Scienza e tecnologia

Recensione Project Motor Racing: il gioco di corse dai creatori di Project CARS

Oggi esce Project Motor Racing, ed è il momento giusto per fare una riflessione. I giochi di guida, ormai, hanno perso una parte importante della loro identità. Non che siano del tutto scomparsi, anche perché alcune serie continuano a essere solide colonne del genere, ma è evidente come si sia ridotta quella varietà che un tempo rendeva il panorama delle quattro ruote incredibilmente vivo ed imprevedibile, per certi versi. 

Se si pensa ai racing game, adesso, i nomi che saltano alla mente sono sempre gli stessi, cioè Forza Horizon 5, Gran Turismo 7 e poco altro. Persino Forza Motorsport, che avrebbe dovuto rappresentare un nuovo punto di svolta, non ha acceso l’entusiasmo che molti si aspettavano.

E se guardiamo indietro, il contrasto è ancora più evidente. C’erano anni in cui la sperimentazione era la norma, tra giochi folli come OnRush, Split/Second, o ancora titoli come Blur, che mescolavano arcade e power-up con una naturalezza che chissà se mai verrà replicata.

Il buon vecchio OnRush.

Anche saghe più tradizionali, come DiRT, si sono pian piano affievolite, lasciando un vuoto che nessuno ha davvero colmato. Per non parlare di GRID, una serie che nasceva con ambizioni altissime ma che poi ha finito per perdersi in mare aperto.

Dunque non possiamo essere contenti della venuta di questo Project Motor Racing, un titolo che si infila nella fascia dei giochi più simulativi, cercando di colmare proprio quello spazio lasciato scoperto da molti concorrenti negli ultimi anni. 

Il progetto nasce sotto l’ala di Giants Software, produttori noti soprattutto per Farming Simulator, e già questo basterebbe a incuriosire: Project Motor Racing sfrutta infatti proprio il motore di Farming Simulator, il GIANTS Engine 10, noto per la sua fisica avanzata. Lo sviluppo è stato affidato a Straight4 Studios, il nuovo studio del compianto Project Cars, che ha lavorato sull’adattamento di questa base tecnica per costruire un racing game ambizioso, ma così ambizioso, che non è ancora pronto, sebbene sia già sugli scaffali.

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Un’immagine promozionale tratta dalla versione PC.

Sulla carta, Project Motor Racing si presenta come un nuovo punto di riferimento per il comportamento dei veicoli. E, per certi versi, questa promessa non è affatto campata per aria. Il lavoro di simulazione svolto da Straight4 Studios è evidente, perché parliamo di una fisica complessa e supportata da un processo di verifica particolarmente rigoroso, che non solo ingloba l’esperienza che il team ha maturato nei capitoli di Project CARS, ma coinvolge anche i produttori stessi di auto: ogni macchina è stata testata e approvata con il contributo di partner ufficiali e professionisti del settore, e questo impegno si percepisce fin dai primi minuti pad alla mano.

Sul DualSense di PS5, infatti, il gioco mostra alcune delle sue carte migliori. È qui che si avverte la natura “pesante” del modello di guida, con una resistenza dei grilletti sorprendentemente ben calibrata che riesce a restituire la sensazione di un’auto realmente ancorata all’asfalto.

La fisica e la diversità delle varie classi è palpabile, e non è un caso che un motore di questo tipo nasca proprio dal know-how di Giants Software e dal loro lavoro su Farming Simulator, che qui viene riadattato con un approccio del tutto nuovo.

Il problema è che, applicata al videogioco nel suo insieme, questa buona base non basta a mascherare un dato evidente, cioè che Project Motor Racing non sembra ancora pronto. E non lo diciamo con leggerezza.

Come si presenta Project Motor Racing su PS5.

