Liguria

Regionali, Orlando candidato è un punto fermo ma è cortocircuito Italia Viva e Azione


Genova. Che la questione sia ancora bollente lo dimostra il post di metà pomeriggio di Ferruccio Sansa: “No a Italia Viva. No a fare entrare candidati camuffati in altre liste. Perché altrove, perfino a Genova, Italia Viva sostiene la destra”.

Il consigliere regionale, candidato contro Toti dai giallorossi nel 2020, ribadisce il supporto ad Andrea Orlando come candidato presidente della Regione ma sottolinea un concetto condiviso anche dai “fratelli” di Alleanza Verdi Sinistra, partito a cui Sansa si è più volte accostato ma senza mai entrarvi ufficialmente: “I cittadini non vogliono ammucchiate elettorali – attacca Sansa – ce lo chiedono in tutti i modi, ho ricevuto centinaia, migliaia di messaggi, in tal senso, basta tatticismi, basta strategie, non avere paura”.

Il nodo Italia Viva e quello di Azione nazionale continuano a scatenare un cortocircuito all’interno del campo largo che domenica sera, dopo una lunga riunione dei vertici regionali di Pd, M5s, Avs, Sansa e Azione, ha deciso di ufficializzare la candidatura di Orlando, candidatura che di fatto era sul tavolo dallo scorso gennaio, mesi prima delle dimissioni di Toti e della deflagrazione dell’inchiesta.

Già il Movimento 5 Stelle, con Luca Pirondini, che cita Giuseppe Conte, ha chiarito cosa pensino i pentastellati di un campo largo che includa Renzi in Liguria: “Resuscitare Renzi, premiandolo dopo la disfatta elettorale europea e i suoi ripetuti fallimenti, è un harakiri, sia una scelta che avrebbe un costo pesantissimo per la serietà e credibilità del progetto di alternativa a Meloni”, ha detto il leader del Movimento. E in Liguria non la pensano diversamente.

Il problema è che Matteo Renzi, parlando ai media, ha confermato la sua volontà di allearsi con il centrosinistra, e ha detto di essere pronto anche a “uscire dalla giunta Bucci”. Da Italia Viva in Liguria però si registra solo un silenzio assordante. Da parte dei tre esponenti renziani del governo comunale di centrodestra, l’assessore alle Manutenzioni Mauro Avvenente (ex Pd), la presidente della commissione Territorio e capogruppo di Vince Genova Arianna Viscogliosi e da Davide Falteri, consigliere delegato alla Logistica, un sostanziale no comment. Questo dopo che, appena due giorni fa, Avvenente aveva giurato eterna fedeltà al sindaco.

Sindaco Bucci che, interpellato sulla questione, dribbla: “Ora come ora Renzi non è nella giunta – dice – le persone che sono dentro la giunta han detto a chiare lettere che non escono m poi saranno loro a decidere, io lascio libertà a tutti. Ognuno deve fare quello che ritiene opportuno. Siamo in un Paese dove c’è la libertà. La libertà è un valore importante per tutti e ognuno deve fare quello che è opportuno. Dopodiché io prenderò le mie decisioni in funzione di chi rimane, cosa rappresenta e come facciamo a portare avanti il programma perché noi dobbiamo portare avanti il programma”. Affermazioni poco significative, d’altronde non è lui a dover risolvere questo problema.

Sul fronte Azione prosegue il dialogo soprattutto con il Pd, con il segretario regionale che oggi ha lanciato un appello a Calenda sulla base dei punti d’intesa e della volontà espressa dal partito sul territorio, con Cristina Lodi interessata da settimane a dare l’ok al candidato e ad aprire il tavolo di coalizione: “Siamo pronti a lavorare insieme, fin dai primi passi della prossima legislatura, per risolvere i principali nodi e problemi sulle opere per la nostra regione”, ha detto Natale.

Sullo sfondo, mentre il centrodestra è impegnato a cercare il proprio candidato, ci pensa Uniti per la Costituzione (che parteciperà con il proprio candidato presidente Nicola Morra, a tirare qualche frecciata a tema gastronomico all’indirizzo del centrosinistra. A provocare è Mattia Crucioli, capogruppo di UpC in Comune a Genova: “Il neocandidato presidente del campo largo è uno yogurt a lunghissima conservazione – dice, quotando lo stesso Orlando nel momento in cui parlava della propria disponibilità – è in politica dagli anni Novanta e ne ha fatto una professione, ha alle spalle in particolare ben 5 legislature come parlamentare ed è stato ministro nei Governi Letta, Renzi, Gentiloni e Draghi. Gli manca Monti, a cui tuttavia ha dato la fiducia da buon deputato PD. E’ dunque uno yogurt duro a scadere, buono per tutte le stagioni ed ha condiviso le responsabilità dei predetti “formidabili” governi”, sentenzia Crucioli arrivando poi al punto.

“Un tempo il M5s – afferma l’ex pentastellato – avrebbe ululato di sdegno e di dolore rammentando che buona parte della devastazione del nostro paese ricade sulle spalle di quei governi e di politici come Orlando che ne hanno condiviso le scelte. Ora invece, per qualche posticino nel “divano largo”, il M5s si adatterà a fare pubblicità a questo Yomo zeppo di conservanti e inghiottirà questa maionese impazzita a cui presto si aggiungerà l’ultimo ingrediente segreto: Italia Viva”.




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