Raid sulla chiesa a Gaza, l’ambasciatore israeliano: “Un errore, ci scusiamo. Ma Hamas si nasconde nei luoghi di culto”
“Per prima cosa vorrei dire che siamo estremamente rammaricati per quello che è accaduto, e ci siamo già scusati“. Esordisce così l’intervista al Corriere di Jonathan Peled, ambasciatore israeliano in Italia, dopo che un raid delle Idf (le forze armate di Tel Aviv) ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia, unico luogo di culto cattolico nella Striscia di Gaza, uccidendo tre persone. Per il diplomatico si è trattato di un errore: “I nostri soldati stavano mirando un punto da cui erano stati bersagliati, un punto che si trova nelle vicinanze della chiesa, ma non l’hanno presa di mira deliberatamente. Purtroppo, queste a volte sono le conseguenze tragiche della guerra”, dice.
Allo stesso tempo, però, Peled sottolinea che “i terroristi sono ovunque, anche in edifici pubblici come scuole e, purtroppo, luoghi di culto. Usano i palestinesi come scudi umani. Le nostre forze stanno combattendo e rispondendo agli attacchi di Hamas. A volte riescono a colpire il punto esatto da cui provengono questi attacchi, ma altre volte, in maniera del tutto non intenzionale, non colpiscono i terroristi con precisione”, sostiene. Poi, per giustificare l’accaduto, aggiunge: “Il nostro esercito agisce in base a quello che succede: se c’è un pericolo, reagisce. Israele sta vivendo una situazione molto difficile. E nessun altro Paese al mondo ha un nemico come Hamas”.
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