Scienza e tecnologia

Recensione Lumines Arise: un’esperienza che non devi perdere



Recensione Lumines Arise

Quella che state per leggere è la recensione di un videogioco che, lo dico subito, non è per tutti. È importante chiarirlo immediatamente, perché Lumines Arise appartiene a quella categoria di puzzle game che non regalano soddisfazioni immediate e che richiedono un certo tipo di predisposizione mentale. Eppure, nonostante la sua natura peculiare, è uno di quei giochi che vorrei far provare a chiunque, anche solo per fargli capire che tipo di esperienze audiovisive può creare un videogioco quando si allontana dalla forma tradizionale e abbraccia la logica della sinestesia. Perché è impossibile restarne indifferenti se si è almeno un po’ sensibili alle sperimentazioni visive e sonore.

D’altra parte, questa è la storia di Enhance e del mitico Tetsuya Mizuguchi, maestro contemporaneo nell’arte di fondere gameplay e sensazioni. Da Rez a Child of Eden, fino a Tetris Effect, le sue opere hanno sempre avuto come obiettivo il trasformare l’interazione in emozione, far sì che lo schermo diventi uno strumento musicale e che il giocatore vesta i panni, inconsapevolmente, di un performer.

Lumines Arise, pur essendo un nuovo capitolo di una serie nata addirittura su PSP nei primi anni 2000, si avvicina più che mai proprio a Tetris Effect del 2018 (cavolo, sono già passati 7 anni?). Riprende l’idea dell’esperienza sensoriale totale, la amplifica e la incastona in un sistema di gioco minimalista e complesso allo stesso tempo. E adesso vi spiego perché vale la pena quantomeno sapere che esiste, e perché, nonostante non sia un gioco adatto a tutti, Lumines Arise è un’opera che merita attenzione, e più che mai ascolto.

Scheda videogioco

  • Publisher
    Enhance, Monstars Inc.
  • Sviluppatore
    Enhance
  • Genere
    Rompicapo
  • Numero giocatori
    1-2 (Locale), 2 (Online)
  • Lingua
    Italiano
  • Disponibile su

Indice – Lumines Arise

Cos’è Lumines Arise

L’obiettivo di ogni partita di Lumines Arise è costruire grandi quadrati monocromatici, sfruttando una linea temporale che attraversa il campo di gioco seguendo il ritmo della musica. Descriverlo a parole sembra piuttosto complicato, ma osservandolo in movimento tutto acquista immediatamente senso.

Sì, perché in teoria è semplice, in pratica molto meno: i blocchi in caduta sono sempre moduli 2×2, spesso composti da due colori differenti. Per formare un quadrato più grande che possa essere cancellato al passaggio della linea è necessario allineare quattro angoli dello stesso colore. Lumines richiede quindi una precisione chirurgica ed una capacità di prevedere la caduta dei pezzi che puzzle game più tradizionali, come Tetris per l’appunto, non sempre pretendono. Detto in soldoni, Lumines Arise si rivela più impegnativo rispetto a un’esperienza come Tetris Effect, il quale non richiedeva il livello di comprensione preliminare che invece esige Lumines: se non si afferra da subito la logica del gameplay, l’impatto può risultare meno accogliente.

Per i giocatori disposti a impegnarsi e a padroneggiare sia le meccaniche classiche sia le novità introdotte, il gioco sa però restituire un senso di soddisfazione. Dopo numerose ore continuo personalmente a preferire Tetris, specialmente in termini di feedback continuo che riusciva a darmi, ma si tratta anche e soprattutto di gusti. Del resto, anche Lumines Arise riesce a fare il suo, specialmente quando si attiva la meccanica Burst che facilita la creazione di quadrati giganti di un solo colore, cosa senz’altro molto soddisfacente.

Perché è magico

Ora, al di là del gameplay, è importante chiarirlo: non vi sto dicendo che dovete provare Lumines Arise per la sua struttura ludica . Per quanto il gameplay resti il collante di tutta l’esperienza, il valore del gioco risiede in qualcosa che va ben oltre la mera risoluzione di puzzle. Il punto è come il gameplay fa muovere la grafica, come trasforma il sonoro, come ogni input si traduce in un’onda visiva e soprattutto musicale.

È questo che rende Lumines Arise un piccolo gioiello, come del resto già succedeva in Tetris Effect. Se poi siete anche appassionati del genere puzzle, tanto meglio. 

Ciò che davvero stupisce è la sinergia tra immagine e suono, una sinestesia costante che regala momenti ipnotici. Tutto questo trova il suo massimo compimento nella modalità Viaggio, che inanella livelli splendidi, ognuno con una propria identità visiva e sonora: oscillano tra il geniale e il surreale, tra il meditativo e l’esplosivo. È un gioco da cui ci si fa fatica ad allontanarsi, perché ogni stage diventa una piccola sorpresa, un nuovo modo di reinterpretare il rapporto tra puzzle e ritmo.

L’impatto iniziale può risultare più travolgente rispetto a Tetris Effect, perché come detto Lumines è più complesso, più esigente, meno immediato anche a livello più facile, ma quello che offre la modalità Viaggio è indescrivibile a parole.

