Referendum, affluenza sopra la media nazionale nella Capitale. Oltre il 50% a Ponte Mammolo
Controcorrente. Roma, ancora una volta, si è distinta nel panorama nazionale, registrando un’affluenza superiore rispetto alla media italiana.
Mentre nel Paese solo il 30,58% degli elettori si è recato alle urne per i referendum, nella Capitale la partecipazione ha raggiunto il 36,18%, salendo al 33,97% includendo l’intera area metropolitana. Un dato che, pur non entusiasmante, rispecchia un certo fermento civico in alcuni quartieri romani.
Tra le sorprese maggiori c’è Ponte Mammolo, dove in alcune sezioni di piazzale Hegel si è superata quota 52%, con una sezione che ha toccato il 55%.
Anche il quartiere Esquilino ha dato segnali forti: in via Ruggero Borghi, una sezione ha oltrepassato la soglia simbolica del 51%, centrando quel quorum che altrove è rimasto un miraggio.
Montesacro non è rimasto a guardare: in alcune sezioni di piazza Monte Baldo si è arrivati al 50,26%, con altre che lo hanno sfiorato. Percentuali alte anche a San Lorenzo, dove in via dei Sardi si è superato il 56%. Buoni anche i numeri in zona Tiburtina e lungo la Casilina, dove alcune sezioni hanno sfiorato o superato il 50%.
Più fiacchi, invece, i dati da Prenestina e Portuense, dove l’affluenza è rimasta ancorata ai livelli bassi: 27% nella prima, 24% nella seconda.
Una distanza che fotografa due anime della città: da un lato l’energia di quartieri popolari con forte presenza giovanile e cittadinanza attiva, dall’altro un certo disincanto civico che serpeggia altrove.

I risultati: il Lazio dice “sì”, ma con qualche esitazione sulla cittadinanza
Sul fronte dei contenuti referendari, i votanti del Lazio si sono espressi in maniera decisa, ma con qualche sfumatura. Quasi tutti i quesiti hanno ottenuto una schiacciante maggioranza di sì, con picchi sopra il 90%:
91% per il reintegro in caso di licenziamento illegittimo
89% per i limiti all’indennizzo nei licenziamenti
90% per la tutela dei contratti a termine
89% per la responsabilità sugli infortuni sul lavoro
Più combattuto, invece, il quesito più politico: quello sulla riduzione da 10 a 5 anni del periodo di residenza necessario per richiedere la cittadinanza italiana.
Nel Lazio, circa il 67% ha votato “sì”, mentre il 33% ha scelto il “no”. Una distanza che resta ampia, ma che riflette anche incertezze e resistenze su un tema sensibile e identitario.
Con circa 289mila cittadini favorevoli alla modifica e 137mila contrari, il dibattito sulla cittadinanza resta aperto e promette di tornare presto nel vivo della scena politica.
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