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Rapporto sull’allargamento: la Ue appoggia l’Ucraina

BRUXELLES – DAL NOSTRO CORRISPONDENTE – La Commissione europea ha dato ieri il suo appoggio a Kiev nel suo cammino di adesione all’Unione. In un rapporto annuale sul futuro dell’allargamento, l’esecutivo comunitario si è detto ottimista per alcuni paesi. Oltre all’Ucraina, ha citato l’Albania, il Montenegro e la Moldavia. Pur di tranquillizzare i paesi membri, ha assicurato che dopo l’adesione specifiche salvaguardie saranno indispensabili per evitare pericolose marce indietro sul fronte dello stato di diritto.

«Considerando il ritmo raggiunto da alcuni paesi candidati, un allargamento è una possibilità realistica nei prossimi anni», ha detto la Commissaria all’allargamento Marta Kos, senza fare previsioni precise. «I nostri candidati hanno obiettivi ambiziosi: il Montenegro vuole concludere i negoziati alla fine del 2026, l’Albania alla fine del 2027, la Moldavia e l’Ucraina nel 2028». Il successivo processo di ratifica – ha ricordato in una conferenza stampa la commissaria – dura «uno o due anni».

2026 anno decisivo

La Commissione europea ha spiegato che il 2026 sarà «un momento di verità» per il futuro allargamento dell’Unione europea. A dire il vero, l’Ungheria si è opposta finora all’apertura del negoziato vero e proprio con l’Ucraina (si veda Il Sole/24 Ore del 10 ottobre). Più in generale, l’ottimismo di Bruxelles stona con la prudenza di molti paesi membri, preoccupati sia da nuove adesioni che dall’eventuale ipotesi di mettere mano ai Trattati per adattare l’Unione a un nuovo allargamento.

Non per altro la commissaria Kos ha assicurato: «Dobbiamo garantire che le dinamiche positive in materia di Stato di diritto, democrazia e diritti fondamentali siano mantenute anche dopo l’adesione (…) Vogliamo rispondere alle preoccupazioni dei nostri cittadini in tal senso». Ha parlato quindi della necessità di introdurre «salvaguardie» per evitare «cavalli di Troia», e assicurare «il rispetto dello stato di diritto». Non ha escluso possibili «periodi di prova o di transizione».

Nodo corruzione

In una conferenza stampa la signora Kos ha precisato di riferirsi non tanto al passato quanto al futuro, anche se lo sguardo corre alla deriva della democrazia ungherese. A questo proposito, parlando dell’Ucraina, la Commissione europea ha puntato il dito contro le sue pervasive abitudini alla corruzione. «Le recenti tendenze negative, in particolare la crescente pressione sulle agenzie specializzate nella lotta alla corruzione e sulla società civile, devono essere invertite in modo decisivo».


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