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Referendum sull’autonomia, La Russa si smarca: “Io a votare ci andrò”. E garantisce su Santanchè a processo: “Credo alla sua innocenza”

Se la strada del centrodestra per disinnescare il referendum sull’autonomia differenziata è puntare sull’astensione, quella strada non è quella del presidente del Senato Ignazio La Russa. Dare l’indicazione di non andare a votare e “andare al mare” come fece Bettino Craxi “è una tecnica che non mi scandalizza – dice -: io personalmente preferisco andare a votare, non c’è una sola elezione in cui non abbia votato. Non c’è un modo buono o cattivo in democrazia per formare una volontà, se la legge lo consente perché criminalizzare” una indicazione simile. La Russa parla da Atreju, la festa di partito di Fratelli d’Italia, intervistato dal condirettore del Fatto Quotidiano Peter Gomez. E di sicuro il suo messaggio non è proprio un regalo alle mire politiche della Lega, che ha l’autonomia tra i temi principali del suo programma. L’intervista è rimbalzata su diversi temi: dai processi alla ministra Daniela Santanchè al rapporto della destra con Elon Musk, dalle accuse di amichettismo ai salari bassi. Su diversi argomenti La Russa ha coperto, difeso, blindato il governo e questo legittimamente sorprende poco. Tra le opinioni del presidente del Senato anche quella sul possibile comportamento dell’Italia nel caso il premier israeliano Benjamin Netanyahu, colpito da un mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità: “Se ci fosse questo pericolo non credo verrebbe – risponde La Russa – e quindi il problema non si porrebbe ma non lo arresteremmo”. Dall’altra parte La Russa si distingue dal presidente della Camera Lorenzo Fontana che sulle multe ai no vax: “Consideriamo oggi sbagliato punire chi pensava che fosse un suo diritto non vaccinarsi ma non diciamo che ha fatto male chi si è vaccinato, io mi sono vaccinato”. A chi obietta che chi a suo tempo l’ha pagata oggi si possa sentire fesso – concetto espresso da Fontana – La Russa sdogana in sostanza i condoni e con un velo di ironia spiega che “vale per tutte le sanatorie, chi arriva dopo: chi la dura la vince in qualche modo”. Quanto all’eterno scontro tra la politica e la magistratura (e in particolare durante i governi di centrodestra) il presidente del Senato risponde che “nella storia la destra ha sempre avuto un rispetto a volte persino eccessivo per la magistratura, che è tutt’ora nel dna di Fdi che mi fa dire che io non credo in un conflitto politica-magistratura, credo che ci sia da delineare con maggiore precisione gli ambiti delle funzioni di politica e magistratura”. “Noi non ci pensiamo proprio”, ha aggiunto, a intervenire perché “l’ordine giudiziario sia sottoposto al potere politico”.

A proposito di giustizia, La Russa difende la ministra Santanchè, anzi quasi garantisce per lei. “Abbiamo ascoltato Daniela che si è dichiarata estranea a qualsiasi ipotesi di reato e io che la conosco ci credo”. “Credo alla sua innocenza – aggiunge – quando hai un amico nei momenti difficili guai a dimenticartelo”. La Russa ricorda poi che “lei ebbe a dire a proposito del rapporto con l’Inps che avrebbe valutato di dimettersi con un rinvio in quel processo” ma “non l’ha mai detto per il falso in bilancio. Che io sappia non ricordo che abbia legato a questo processo il suo proposito però bisogna crederlo a lei”. Va ricordato che oltre al processo per falso in bilancio è pendente la richiesta di rinvio a giudizio per la titolare del Turismo per l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inps perché con la sua società Visibilia avrebbe chiesto e ottenuto “indebitamente” la cassa integrazione in deroga per 13 dipendenti “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia.

Il presidente del Senato respinge anche l’accusa di amichettismo spesso rivolta nei confronti di Palazzo Chigi e di Fratelli d’Italia. “Di casi di amichettismo non ne vedo” risponde La Russa. “Quando devi selezionare lo fai in base a competenza, capacità e affidabilità. Se da sola, l’affidabilità è sbagliata. Ma dare incarichi a uno competente e capace che conosci come affidabile, non è amichettismo. Amichettismo è quando metti un cretino al posto sbagliato“. Il presidente di Palazzo Madama aggiunge: “Lo storico (Piero, ndr) Ignazi chiamò il Msi il polo escluso. Era una bolla in effetti. Io personalmente se avevo un’amica, una fidanzata o una prima moglie, le portavo in politica. Ma la media era fidanzarsi e sposarsi all’interno di quella comunità. Quando ci sono due fratelli, fidanzati, o marito e moglie che fanno politica, se risale ad allora, è figlio di quel polo escluso, non dell’amichettismo”.

