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Razzismo, giocatore del Modena rugby cacciato dagli spalti: verso della scimmia ad un avversario


Uno spettatore che fa il verso della scimmia a un giocatore di origine africana. È successo di nuovo, ma questa volta nel rugby: lo sport più inclusivo, accogliente, senza barriere né pregiudizi. Eppure. Domenica a Rovato, provincia di Brescia, incontro del campionato di serie B, i padroni di casa impegnati col Modena: tra il pubblico c’è qualcuno che prende di mira Elimane Gueye, ventenne italiano col padre di origine senegalese che gioca per il Rovato nel ruolo di seconda linea.

La gente in tribuna protesta, i dirigenti della squadra di casa si avvicinano al razzista e lo invitano immediatamente a lasciare lo stadio e a non provare neppure ad avvicinarsi alla club-house della società. Episodio due volte sorprendente, anche perché il responsabile è un giocatore modenese che indossa la divisa della sua squadra. In campo, Elimane disputa la sua partita e segna 2 bellissime mete, viene premiato come miglior giocatore dell’incontro. Ma al termine del match è visibilmente scosso. Riceve le scuse dai responsabili della società emiliana, i complimenti dagli avversari, l’abbraccio dei compagni: nel terzo tempo tutti cercano di fargli passare l’amarezza e la rabbia per quello che è accaduto.

Rovato: “Non esiste tolleranza per queste cose”

Il giorno dopo, Rovato in un comunicato ufficiale ricorda che “non c’è posto per episodi come quello avvenuto ieri sulle tribune del nostro stadio. Non appartengono alla nostra mentalità. Non appartengono al nostro sport. Non esiste tolleranza per queste cose. Questi gesti devono restare fuori dal nostro mondo, ad ogni costo e con ogni mezzo”. La società bresciana sta riflettendo se adire le vie legali nei confronti del “tifoso” modenese, le parole più belle le pronuncia il presidente del Rovato: “Il Modena Rugby si è scusato, dicono che quel loro ragazzo non è la prima volta che si lascia andare a certi gesti. La speranza è che riescano a recuperarlo”, spiega Pierangelo Merlini. “Il nostro è un movimento semplice con pochi, radicati valori: il rispetto delle regole e degli altri, su tutti”.

La condanna di Modena

Anche il presidente del Modena Rugby 1965, Enrico Freddi, si esprime sulla vicenda: “E’ un episodio vergognoso, deprecabile e gravissimo, che non deve capitare né dentro né fuori uno stadio di rugby. Siamo profondamente amareggiati perché il razzismo è qualcosa che non ci appartiene, lontano dai valori condivisi del Modena Rugby 1965 e da quello che i nostri allenatori cercano di trasmettere ogni giorno alle bambine e ai bambini che frequentano il nostro impianto. A nome della società, ho voluto esprimere di persona piena solidarietà al giocatore che ha subito gli insulti e al Rugby Rovato, prendendo le distanze dall’episodio e dalla persona che lo ha commesso. Il Modena Rugby 1965 condanna il razzismo e continuerà ad impegnarsi per superare ogni tipo di intolleranza”.

Il precedente, la banana in regalo a Traoré

Nel Natale di due anni fa un altro episodio razzista aveva coinvolto il rugby italiano: Cherif Traoré, di origine africana, allora pilone del Benetton Treviso, aveva ricevuto il regalo da un compagno di squadra una banana, tra le risate di alcuni giocatori. “Una storia che mi ha fatto molto male”, la denuncia di Traoré, nato in Guinea Conakry. Per quella vicenda, il pilone azzurro (nato in Argentina) Ivan Nemer era stato squalificato per 6 mesi “per aver recato disdoro al rugby, al suo club e al gioco in generale”, durante la condanna aveva lavorato al Progetto Migranti della Fir. Il giudice della Federazione aveva anche condannato per “responsabilità oggettiva” la franchigia veneta.


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