Referendum, obiettivo quorum, in 3,6 milioni chiamati al voto
A ieri pomeriggio c’erano ancora quattro presidenti di seggio da sostituire, ma il Comune di Torino ha ovviato senza troppi patemi. A meno di rinunce dell’ultimo minuto, la macchina elettorale di Palazzo Civico dovrebbe partire regolarmente, con le rinunce degli scrutatori — fra il 25 e il 30% del totale, ma la quota è in linea con altre consultazioni — sanate da volontari e dipendenti comunali, e i seggi regolarmente costituiti. Sono 3,6 milioni i piemontesi chiamati alle urne: obiettivo per i promotori del referendum, raggiungere il quorum del 50% più 1. Cinque i quesiti, quattro sul lavoro (scheda verde, arancione, grigia, rossa) e uno sulla cittadinanza, scheda gialla.
I seggi sono aperti oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15, solo a Torino sono 980 fra ordinari e speciali, per un totale di 3.883 fra scrutatori e presidenti. Per l’occasione e in coincidenza con gli orari di votazione, il Comune aprirà l’ufficio elettorale di corso Valdocco 20, a cui occorre rivolgersi in caso di tessera elettorale smarrita o con tutti gli spazi timbrati. È necessario presentarsi con un documento di riconoscimento. Nei medesimi orari rimarrà aperta anche l’anagrafe centrale di via Giulio 22, e dalle 8,30 alle 18 di oggi le sedi di via Guido Reni, corso Racconigi, via Stradella, via Campana. Per gli elettori con ridotta mobilità o impossibilitati a raggiungere i seggi, è organizzato un servizio di trasporto gratuito, che si può prenotare (oggi dalle 9 alle 17 e domani dalle 9 alle 11) chiamando il numero 011.01128008.


Sono 9.300 i fuori sede che votano a Torino. Molti però non sono riusciti a fare richiesta entro la scadenza del 4 maggio e sono rimasti fuori dal conteggio: l’unica possibilità per loro di votare, a questo punto, è proporsi come rappresentanti di lista. Della questione si è occupata Avs, che solo in città ha raccolto oltre 150 adesioni. «È uno strumento che serve a monitorare il corretto svolgimento del voto ma allo stesso tempo ci consente di registrare come rappresentanti i fuori sede e quindi di permettere loro di esercitare il diritto», spiega Antonio Costanza, 26 anni, militante di Sinistra ecologista e referente provinciale della giovanile di Sinistra italiana. «Abbiamo raccolto in questi giorni le adesioni su internet, grazie alla piattaforma nazionale Voto Fuori sede, e in queste ore i 150 selezionati stanno ritirando la delega — racconta — . Sono per la maggior parte studenti ma ci sono anche tanti lavoratori di ogni età: ieri in sede è venuta una coppia di sessantenni molto motivati per questo referendum».
Se qualcuno avesse ancora dubbi sul recarsi o meno alle urne, c’è l’aiutino del bar Artifact di via della Misericordia, che offrirà un caffè gratis a chi entrerà con la tessera elettorale timbrata. «Vogliamo spingere le persone ad andare a votare» spiega il proprietario, Riccardo Alesso. L’idea è semplice: chiunque si presenti al bancone oggi e domani con la prova di essere stato ai seggi, avrà la possibilità di prendere un caffè gratis durante il mese di giugno. «Penso che votare sia un diritto da difendere — aggiunge Alesso — . È un diritto che ci è stato dato ed è un qualcosa per cui vale la pena prendere posizione».
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