Si tratta di un percorso audiovisivo di circa 6 ore fatto di una trentina di livelli, ognuno accompagnato da una propria traccia musicale e da un tema artistico che spesso confina con l’assurdo creativo. A volte assisterete a semplici effetti particellari, altre volte vi ritroverete immersi in scenari totalmente imprevedibili, ciascuno di essi è come se raccontasse una storia. Ed è anche un peccato raccontarli a parole, perché li svaluterebbe. Per dire, se vi dicessi che ce n’è uno in cui dei rettili ballano a ritmo di musica elettronica, a cosa pensereste? Esatto, “che trashata”, ma non lo è, ed il modo in cui lo trasmette è davvero speciale: nei movimenti dei quadrati, quando ruotano, esplodono, e la musica sale, cambia, aggiunge strumenti, aumenta il ritmo… ho già detto che è speciale, sì?

Contenuti

Non sono però rimasto del tutto soddisfatto dell’offerta, ma questo dipende anche dal tipo di giocatore che siete voi, da quali contenuti cercate.

Anzitutto sono rimasto molto deluso nello scoprire che la modalità Viaggio non può essere affrontata in cooperativa. Un’occasione mancata, perché un’esperienza che si chiama “Viaggio” sembrava fatta apposta per essere condivisa con un’altra persona. Non è un difetto che penalizzerà tutti, ma per me è stata una mancanza importante, soprattutto considerando quanto il gioco faccia leva sull’emozione.

Anche la modalità competitiva locale non mi ha convinto. Il testa a testa funziona, certo, ma quando si gioca in queste modalità non è possibile scegliere lo scenario, ce n’è solo uno in pratica. È quasi disarmante dover rinunciare a quelle splendide ambientazioni della modalità Viaggio. Se speravate in un comparto multigiocatore locale appagante anche visivamente, temo che resterete con l’amaro in bocca.

Detto questo, sul fronte online Lumines Arise si rivela piuttosto strutturato. C’è una componente competitiva più profonda, con eventi settimanali e un sistema di progressione dedicato al proprio avatar, personalizzabile con numerose varianti estetiche che si sbloccano giocando (anche in solitaria).

C’è una sorta di approccio “live service” che può catturare chi ama cimentarsi in sfide continue. Fa capolino poi una sezione dedicata all’addestramento, utile per carpire tecniche avanzate, insieme alle modalità sfida e sopravvivenza che metteno alla prova i più esperti, oltre poi alla possibilità di rigiocare i livelli in qualsiasi ordine.

La parte più bella è però il supporto alla realtà virtuale, che dà ancora più spessore all’impatto grafico: abbiamo provato Lumines Arise con un Quest 3 collegato al PC, e l’esperienza è stata semplicemente straordinaria. L’impatto visivo supera quello di Tetris Effect, che ai tempi soffri di un’edizione PS VR non all’altezza delle aspettative, ma qui il tutto è superiore poiché si espande attorno a voi in un tripudio di colori, forme e vibrazioni luminose che reagiscono in tempo reale alle vostre mosse. Abbinato alle cuffie e alla sua colonna sonora, diventa un viaggio sensoriale impressionante.

La sensazione è ancora migliore su PS VR2, proprio perché la vibrazione del visore e il feedback aptico dei VR 2 Sense offre una maggiore connessione con il flusso. È un crimine che questa piattaforma sia stata così poco sfruttata in linea generale, ma almeno con Lumines Arise vale assolutamente la pena rispolverarla.

Al netto di tutto, una grossa fetta del merito della bellezza del gioco è la meravigliosa colonna sonora. La varietà musicale è enorme, le tracce sono ispiratissime e la loro costruzione dinamica le rende ancora più magiche. Sono certo che alcune di esse finiranno nelle vostre playlist quotidiane.

Prezzo e disponibilità

Lumines Arise è disponibile nel solo formato digitale a 39,99€ su PS5 e PC, con compatibilità PS VR2 e PCVR.

Il codice digitale per questa recensione è stato fornito da Enhance, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Potete leggere maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld a questo link.

Giudizio Finale

Lumines Arise

Lumines Arise non è per tutti, ma è un videogioco che i curiosi degli esperimenti audiovisivi dovrebbero provare, in special modo con un caschetto in testa. La meccanica di base è quella di un puzzle game ostico e che fa più fatica a penetrare nelle vene rispetto ad un Tetris, ma la cura con la quale sono stati dipinti i vari livelli è encomiabile. Non esagero nel dire che alcuni mi sono entrati così in testa che li gioco e rigioco perché riescono a smuovere sensazioni a cui fatico a dare dimensione. È una sensazione bellissima. Peccato che tutto questo non sia supportato da una modalità multigiocatore locale degna di tale nome, ma se questo non v’interessa, fatevi un favore e tenetelo nei vostri radar, perché è un qualcosa di troppo prezioso per lasciarselo sfuggire.

Voto finale

Lumines Arise

Pro

  • Esperienza audiovisiva straordinaria
  • Colonna sonora originale varia e accattivante
  • In VR è travolgente

Contro

  • Modalità Viaggio non giocabile in cooperativa
  • Multiplayer locale povero
  • Curva di apprendimento più ripida rispetto ad altri puzzle game

Giorgio Palmieri

Giorgio Palmieri
Da oltre dieci anni nel network di SmartWorld, ho iniziato il mio viaggio con AndroidWorld recensendo videogiochi mobile, con un occhio di riguardo per le perle nascoste negli angoli più reconditi dei negozi virtuali. Nel tempo, la mia passione è cresciuta insieme al sito, permettendomi di esplorare il mondo della tecnologia a 360°. Mi piace definirmi un jolly: scrivo, edito e collaboro a tutto ciò che mi appassiona. Ma, nel profondo, il mio cuore batte sempre e solo per loro: i videogiochi.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »