo trovato copertura». «Il governo di questa Regione – ha aggiunto – non lo fa una persona, ma un’intera maggioranza». Proietti ha sottolineato che «il 73 per cento dei cittadini non subirà alcun aumento Irpef» e ha annunciato la propria astensione sulla mozione, «per rispetto del ruolo dell’opposizione».
La maggioranza Nettamente opposto il fronte dei sostenitori della presidente. Fabrizio Ricci (Avs) ha respinto le critiche parlando di «uno squilibrio strutturale» nei conti sanitari: «243 milioni non sono un’invenzione. La presidente Proietti è persona credibile e la sfida sarà ora il nuovo piano sanitario», che la giunta vorrebbe portare in aula entro l’anno. Cristian Betti (Pd) ha parlato di «fiducia piena» e ha sottolineato: «L’Umbria non è un caso isolato, dieci Regioni italiane hanno operato manovre simili». Per Luca Simonetti (M5S), «la mozione ha permesso di ribadire il sostegno alla presidente», sottolineando che «questa manovra è l’inizio di una nuova stagione» fondata su sanità pubblica e partecipazione.
Il dibattito Nilo Arcudi ha parlato di «un’esperienza politica deludente», Andrea Romizi (FI) ha criticato «l’assenza di trasparenza e correttezza» e ha evocato Don Luigi Sturzo: «La finalità buona non giustifica mai la menzogna». Il tutto in un dibattito segnato da tensioni e accuse di parzialità, opacità e allarmismo.
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