Scienza e tecnologia

Recensione Ringconn Gen 2: più piccolo ma con più batteria

Ringconn è indubbiamente stato uno dei nostri smart ring preferiti. Lo abbiamo recensito mesi fa e da allora è stata la nostra prima scelta, per l’ottimo bilanciamento fra prezzo, funzionalità e autonomia. Oggi scopriamo invece la seconda generazione appena lanciata sul mercato. Questa è la recensione di Ringconn Gen 2.

Ve lo anticipiamo subito: questo Ringconn 2 non è un prodotto drasticamente nuovo, ma piuttosto un’evoluzione di quanto visto nella prima generazione. Sarà abbastanza comunque nei prossimi anni vedere miglioramenti solo incrementali e soprattutto negli anelli smart è indubbio che è possibile aspettarsi una progressione non particolarmente drastica.

Nonostante questa premessa siamo stati comunque felici di vedere come Ringconn 2 sia in realtà cambiato più di quello che mi sarei potuto aspettare da un prodotto di questo tipo. Partiamo dalla qualità costruttiva e il design. Ringconn mantiene lo stesso design leggermente squadrato all’esterno, ma le dimensioni si riducono di 1 millimetro in sottigliezza, permettendo a questo anello di diventare il più sottile e leggero della sua categoria. Diminuisce infatti anche il peso che ora arriva a 2 o 3 grammi, in base alla dimensione dell’anello che si sceglie.

Ancora una volta infatti potrete scegliere l’annello in molte taglie diverse, dalla 6 alla 14, facendovi anche spedire in anticipo il kit di misurazione che vi permetterà di indossare una replica dell’anello per scoprire qual è la misura giusta da farsi spedire.

È disponibile nei colori argento oro e nero opaco. Resiste ad acqua e polvere secondo lo standard IP68 e supporta immersioni fino a 100M. Potete in sostanza tenerlo al dito senza problemi e dimenticarvene, almeno per un bel po’ di giorni.

Proprio come il suo predecessore anche la Gen 2 di Ringconn ha a disposizione un case per il trasporto e la ricarica. Non funge solo da alloggiamento per la ricarica ma contiene anche una batteria che permette di ricaricare l’anello più volte anche quando non è collegato alla corrente.

L’altra grande novità di questo prodotto orbita infatti proprio attorno all’autonomia di questo prodotto che adesso garantisce fino a 10 giorni circa con una singola carica (l’azienda ne promette fino a 12 ma dai nostri test è un po’ ottimistico). È un eccellente risultato che diventa ancora più interessante se valutato assieme al case/powerbank che garantisce circa 10-12 ricariche portando la durata di questo anello a oltre 4 mesi senza necessità di collegarsi alla corrente.

Non male.

L’anello è dotato ancora una volta della tecnologia necessaria per svolgere al meglio il suo funzionamento. Abbiamo il sensore di battito cardiaco (che aiuta anche a misurare lo stress e il sonno, oltre che l’HRV) e il sensore per la misurazione dell’SpO2. Avevamo già registrato una notevole precisione nelle misurazioni del precedente modello e le confermiamo per questa nuova variante. I dati registrati, come vedremo a breve, sono moltissimi e la precisione è pari o superiore a quella di molti smartwatch.

L’applicazione è stata aggiornata ma non stravolta. La schermata principale ora raccoglie tutti i dati della giornata impilati in orizzontale con la metrica di Wellness Balance ancora una volta in alto in evidenza. Peccato che il software non sia stato ancora tradotto in italiano: ne avrebbe sicuramente giovato.

Questa metrica mostra su un grafico ortogonale l’andamento dei segni vitali, del sonno, dell’attività e dello stress del giorno precedente e in confronto ai 7 giorni precedenti, per aver subito una chiara idea di come sono andate le precedenti 24 ore.

Dopodiché abbiamo i dati del sonno, dell’attività, del battito dello stress e del monitoraggio delle apnee notturne. Questa voce è una novità di questo ultimo prodotto e non era presente sulla generazione precedente.