Una delle prime difficoltà riguarda proprio il DualSense, che da un lato offre ottime sensazioni, dall’altro rende complicato trovare un equilibrio tra sterzo e acceleratore. È un gioco che pare aver tarato la sua esperienza principalmente sul volante, e che dunque lascia il controller in una sorta di limbo tecnico che non valorizza il lavoro svolto.

A ciò si aggiunge un’intelligenza artificiale che fatica a reggere il confronto con le ambizioni del progetto.

A prescindere dal livello impostato, i comportamenti tendono a sembrare incoerenti tra piloti che ignorano la presenza del giocatore, trenini che si formano in rettilineo senza una vera logica, e situazioni che spezzano l’immersione in modo evidente. Trattasi di quel genere di problemi che dà la sensazione di un gioco incompiuto, come se mancassero settimane, se non addirittura mesi di rifinitura.

Per apprezzare davvero il modello di guida ci siamo quindi spostati sulle prove a tempo e sulle qualifiche, dove l’assenza delle dinamiche di gara permette di concentrarsi sulle auto, che è poi la parte migliore del gioco sia nella loro realizzazione, sia nella fisica stessa, dove ogni auto ha una propria identità ed un peso percepito distinto.

Ma appena si torna all’esperienza complessiva, riaffiora la stessa impressione: Project Motor Racing dà l’idea di essere entrato in commercio troppo presto. Su PlayStation 5 i limiti sono particolarmente evidenti, poiché la resa grafica è lontanissima da ciò che i trailer lasciavano intuire: il framerate è altalenante, compaiono pop-in di oggetti e ombre, elementi dello scenario che spariscono nei fondali, ed il tutto sguazza in una generale mancanza di pulizia tecnica difficile da ignorare.

Ci sono diversi aiuti, ma di base rimane un videogioco simulativo molto arduo da domare.

Da notare che alcuni elementi visivi, presi singolarmente, mostrano comunque un certo livello di cura. L’erba, ad esempio, pur non essendo particolarmente complessa dal punto di vista estetico, restituisce un effetto piacevole quando le ruote vi lasciano il segno al passaggio. Anche l’asfalto è realizzato con una buona attenzione al dettaglio e sembra sfruttare tecniche di fotogrammetria per ottenere una superficie più realistica possibile. Il problema è che la resa generale non tiene il passo: manca vivacità, manca il senso di velocità, e quella certa staticità tipica dei racing meno rifiniti qui è particolarmente evidente, in special modo, appunto, su console.

Anche sul fronte contenutistico il gioco appare spoglio, perché non c’è traccia di una safety car, né di un modello di danni meccanici completo. Mancano pure i commissari con le bandiere, e persino l’interfaccia e i menù soffrono di una navigazione poco intuitiva.

È complessivamente un titolo che sembra più un accesso anticipato che una release completa. E questo contrasta apertamente con la comunicazione che lo ha accompagnato, quello di una simulazione definitiva, con una carriera, un online strutturato, vari eventi e gare suddivise in quattro categorie.

È possibile personalizzare la telecamera in maniera molto profonda.

Tutto questo non significa che non ci sia del buono, sia chiaro. il motore fisico è interessante, il potenziale per una simulazione di alta fascia esiste, e chi dispone di un volante potrà sicuramente ottenere un’esperienza molto migliore rispetto al controller. Ma al momento l’intelligenza artificiale e lo stato tecnico su console finiscono per spezzare quel sogno di un presunto nuovo riferimento che il titolo vorrebbe incarnare.

Se siete davvero curiosi, il consiglio è di orientarsi sulla versione PC, che di certo sarà più raffinata rispetto a quella PS5, la quale necessita chiaramente di molte patch prima di poter essere considerata stabile e completa.

Project Motor Racing è disponibile già da oggi, ma la sensazione è che avesse bisogno ancora di tempo. E questo, purtroppo, pesa più di qualsiasi buona intenzione.

Project Motor Racing Screenshot PS5

Immagini Promozionali

Il codice digitale per questa recensione è stato fornito da Plaion, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Potete leggere maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld a questo link.

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