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Recensione Little Nightmares 3: scopri perché è odiato



Recensione Little Nightmares 3

A volte rimango sinceramente stupito da quanto un prodotto possa catalizzare un odio così esagerato e sproporzionato, spesso senza dei reali motivi.

Mi era già capitato con Wizard of Legend 2, un titolo sicuramente meno conosciuto di Little Nightmares 3, ma che con il suo seguito aveva cambiato sviluppatore e direzione creativa, finendo per scontentare l’utenza. Eppure, una volta giocato a fondo, si rivelava un gioco di qualità più che discreta.

Il punto è che oggi sembra sempre più difficile riconoscere il valore di qualcosa che magari non raggiunge l’eccellenza assoluta, ma che comunque funziona più che bene: per molti o è bianco o è nero, e non esistono più le sfumature. E questa, purtroppo, è la stessa sorte che è toccata a Little Nightmares 3: è sufficiente fare un giro su Steam, tra le recensioni, per essere invasi da un’ondata di malcontento.

Ma cosa è successo? Per chi non la conoscesse, Little Nightmares è una serie ideata e sviluppata da Tarsier Studios, prodotta da Bandai Namco e diventata nel tempo uno dei franchise più riconoscibili del panorama horror fiabesco.

Dopo l’acquisizione di Tarsier Studios da parte di Embracer Group sul finire del 2019, Bandai ha dovuto affidare la terza iterazione ad uno sviluppatore diverso, cioè Supermassive Games, e da lì si è scatenato il putiferio. Ma al di là dei nomi e delle polemiche, la vera domanda è: Little Nightmares 3 è un buon gioco? La risposta, ve lo diciamo subito, è . Se solo lo si giocasse senza pregiudizi, molti scoprirebbero un titolo che non merita affatto tutto l’odio che sta ricevendo.

Scheda videogioco

  • Publisher
    Bandai Namco Entertainment
  • Sviluppatore
    Supermassive Games
  • Genere
    Avventura, platform horror
  • Numero giocatori
    1 (Locale) 2 (Online)
  • Lingua
    Testi in italiano
  • Disponibile su

L’odio ingiustificato

Il cambio di sviluppatore, come dicevamo, è stato il grande spauracchio che ha acceso molte discussioni attorno a Little Nightmares 3. Ma ci sono persone che nemmeno se ne sono accorte, semplicemente perché non si sono documentate, cosa legittima. E sapete? Non le biasimiamo: se non ci avessero detto che dietro allo sviluppo non c’era più Tarsier Studios ma Supermassive Games, probabilmente non l’avremmo capito nemmeno noi. Lo provammo già alla Gamescom dell’anno scorso e, davvero, Little Nightmares 3 sembrava in tutto e per tutto un Little Nightmares: stesso tono, stessa atmosfera, stessa anima.

Quindi no, non è vero che il gioco non riesce a catturare quell’identità o che sia una pallida imitazione. Supermassive non si è limitata a fare il “compitino”, perché ha rispettato la visione originale, ma al tempo stesso ha inserito molto di sé, del proprio DNA horror. E chi conosce i loro lavori lo coglie chiaramente.

Supermassive è uno studio che ha avuto alti e bassi, questo è vero. Le avventure horror interattive della Dark Pictures Anthology, che mi piace chiamare cinepanett-horror, non brillavano per livello di scrittura, ma esperienze come Until Dawn e soprattutto Rush of Blood in VR hanno dimostrato quanto sappiano lavorare con la tensione, con il ritmo e con la messa in scena.

E qualcosa di quella visione torna proprio qui, in Little Nightmares 3. L’ambientazione del circo dell’orrore, ad esempio, che potrebbe sembrare un cliché, è reinterpretata in modo meravigliosamente coerente con l’immaginario di Little Nightmares. Perché quelli di Supermassive non sono degli improvvisati, sono sviluppatori che con l’horror ci si sono sporcati le mani, e si vede.

Le novità

Passando al vero e proprio gameplay, la grande novità di Little Nightmares 3 la si intuisce già dalla copertina, ovvero i due protagonisti. Era lecito sarebbe successo, perché questa direzione collaborativa si avvertiva già nel secondo capitolo, dove il personaggio principale era costantemente accompagnato dalla misteriosa Six, con il suo impermeabile giallo.

Già allora molti avevano ipotizzato che il passo successivo sarebbe stato un Little Nightmares cooperativo, ed infatti eccoci qua.

La delusione, però, sta nel fatto che la cooperativa sia solo online. Sì, avete letto bene: non è possibile giocare in locale, e questa è un’enorme mancanza. Capirete il perché di questa scelta tecnica man mano che si gioca, poiché in alcune sezioni i due protagonisti vengono separati, e uno deve affrontare un enigma o un pericolo mentre l’altro compie un’azione a distanza, magari in un’altra parte dello scenario. È chiaro che in questi momenti lo split screen avrebbe risolto l’annoso problema, ma svilupparlo avrebbe comportato un grande sforzo tecnico. E allora ci si chiede: era davvero necessario introdurre queste sezioni se il prezzo da pagare è stato sacrificare la cooperativa locale? Forse no. Sono momenti interessanti, è giusto dirlo, ma così rari nel contesto dell’avventura che sarebbe valsa la pena pensarla diversamente.