E come si spiega il rapporto tra la destra – e in particolare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – con Elon Musk, che (ricorda Gomez) ha avuto un figlio con la maternità surrogata e non fa mistero di usare ketamina? Il governo ha approvato la legge per fare della gestazione per altri un “reato universale” e la battaglia “contro le droghe” (anche le più leggere) è un punto fisso delle politiche di destra. La Russa per rispondere la butta sul personale: “Gomez, sei amico mio eppure scrivi sul Fatto, e rimani amico mio, questa è la risposta…”. Spiega: “Noi siamo gente di destra, non pensiamo di raddrizzare le gambe ai cani – ha aggiunto l’esponente di FdI -. Noi pensiamo di avere dei modelli di società e su quei modelli pensiamo di costruire le norme, ma non abbiamo la pretesa di giudicare il singolo. Se Musk ha quel tipo di rapporto con la maternità e le canne…”. “Io – ha scherzato La Russa – comincio a vergognarmi di non aver mai fatto in vita mia un tiro di canna, siamo rimasti due o tre della mia età… È una questione generazionale. Non c’è la pretesa di avere amici che la pensino come te: puoi apprezzare il comportamento di una persona che su alcuni aspetti ha idee diverse dalla tua”.

La Russa si dice contrario a una legge per regolare le “consulenze” dell’ex premier Matteo Renzi in Arabia Saudita. “Se è una legge ad personam è sbagliata” risponde il presidente del Senato. “In questa fase passa per una sorta di risposta agli atteggiamenti folcloristici di Renzi che viene in aula solo per insulti e poi se ne va, atteggiamenti che non mi piacciono. Eppure in altri tempi ho detto che è l’unico dell’opposizione con cui sarei andato volentieri a cena. Se fosse una risposta a lui sarei assolutamente contrario. Se poi vogliamo discutere eticamente se un parlamentare possa svolgere un’attività remunerata con soggetti esteri, ne possiamo discutere. Il parlamentare ha tanti divieti, non può stare in un consiglio d’amministrazione, non può svolgere un certo tipo di attività. Il presidente del Senato non può svolgere neanche l’attività di avvocato, io mi sono cancellato. Si può discutere se fra questi divieti ci può stare anche quello. Se fosse contro qualcuno in particolare, difenderei quella persona”.

Il presidente del Senato, a proposito del dibattito sul salario minimo, informa anche che il centrodestra sta combattendo la povertà. “La cosa importante è aumentare per tutti il salario e adeguarlo ai costi della vita – dice -. Questo governo sta cercando di aiutare i più deboli, famiglie numerosi e i più fragili. L’unica polemica che ho avuto con un esponente di centrodestra, poi rientrata, è quando mi sono dichiarato favorevole ad aumentare le tasse alle banche. La destra sociale, tutto si può dire, tranne che non abbia tra le priorità quella di rendere migliore la vita dei più deboli e fragili. Non abbiamo la pretesa di sconfiggere la povertà, ma di combatterla sì”. Come tutti sanno, il governo e in particolare Meloni hanno più volte respinto l’ipotesi di una legge sul salario minimo.

Infine un passaggio sugli incroci tra Msi e lo stragismo nero, all’indomani dell’anniversario del più grave attentato terroristico dell’era repubblica, la strage di piazza Fontana. “Se non mi avessi fatto tu la domanda… Io – dice La Russa – ho sepolto le responsabilità degli anni di piombo sotto una coltre di polvere, ma sotto la coltre di polvere ho la memoria lunghissima di quello che è successo in quegli anni”. A Gomez che gli domandava se anche la destra debba ammettere che nell’album di famiglia ci sono terroristi, l’esponente di FdI ha replicato: “Se essere stati iscritti al Msi significa fare parte dell’album di famiglia, non c’è dubbio. Gilberto Cavallini – ha ricordato – scappò quando venne arrestato per un grave episodio, e condannato per eccesso di legittima difesa. Comincia lì la sua avventura che lo porterà al terrorismo. In quel momento era stato iscritto al Msi”. “Nell’album di famiglia non si mettono però le foto di tutti quelli che passano vicino alla famiglia, ma quelli che hanno un percorso comunque coerente, anche se si evolve in maniera sbagliata. Almirante – ha aggiunto – disse: ‘ai terroristi voglio dare la pena di morte, a terroristi di destra due pene di morte’. A sinistra non l’ho mai sentito dire. Nell’album di famiglia ci può stare di tutto ma se lo levi dall’album non c’è più. A sinistra per lungo tempo hanno detto che erano compagni che sbagliano, Almirante disse due pene di morte: è qui la differenza”.

Secondo la ricostruzione storica di La Russa il “Pci ha preso le distanze” dai terroristi “dopo l’omicidio di Guido Rossa, ma ce ne è voluto di tempo. Prima erano fascisti, poi sedicenti brigatisti, poi compagni che sbagliano, alla fine quando cominciarono ad ammazzare anche quelli del Pci, capirono che era il momento di metterci un freno”. Bisogna ricordare che l’omicidio del sindacalista Guido Rossa avvenne nel 1979. Un anno prima fu rapito e ucciso dalle Brigate Rosse Aldo Moro. Poche ore dopo l’agguato di via Fani il segretario comunista Enrico Berlinguer concluse un suo discorso alla Camera con queste parole: “Alla classe operaia e ai lavoratori, a tutti i democratici, a tutti gli antifascisti, a tutti i cittadini, uomini e donne di ogni età e di ogni condizione, a tutti i corpi dello Stato che intendono essere fedeli fermamente alla Costituzione assicuriamo come sempre, in queste ore e nelle prossime settimane, l’impegno pieno, tenace ed unitario del Partito Comunista e rivolgiamo ad essi un appello ad esercitare una vigilanza, a partecipare alla azione necessaria per sventare, come è possibile, le manovre e le provocazioni che vogliono sovvertire la nostra democrazia, la nostra convivenza di uomini liberi”.


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