Questa funzionalità permette all’anello di misurare la possibilità di apnee notturne, una condizione medica che spesso passa inosservata a chi ne soffre. Di default il monitoraggio delle apnee notturne solo su richiesta, monitorando tre notti consecutive per ottenere dei dati medi più affidabili. Per garantire un funzionamento ottimale bisogna sincronizzare i dati dell’anello appena svegli aprendo l’applicazione. La ragione non ci è chiara. Si può anche attivare una check periodico, ma il consumo di batteria aumenterà.

Tutti gli altri dati raccolti sono molto ricchi, oltre che essere molto precisi come vi abbiamo già raccontato. Le informazioni vengono indicate in modo chiaro, con colori che aiutano a valutare meglio i dati che ci vengono proposti. Ogni voce ha poi un tastino informativo che permette di avere più informazioni sul significato di quella singola voce.

Come dicevamo le metriche raccolte sono tantissime e abbiamo per esempio grafici che ci mostrano l’andamento della nostra attività fisica rispetto alla media della settimana precedente, grafici che mostrano quante calorie abbiamo bruciato grazie al metabolismo e quante per l’attività o anche il grafico della variabilità del battito cardiaco.

Ringconn ancora una volta ha creato un buon bilanciamento fra una lunga lista di dati grezzi (e precisi) e un’interfaccia che aiuti davvero a capire che impatto abbiano questi dati su di noi.

In basso rimane il tasto per accedere ai Trends, che permette di analizzare gli stessi dati ma aggregati su un periodo più lungo, in modo da poter analizzare un po’ più sul lungo periodo il nostro stato di salute e non solo per il suo andamento giorno per giorno.

Per chi se lo stesse domandando questo anello non permette di notificare alcunché (e onestamente anche le notifiche sullo smartphone secondo me sono troppo rare) e non permette di fare pagamenti.

Su questo fronte nessuna novità (come anche per tutti gli altri concorrenti).

Non ci sono poi particolari novità neanche sul tracciamento del fitness, che è ancora impreciso e che infatti rimane ancora con la dicitura Beta. In tal senso questi smart ring non sembrano ancora pronti.

Ringconn Gen 2 è quindi in assoluto un anello intelligente migliore. Purtroppo aumenta anche il suo prezzo che arriva ora a 387$, che al momento della recensione ammontano a 351€, comunque ancora meno di Galaxy Ring e Oura 4. Non c’è nessun abbonamento da sostenere, al contrario di Oura Ring.

Foto

Il sample per questa recensione è stato fornito da Ringconn, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

Giudizio Finale

Ringconn Gen 2

Ringconn di seconda generazione è più sottile e leggero, ma ha la migliore autonomia di questa categoria. Non stravolge l’esperienza d’uso e purtroppo il prezzo sale. Nel complesso però rimane probabilmente la soluzione migliore per chi vuole un anello smart senza incorrere in un abbonamento mensile. La precisione dei dati rimane buona (se si esclude lo sport) e ora c’è anche una funzione per monitorare le apnee notturne.

Pro

  • Più sottile e leggero
  • Autonomia migliorata
  • Tanti dati raccolti
  • App chiara e semplice

Contro

  • Non supporta pagamenti NFC
  • Il prezzo sale
  • La misurazione delle apnee notturne consuma non poca energia

Emanuele Cisotti

Emanuele Cisotti
Ho fondato AndroidWorld nel 2008 durante il mio periodo di studi di ingegneria a Firenze. Ho continuato a gestire AndroidWorld e poi SmartWorld, espandendo quindi l’ambito di competenza, all’interno prima di Banzai Media e poi di Mondadori. A oggi svolgo principalmente il lavoro di gestione del mio team e di rapporto con i marchi, ma non per questo sono meno operativo. Sono conosciuto principalmente per le mie video recensioni di smartphone su YouTube, ma la mia specializzazione riguarda anche wearable (come smartwatch e smart ring), dispositivi di domotica e altri gadget tecnologici sfiziosi.

Dal 2011 al 2014 ho lavorato sulla rivista Android Magazine disponibile in edicola e in versione digitale. Sono autore di tre guide riguardanti Android edite da LSWR. Molti di questi trovano spazio sul canale TikTok di SmartWorld. Tre le mie passioni principali la musica elettronica (in quasi qualsiasi declinazione) e le costruzioni LEGO, che sono il principale nemico del mio conto in banca.

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