Il co-op online, di per sé, funziona bene, si può giocare anche con una sola copia grazie al Friend’s Pass (senza cross-platform), come avviene in Split Fiction. Ma resta l’amaro in bocca, perché questo è un gioco che si prestava perfettamente ad essere vissuto sullo stesso divano, in compagnia, durante una serata di Halloween o con un fratellino accanto.

Del resto, il gioco si sviluppa per la maggior parte in orizzontale e vede i due personaggi quasi sempre insieme, nella stessa schermata, come i precedenti capitoli: il classico platform cinematografico horror, che potremmo definire quasi un “horror edulcorato”, una formula intelligente dove paura e tenerezza si mescolano, in cui l’atmosfera inquietante è avvolta da una patina fiabesca e grottesca allo stesso tempo, e che può piacere anche a chi l’orrore non riesce proprio a digerirlo.

Bello bello in modo assurdo

Al netto delle mancanze di grandi novità, Little Nightmares 3 è un videogioco meraviglioso per atmosfera.

Non lo abbiamo trovato stanco, non abbiamo sentito stanchezza creativa, cosa che era lecita percepire arrivati al terzo capitolo. Invece no, anzi, una volta finito, ne volevamo ancora.

Le prime ambientazioni ci hanno stupito, sembrano quasi uscite dalle carte del popolare gioco di società Dixit, con un’estetica fiabesca un pelino più colorata, quasi da “mille e una notte”, ma sempre attraversata da quella vena inquietante che è marchio della serie. L’introduzione con un enorme bambolotto, capace di pietrificare i nemici col solo sguardo, che piano piano si svela, dà subito un senso di novità. È un modo intelligente di espandere la visione del franchise, di farlo respirare in una direzione nuova, e ci è piaciuto molto.

Col procedere dell’avventura, il tono torna naturalmente più tetro, com’è giusto che sia, ma sempre con una buona varietà di ambientazioni. Tutte, dal nostro punto di vista, riuscite.

Non scendiamo nei dettagli per evitare spoiler, ma il gioco continua a esplorare quelle paure infantili e personali che sono da sempre il cuore della serie, arrivando a una conclusione che, pur non essendo folgorante come quella di Little Nightmares 2, risulta soddisfacente, al netto delle brevità dell’esperienza.

Breve ed intenso

In circa 5-6 ore avrete completato l’avventura. È in linea con i capitoli precedenti, ma è comunque breve, soprattutto perché il potenziale per qualcosa di più ampio c’era. Gli enigmi, per esempio, ci sono sembrati un po’ più semplici, ma non è un difetto vero e proprio, perché sembra come se il gioco voglia mantenere un ritmo costante, senza mai rallentare. In Little Nightmares 2 c’erano più sezioni trial and error che qui sono state ridotte, il che è positivo, anche se in cooperativa lo sbaglio di uno ricade anche sull’altro.

Se, per esempio, dovete attraversare un’area senza farvi scoprire, e il giocatore uno riesce ma il due viene visto, perdono entrambi e si riparte da capo.

La dinamica ovviamente è molto godibile quando la si vive con complicità, ma può diventare frustrante se uno dei due ha meno dimestichezza. E qui arriviamo al nodo centrale della cooperativa.

Chiaramente Supermassive ha cercato di realizzare un’avventura che potesse essere godibile tanto in solitaria quanto in cooperativa. Little Nightmares 3 funziona bene in entrambi i casi: se giocate da soli, il vostro compagno gestito dall’intelligenza artificiale vi assiste efficacemente nella risoluzione degli enigmi; se invece scegliete la cooperativa online, condividete con un amico l’intera esperienza dell’orrore. Tuttavia, definirlo un vero gioco cooperativo è forse eccessivo. Più che dinamiche di collaborazione reale, ci sono semplici interazioni da eseguire in due, ma che non richiedono una vera sinergia: di fatto, si affronta lo stesso percorso, solo che per superare il tutto bisogna che entrambi lo completino senza errori.

Nelle sequenze di fuga dai mostri, per esempio, anche se uno dei due fa una corsa perfetta, basta che l’altro inciampi o resti bloccato un istante per fallire e ricominciare da capo.

Questo può generare un po’ di frustrazione, ma con un po’ di pratica ci si riesce sempre. Il gioco non è difficile, anzi, richiede meno precisione millimetrica rispetto a Little Nightmares 2, ma serve prontezza, perché in certi momenti bisogna reagire d’istinto e trovare un nascondiglio in pochi secondi prima che la creatura vi catturi.

Alla fine, più che un’esperienza cooperativa, Little Nightmares 3 è un’esperienza condivisa: il bello è proprio viverla insieme, commentare in tempo reale e avvisarsi a vicenda, scegliendo ad esempio chi va per primo, proprio per non intralciarsi nel percorso. La cooperazione nasce dal dialogo e dalla complicità, più che dal gameplay stesso.

