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Regionali, le reazioni | Schlein: “Uniti si stravince”. Conte: “Non saltellano più”. Meloni brinda al Veneto

Tre regioni, tre conferme e zero sorprese. Al massimo, un occhio agli equilibri interni alle coalizioni. Eppure a sinistra vedono uno spiraglio, soprattutto perché le vittorie in Puglia e Campania sono arrivate grazie a una coalizione larghissima e il successo è stato strabordante. Con il M5s che esulta per aver conquistato una seconda regione dopo la Sardegna: ora ne governa lo stesso numero di Fratelli d’Italia. La tornata elettorale non riserva alcuno scossone e così i partiti guardano tutti il bicchiere mezzo pieno. Il centrodestra si concentra sulla vittoria in Veneto, il centrosinistra sulla Puglia e la Campania. Così – mentre il leader della Lega Matteo Salvini parla di “vittoria di squadra” postando una foto con Alberto Stefani e Luca Zaia – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si concentra sul Veneto parlando di una “vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione” congratulandosi con Stefani e ringraziando Edmondo Cirielli e Luigi Lobuono, ridotti a “sparring partner” nelle due regioni andate al campo largo. Nel mirino delle opposizioni finisce soprattutto il primo, vice-ministro degli Esteri e uomo forte di Fratelli d’Italia.

“Non saltellano più”, ironizza il presidente del M5s Giuseppe Conte ricordando il “chi non salta comunista è” inscenato al PalaPartenope di Napoli dai leader del centrodestra. “Abbiamo vinto ascoltando i bisogni delle persone, delle famiglie in difficoltà, dei lavoratori, delle imprese – dice ancora Conte – Ha perso chi di fronte alle difficoltà degli italiani saltella e oggi cade rovinosamente. Fico ha battuto sonoramente un candidato di Fratelli d’Italia, un esponente del governo Meloni, senza mischiarsi a una lotta nel fango”. Il leader dei Cinque Stelle può anche sbandierare il governo di una seconda regione: “Una doppietta storica. Questo ci dà ancora più forza e coraggio: lotteremo con le unghie e con i denti per cambiare le cose nel nostro Paese”.

Secondo Elly Schlein, segretaria del Pd, c’è una strada da proseguire: “Il messaggio è che l’alternativa c’è. Decaro e Fico dimostrano che uniti si stravince. Anche in Veneto, dove non abbiamo vinto, abbiamo raddoppiato il risultato del 2020. La partita delle prossime elezioni è aperta”. Un riverbero nazionale ce lo vede anche Matteo Renzi, che appoggiava sia Decaro che Fico: “Sono mesi che ci ripetono un ritornello stanco: Giorgia Meloni non ha rivali, è invincibile, non ha alternative. I risultati di Campania e Puglia, dopo la Toscana, dicono invece che l’alternativa c’è, da Casa Riformista fino alla sinistra. E questa alternativa, quando è unita, vince”. Da qui, l’avvertimento del leader di Italia Viva: “Da domattina Giorgia Meloni proverà a cambiare la legge elettorale. Perché con questa legge elettorale lei a Palazzo Chigi non ci rimette più piede”, aggiunge l’ex presidente del Consiglio rimarcando di fatto come una Große Koalition dai riformisti fino ad Avs e M5s molto spesso riesca a imporsi nelle elezioni locali.

Per il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, il “messaggio è chiaro: il centrosinistra quando è unito è in grado di costruire un’alternativa a questo governo”, ha detto sostenendo che il centrosinistra “può mandare a casa” la destra. Di successo del “metodo del civismo” si tratta invece secondo Michele Emiliano, governatore uscente del Pd in Puglia: “Ovviamente cambiano le persone. Mi pare che anche il Pd sta andando forte. Perché il Pd è essenziale per governare la Regione. Senza il Pd per me sarebbe stato difficile avere quella tranquillità che solo un grande partito pronto a vincere le politiche del 2027 ti può dare”. E ha voluto sottolineare che Elly Schlein è andata in Campania e non in Puglia per “dire agli alleati del M5s che noi diamo loro grande importanza”. Diversi esponenti politici – da Maurizio Lupi di Noi Moderati e Filippo Sensi del Pd – mettono l’accento sull’astensionismo, che ha superato il 50% in tutte e tre le regioni.

Resta aperta la questione dei riflessi interni dei risultati regionali. Se Decaro chiude le porte a una prospettiva nazionale della sua vittoria (“Il Pd ha già un segretario, io ora sarò il presidente della Regione Puglia, il presidente dei pugliesi”), Fratelli d’Italia guarda con attenzione ai voti di lista in Veneto con un affaccio sulle Regionali in Lombardia. “Interpretazioni dei giornali – sostiene Giovanni Donzelli – FdI ha sempre detto che vuole scegliere il candidato migliore a prescindere dalle bandierine, dicendo anche che, come noi siamo generosi e lo siamo stati in Veneto con gli alleati, non può esserci preclusione nei confronti di FdI. Di volta in volta sceglieremo il candidato migliore possibile confrontandoci tra noi e questo vale e varrà sempre”.


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