Si poteva fare di più?

Peccato che il sistema di gadget e abilità non sia stato approfondito. Guardando le immagini promozionali, viene naturale pensare che Low, con il suo arco, e Alone, con la chiave inglese, abbiano capacità peculiari e complementari. In realtà non è proprio così, poiché si tratta più che altro di strumenti contestuali, utili a sbloccare leve o distruggere pareti.

Qualche sezione fa eccezione, ma non c’è una vera evoluzione del gameplay. Anche i pochi gadget ottenibili non cambiano radicalmente l’esperienza: certamente aggiungono varietà, sì, ma senza spingere mai sull’acceleratore dell’innovazione.

Supermassive è rimasta fedele alla formula originale, e per certi versi va bene così, ma sul finale il gioco accenna un’idea davvero interessante, un cambiamento di prospettiva, un maggior piglio esplorativo che avrebbe potuto portare la serie in una direzione nuova, solo che si consuma lì, nell’ultima parte. Forse verrà ripresa in un DLC (ne sono in programma un paio), forse in un futuro capitolo, ma a prescindere Little Nightmares 3 è un gioco di valore, affascinante, ma che lascia addosso la sensazione di essere più uno spin-off che un vero “terzo capitolo”.

Che però non passi il messaggio che Little Nightmares 3 non sia un videogioco costruito con cura, poiché nelle sue 5-6 ore di avventura non ha mai un momento morto e riesce costantemente a tenere alta, altissima la curiosità, dall’inizio alla fine, su questo non ci piove.

Si tratta di un’esperienza coesa, ben diretta e capace di catturare per atmosfera e ritmo. Tuttavia, a conti fatti, è anche un gioco che avrebbe potuto osare di più, in quanto non espande davvero la formula di Little Nightmares, limitandosi a rifinirla e a renderla più accessibile, ma senza aggiungere un vero tassello evolutivo alla serie.

Di certo, il futuro sarà interessante da osservare, perché Tarsier Studios, gli autori originali, ora sotto l’ala di Embracer Group, stanno lavorando al loro nuovo progetto, che prende il nome di Reanimal. E già dalla versione dimostrativa rilasciata per lo Steam Next Fest di ottobre è chiaro che siamo davanti ad un progetto che vuole cambiare in parte prospettiva sul genere. Ma quella è un’altra storia, un altro gioco. Ora torniamo a concludere su Little Nightmares 3.

Prezzo e disponibilità

Little Nightmares 3 è disponibile su PlayStation 5, Xbox One, PlayStation 4, PC, Nintendo Switch e Xbox Series X/S al prezzo di 39,99€, un ricaro di 5€ rispetto al secondo capitolo.

C’è anche un’edizione da collezione ed un Season Pass che espanderà l’avventura.


Il codice digitale per questa recensione è stato fornito da Bandai Namco, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Potete leggere maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld a questo link.

Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un’affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.

Giudizio Finale

Little Nightmares 3

Non comprendiamo l’odio come sentimento generalizzato, ma applicato a Little Nightmares 3 non ha davvero alcun senso. Perché, al di là di tutto, Supermassive Games, che è subentrata a Tarsier Studios nello sviluppo, ha palesato di sapere esattamente cosa sia Little Nightmares. Ha saputo catturare quella stessa atmosfera fiabesca e disturbante che aveva reso iconici i capitoli precedenti, costruendo un’avventura che scorre che è un piacere. La cooperativa, purtroppo limitata al solo online, è comunque un valore aggiunto e il gioco resta godibilissimo anche affrontato in solitaria. Non è un titolo che espande radicalmente la formula, e la breve durata lascia dell’amaro in bocca, ma resta il fatto che Little Nightmares 3 è un videogioco solido, seducente nella sua messa in scena, con uno stile che solo questa saga riesce ad evocare, e che Supermassive ha dimostrato di poter portare avanti. Chissà, forse sarebbe stato percepito diversamente se fosse stato venduto come uno spin-off, ma ciò non toglie che sia un’esperienza in grado di portare in alto quell’horror “edulcorato” che tanto ci è piaciuto nei precedenti episodi.

Voto finale

Little Nightmares 3

Pro

  • Atmosfera avvolgente
  • Ritmo costante e nessun momento morto
  • Godibilissimo sia da soli, che in compagnia

Contro

  • Cooperativa solo online
  • Piuttosto breve
  • Gadget poco sfruttati, timido sulle novità

Giorgio Palmieri

Giorgio Palmieri
Da oltre dieci anni nel network di SmartWorld, ho iniziato il mio viaggio con AndroidWorld recensendo videogiochi mobile, con un occhio di riguardo per le perle nascoste negli angoli più reconditi dei negozi virtuali. Nel tempo, la mia passione è cresciuta insieme al sito, permettendomi di esplorare il mondo della tecnologia a 360°. Mi piace definirmi un jolly: scrivo, edito e collaboro a tutto ciò che mi appassiona. Ma, nel profondo, il mio cuore batte sempre e solo per loro: i videogiochi.

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